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Archivio mensile:Febbraio 2011
Richiesta dimissioni del senatore del PD Alberto Tedesco
Siamo iscritti, dirigenti del PD, elettori del PD che si sentono profondamente offesi a sentirsi dire: siete tutti uguali. Vogliamo che il PD sia diverso, che la legge sia uguale per tutti, che le parole di Enrico Berlinguer facciano davvero parte del nostro DNA e non siano solo parole da ricordare negli anniversari.
Apprezziamo le parole del vicepresidente del PD, Ivan Scalfarotto:
"…io credo che il senatore Tedesco, che nel frattempo si è autosospeso dal partito, dovrebbe ora anche dimettersi anche dal suo seggio senatoriale – ottenuto peraltro perché subentrato all’unico parlamentare in carica che il PD abbia eletto alle scorse elezioni europee (si era stabilito che i parlamentari non potessero nemmeno candidarsi) – e dimostrare la sua estraneità ai fatti come un qualsiasi altro cittadino. Penso anche che sulla selezione di una classe dirigente trasparente, limpida e al di sopra di ogni sospetto si giochi la credibilità del PD, soprattutto nelle regioni del sud. Anche a costo di perdere del consenso elettorale, quello clientelare. E’ un lavoro duro, lo so, ma bisogna farlo e da subito."
Il senatore Tedesco si è sospeso dal partito, ma dal partito è stato candidato quindi se rispetta il partito deve dimettersi da senatore. La legge farà il suo corso e il partito sarà pronto a sostenerlo qualora fosse dichiarato innocente, ma oggi noi dobbiamo distinguerci. Non possiamo pretendere che Berlusconi si faccia giudicare, manifestare in favore della giustizia quando grida al complotto e poi comportarci nello stesso modo. Il seggio parlamentare è un servizio, non un luogo dove nascondersi.
Il segretario Bersani, la dirigenza tutta, chiedano le sue dimissioni dal Senato e votino compatti affinché la legge faccia il suo corso.
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Promoveatur ut amoveatur?
Oppure è valido, nel caso in questione il contrario, ossia amoveatur ut promoveatur?
E per dirla tutta, 'ste commissioni bipartisan mi fanno anche abbastanza schifo.
Enea è un uomo, ormai
Nel confronto a distanza tra Rosa Russo Iervolino e Francesco Nicodemo è riassunto lo scontro generazionale nel PD e nel Paese.
Perchè il PD è portatore sano di quei problemi che, nella società italiana (e sembra solo in questa!), riguardano il rapporto tra vecchie e nuove generazioni.
Sei giovane (caspita, siamo l'unico paese al mondo in cui a quarant'anni si è giovani!)? Hai esperienza? Hai capacità? Hai dimostrato il tuo valore?
Sei ok, ma non è il tuo turno.
Mettiti in fila e aspetta buono buono.
Allora, nel momento in cui una parte di elettorato si è disaffezionato alla politica e anche al PD, e tra questi molti giovani che non vedono nel Partito Democratico uno strumento per cambiare il proprio futuro (che sta dietro di loro e detto così non è che suoni proprio bene…), bisognerebbe porsi un problema di credibilità della proposta politica che si vuole mettere in campo.
Ma la credibilità passa per le persone che formulano le proposte e che intendono attuarle.
Allora immaginare buona parte dell'attuale vecchia guardia del PD farsi carico dei problemi dei loro figli in maniera credibile agli occhi delle nuove generazioni è come immaginare un petroliere come un convinto green-economist.
Ahimè, non è possibile.
Perchè non si può essere credibili quando parli di merito, di capacità, di esperienza quali cardini del rinnovato rapporto tra giovani e società e poi nel PD i giovani come Francesco, Democratici che fanno politica ogni giorno sul territorio, nel paese, nei luoghi di lavoro, consiglieri comunali, provinciali, regionali, persone votate e non nominate sono bollati come guagliuncelli, magari anche un pò rompicoglioni, solo perchè osano chiedere a qualcuno che sta in politica da venti, trenta, quarant'anni, di farsi da parte, o quantomeno di mettersi in seconda fila per dare una mano alla crescita di una nuova classe dirigente.
Si è detto che Enea ed Anchise devono trovare la maniera di collaborare per abbandonare Troia in fiamme e dare una speranza ad Ascanio.
A me sembra che Anchise voglia fare di testa sua, ma le forze nella gambe gli mancano, e non ha capito che Enea è un uomo ormai, e che la strada per uscire, tutti insieme, dalla città assediata dagli Achei la può trovare anche con il padre in spalla e il figlio per mano.
Una pura formalità
Non c'è bisogno di chiedere al mio partito di autorizzare l'arresto del senatore Alberto Tedesco, vero?
Lo faranno, giusto?
Non c'è il fumus persecutionis, o sbaglio?
Parlamento ad personam
L'appello di Libertà e Giustizia contro la riforma pensata e voluta da B.
Firme su firme.
Fiumi di inchiostro telematico.
In un paese normale non ce ne sarebbe bisogno.
Ecce leader
Il Pdl ha un vero leader, Silvio Berlusconi, che ha un unico solo difetto: è una catastrofe per il paese di oggi.
Il Pdl ha anche un altro leader, Marina Berlusconi, che ha un unico solo difetto: sarebbe una catastrofe per il paese di domani.
Il Pd ha un leader, Bersani, che ha unico solo difetto: é una bravissima persona, ma non é un leader.
Futuro e libertá ha un leader, Fini, che ha un unico solo difetto: per ora non ha un partito che gli paga i contributi. L’Italia dei valori ha un vero leader, Di Pietro, che ha un grande pregio: é l’unico che non pretende di fare il leader della coalizione.
Il Pd ha un altro leader, Rosy Bindi, che ha un pregio raro in quel partito: piace ai suoi elettori. Ma anche la Bindi ha un unico difetto: se il suo leader le ordina di ritirarsi, lei lo fa. E infatti si é ritirata.
C’é un solo leader che piace a Bersani, se si eccettua Bersani: si chiama Casini.
E Casini é indubbiamente un leader, ma anche lui ha un unico vero difetto: vuole fare il leader di un’altra coalizione, e questo purtroppo é un problema per ben due coalizioni.
Il Pd ha un altro leader, che si chiama Veltroni. E Veltroni ha un solo piccolo problema: nessuno lo vuole leader (e nessuno ha il coraggio di dirglielo).
Anche Sinistra e libertà ha un leader, e si chiama Vendola. Ma anche lui ha un unico vero difetto: come tutti quelli che piacciono al popolo di centrosinistra non piace a Bersani.
Poi c’é un leader che piace ai poteri forti, perché é bravissimo nel fingere di attaccarli, si chiama Tremonti.
C’é uno solo che non ha capito che scherza, e si chiama Bersani: infatti ha detto che lo vedrebbe bene come leader.
Così c’é un altro rischio enorme: quello di ritrovarsi Tremonti premier sia se vince la destra sia se vince la sinistra: ecce leader, poveri noi.
Biopolitica?
Se questa legge venisse approvata, ciascuno di noi perderebbe il diritto fondamentale ad autodeterminarsi, verrebbe espropriato del potere di governare liberamente la propria vita.
Questo è il pezzo forte dell'"agenda etica" del governo, rilanciata con evidenti finalità strumentali. Il presidente del Consiglio dichiara che "su temi etici e scuole cattoliche terrà conto delle indicazioni della gerarchia ecclesiastica", trasformando in offerta sacrificale i diritti dei cittadini, incurante di quel che dice la Costituzione.
Stefano Rodotà, oggi su La Repubblica.
Ottimi motivi per firmare l'appello contro la legge qui.
Tra l'altro vorrei sapere quale "autorità morale" ha questo governo per decidere della mia vita.
Estranei ma anche no
Davanti all'ennesima provocazione del Ministro Calderoli, secondo il quale «pure la festa dei lavoratori andrebbe celebrata lavorando», le reazioni non sono mancate.
Fortunatamente anche i suoi compagni di partito hanno ribadito la "sacralità" della festa del lavoro.
Ovviamente mi è piaciuto il commento di Rosy Bindi, secondo la quale "le affermazioni di Roberto Calderoli sulla festa del primo maggio sono coerenti con la contrarietà della Lega a celebrare l’Unità d’Italia. Berlusconi e la Lega sono estranei alla vera cultura del Paese che si basa su valori condivisi, come il lavoro, i diritti dei lavoratori, i diritti delle donne, la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo".
Tanto estranei, però, da chiedere alla Lega di fare, con il PD, la legge sul federalismo.
Un pensiero per Nourredine
I sogni di un immigrato si infrangono davanti al razzismo istituzionale.