Archivio mensile:Gennaio 2011

A Napoli tutti contro tutti

Uno spettacolo indecoroso.
Ci mancava solo l'invasione di sede.
Mi associo alla richiesta di Saviano.
E a Napoli si faccia tabula rasa, altrimenti i danni saranno incalcolabili.
Bersani, intervieni.
Commissaria il partito e impedisci a 'sta gente di continuare a fare politica con il PD.
Per sempre.

I giovani al primo posto

Ce lo ha ricordato a Torino, con passione, Renato Soru.

Degno contraltare, la Ministra ai ggggiovani che incita i ggggiovani a cercarsi un lavoro manuale nientemeno per tirarci fuori dal '68.

Soru e Meloni danno, oggi, un senso alle parole sinistra e destra.
L'uno richiama alla responsabilità collettiva ma in primis i genitori, affinchè stipulino con i loro figli un patto per lasciare alle nuove generazioni un paese migliore.
L'altra incita al fai da te, al sopravvivere, al darwinismo sociale. Cercati un lavoro qualsiasi e spera soprattutto che qualcuno te lo dia un lavoro, sottopagato e senza alcuna certezza del futuro.
A proposito di lavori manuali, mi piacerebbe vedere la Meloni (ma anche la Gelmini e Sacconi) spaccare pietre.

Lettera al Commissario del PD Lazio Vannino Chiti – 3

Al commissario del PD Lazio, sen. Vannino Chiti.

Caro Vannino,

ti scriviamo riprendendo i contenuti della lettera che ti abbiamo spedito in precedenza, e che centinaia di iscritti del Lazio hanno firmato.

In questo momento così difficile per il Paese vogliamo mostrare tutto il senso di responsabilità necessario, ma non riteniamo giusto "mollare" la presa su alcuni temi importanti, primo fra tutti la questione morale interna al partito che è poi decisiva affinché il partito sia credibile sul tema anche quando si offre come candidato alla guida del Paese.

Ora che è finito il congresso romano e alcuni comuni hanno concluso o stanno svolgendo le primarie – ti ribadiamo la necessità urgente di:

1. avere informazioni sulla regolarità dei contributi degli eletti del PD nella regione Lazio.
2. attendiamo inoltre di sapere se il PD Lazio si doterà di uno strumento elettivo, qualora siano previste le primarie per i candidati alle cariche parlamentari come alcuni PD in altre regioni hanno già predisposto.

Non sappiamo ancora, nel momento in cui scriviamo, se si andrà a votare per un nuovo Governo e nemmeno se la città di Roma verrà travolta dall'inettitudine di Alemanno e quindi andrà al voto insieme al Paese.

Sappiamo però che la credibilità del nostro partito, passa anche per il rispetto delle regole che internamente ci siamo dati. Regole che consentono al partito di funzionare, di essere luogo di democrazia e non aggregazione di pochi potentati personali.

Chi viene eletto nelle liste del PD ha dei doveri nei confronti del PD che sono doveri nei confronti del Paese.

Il nostro partito non ha e non deve avere proprietari. Non ha e non deve avere finanziatori occulti.
I nostri circoli sono e devono rimanere liberi e questa libertà passa per l'autonomia finanziaria che, spesso, oggi manca e mette a serio rischio la sopravvivenza e il fondamentale lavoro di presenza e cura sul territorio.

In particolare, solo un partito finanziariamente sano può garantire questa libertà e investire sulle nuove generazioni, sulle competenze e sulle donne, cioè su una potenziale classe dirigente che oggi non avrebbe i soldi per affrontare campagne elettorali autofinanziate. Aggiungiamo che è scandalosa la cifra che alcuni eletti nell'ultimo consiglio regionale hanno utilizzato per se stessi (persino per ringraziare i propri elettori) confrontata con i soldi che il Partito aveva a disposizione.

E' importante che anche in vista di prossime scadenze elettorali, la situazione sia trasparente e permetta ai nostri iscritti ed ai nostri elettori di fidarsi di tutti coloro prenderanno "servizio" nelle cariche pubbliche sotto il nostro simbolo.

L'occasione ci è gradita per confermarti la nostra fiducia e la nostra collaborazione.

Quelli dell’Altra E-mozione.

Inizia il Campionato Italiano

Ho paura.
Una grande paura.
Paura che il tempo passi invano.
Anzi, che il tempo di fermi.

All'indomani del Lingotto 3 leggo commenti positivi, quasi entusiastici, sulla giornata che ha visto il PD finalmente unito, finalmente capace di elaborare una strategia.
Con Veltroni che fa da padrone di casa e da grande mattatore, le anime del PD che fino a ieri sembravano destinate ad una lotta senza quartiere, improvvisamente si sono raccolte sotte le insegne di un unico, Grande Progetto, finalmente chiaro e definito.
Leggo Scalfari che domenica, dopo aver ascoltato Veltroni, dice:" …con lucidità di pensiero e con chiarezza d'intenti la maggiore forza d'opposizione è finalmente in campo con un obiettivo ed un programma. Ora il quadro è finalmente completo."

Cosa abbia detto di così innovativo e travolgente Veltroni a Torino, sinceramente, mi sfugge.
Non mi sembra di aver sentito un discorso molto diverso da quelli pronunciati durante la campagna elettorale del 2008.
Veltroni, da un punto di vista dialettico-comunicativo, sta al Pd come Vendola sta a SEL.
Le sue parole conquistano, toccano le corde giuste, evocano scenari futuri che tutti ci siamo trovati ad immaginare e a desiderare.
Cita MarK Twain, e Martin Luther King, e Roosvelt, e Kennedy.

E allora ho paura.
Perchè immagino che sabato Veltroni si sia preparato la strada per una sua partecipazione alle primarie del PD.
Un'altra volta.
Ho paura perchè ho visto un partito ricompattato attorno all'istinto di autoconservazione che pervade buona parte dei suoi dirigenti.
Ho paura perchè qualora si terranno le primarie per la scelta del candidato a premier, il PD perderà l'ennesima occasione se la sfida sarà una rivincita del Congresso.
Veltroni contro Bersani.
Ancora una volta.

Chiamparino, commentando la giornata del Lingotto, ha detto che la convention è servita a parlare alle curve, mentre bisognerebbe riuscire a parlare a chi sta in tribuna.
Io dico che il PD deve parlare a chi è rimasto fuori dallo stadio.
E sono tanti. Tantissimi.
E se io e tanti come me che stanno in tribuna e continuano a seguire lo spettacolo non ci divertiamo quasi più, figurarsi se può tornare allo stadio chi non ci va più da anni, perchè è stanco di vedere rigiocata sempre la stessa partita, priva di regole, di arbitro, e a volte senza nemmeno il pallone.

E quand'anche la tua squadra avesse una strategia di gioco vincente, quand'anche avesse in panchina il migliore allenatore del mondo, sarebbe difficile entusiasmare i tifosi mettendo in campo sempre gli stessi giocatori, ai quali nel frattempo è venuta la panza e i capelli bianchi.
Giocatori che magari hanno litigato tra di loro per la fascia di capitano, o con la società perchè non volevano vedere il proprio ingaggio decurtato.

Questo è il PD oggi.
Una squadra di senatori che non vogliono abbandonare il campo.
Ci sono gli under 21 che scalpitano, ma non possono giocare anche se i senatori hanno il fiato corto.
E rischiano di pareggiare, o perdere di nuovo, l'ennesima finale.

Penso invece che i senatori dovrebbero mettere a disposizione della squadra la loro esperienza ma dalla panchina e lasciare il campo ai giovani fuoriclasse.
Di bandiere, in campo, ce ne possono essere un paio, al massimo.

Vi do la mia formazione (con panchina lunga):
Errani, Martini, Curti, Civati, Tinagli, Simoni, Concia, Galletto, Napoleoni, Scalfarotto, Gozi, Puppato, Zanonato, Cantone, Boeri, Diamanti, Eco, Marino.
Allenatore: Zingaretti.
Che dite, si vince?