Il quadro che emerge dal continuo calo di iscrizioni universitarie è scoraggiante. E’ il quadro di una generazione senza direzione, senza guida, senza fiducia nel futuro. Un tratto che non è tipico dei giovani, ma che è frutto di un Paese che ha perso il senso stesso della parola futuro, identificata ormai delle sue stesse classi dirigenti con la prossima tornata elettorale e con la fine o meno del proprio mandato. Ma questi giovani hanno tutta la vita davanti. Diamogli un motivo per affrontarla a testa alta, con grinta e determinazione. La loro rinuncia è una sconfitta per tutti noi.
Archivi giornalieri: 7 Marzo 2011
Ce ne fossero di più in giro…
Ai miei figli racconterò la storia di Lilian Thuram.
Una lezione di sport, ma soprattutto di vita.
E insegnerò loro a diffidare di un allenatore, di un maestro o di un professore che dice:
"Smettila con le tue storie politiche".
Una piccola grande storia
Il bimbo avrà sei o sette mesi, è bello, sorride; l’uomo lo tiene sulle ginocchia, sa come tenerlo, toccarlo, parlargli, il bimbo gli risponde in un dialogo di gesti, sorrisi e suoni complici e armoniosi come dolce ed armonioso è il loro abbraccio.
Accanto a lui è seduto l’altro, anche lui ha un bimbo tra le braccia, della stessa età sembra.
“Che carini sono gemelli?” Chiede Matteo dalla poltroncina difronte.
“Si, sei bravo ad averlo capito perché non si somigliano troppo” risponde l’uomo
“E voi siete fratelli?” Continua Matteo che ha lasciato cadere il giornalino che stava sfogliando.
“No tesoro, siamo un po’ di più che fratelli”
“Davvero e che c’è di più dei fratelli? Siete gemelli anche voi due?”
“No, no sei fuori strada…”
“ E’ un gioco? Allora uno di voi due è il loro papà”
“Sbagliato siamo entrambi papà”
Matteo ora guarda davvero incuriosito i due uomini e i due bimbi, si guarda intorno perplesso
“E la mamma?”
“Vieni via Matteo, dobbiamo andare di corsa a comprare il latte prima che chiuda, torniamo dopo dal pediatra, scusatelo è un chiacchierone …”
“Ciao Matteo, ci scusi lei signora, ma cerchi di fare capire a suo figlio che ci sono tanti modi per volersi bene, e non uno solo, mentre basta un gesto per chiudere una porta”
L’uomo torna a sorridere al suo bambino, l’altro guarda il bimbo che si è addormentato tra le sue braccia, e con tenerezza gli toglie dalla fronte un ciuffo ribelle.