Archivi giornalieri: 18 Aprile 2011

Latina al voto

Latina, nella storia italiana, ha un posto tutto suo. La fondazione della città da parte di Mussolini, la bonifica dell’agro pontino, gli emigrati dal Veneto. In estrema sintesi, una città da sempre considerata di destra, per motivi storici, sociali, culturali.  E quindi persa, da un punto di vista politico. Non è mai valsa la pena fare battaglie, a sinistra, per Latina. L’esito delle elezioni è sempre stato scontato.

Quest’anno, invece, è diverso. Forte delle divisioni della destra locale, che ha portato alla caduta della giunta Zaccheo, forse il centrosinistra ha, mai come questa volta, un’occasione storica. Claudio Moscardelli, superate (almeno per ora)  le polemiche, tutte interne al PD, che si sono consumate con la sfida delle elezioni primarie e del congresso provinciale, è riuscito a compattare il PD e il centrosinistra attorno alla sua persona. Certo, non si vince a Latina semplicemente con le persone, ma con un progetto per la città e soprattutto con un PD forte e autorevole. I presupposti per fare bene ci sono tutti, il PD presenta una squadra all’altezza ed ho avuto modo, in questi mesi, di conoscere persone davvero in gamba. Emilio Ciarlo, Andrea Giansanti, Nazzareno Ranaldi sono amici che spero vivamente possano sedere nel nuovo consiglio comunale. Senza nulla togliere agli altri, però, io tengo per Fabrizio.

Ad onore del vero, però, due note stonate ci sono. La prima è la limitata presenza di donne in lista (5 sono davvero pochine). La seconda, invece, è la candidatura di Roberto Cannizzaro, ex FI, e di Aristide Carnevale, padre di un ex consigliere UDC che ha avuto qualche guaio con la giustizia. Soprattutto quest’ultima, potevano risparmiarsela. Speriamo che gli elettori sappiano scegliere a chi dare la propria preferenza.

Un target preciso per il PD

Va bene, i sondaggi non sono voti e tantissime volte le urne hanno smentito analisi ex-ante. Nel caso specifico, poi, gli indecisi sono così tanti da rendere difficile qualsiasi previsione. Però. Il sondaggio pubblicato su La Repubblica di oggi mostra un trend. La coalizione di centrosinistra, senza Terzo Polo, se la gioca con PdL e Lega. E se il PD, nel tempo che ci separa dalle elezioni politiche, provasse a convincere gli indecisi, magari ad iniziare dalle prossime amministrative, cosa succederebbe?

Errore tattico sulla Centrale del Garigliano

L’idea della compensazione è sbagliata a prescindere, perchè presuppone condividere l’idea del ritorno al nucleare. Accettare la logica del ristoro è un errore che potrebbe stringere la corda al collo degli Enti Locali. Qualcuno potrebbe dire:avete accettato le compensazioni, quindi adesso la centrale si fa. La centrale nucleare (o deposito nazionale di scorie, cambia poco), al Garigliano come altrove, non la vogliamo. Punto. Con buona pace di Sindaci e Onorevoli che tanto hanno a cuore il nostro territorio. Si, vabbè. Spazziamoli via con il referendum, il 12 e 13 giugno.

Il Buon Cristiano (Domenica delle Palme a Milano)

Perché ci sono uomini che fanno la guerra, ma non vogliono si definiscano come ‘guerra’ le loro decisioni, le scelte e le azioni violente?

Perché molti agiscono con ingiustizia, ma non vogliono che la giustizia giudichi le loro azioni?

Perché tanti vivono arricchendosi sulle spalle dei Paesi poveri, ma poi si rifiutano di accogliere coloro che fuggono dalla miseria e vengono da noi chiedendo di condividere un benessere costruito proprio sulla loro povertà?

Verrebbe da dire: parole sante, quelle pronunciate dal Cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi. Non so però quanto saranno ascoltate. Dai potenti ai quali queste parole sono indirizzate, che si autoassolveranno dicendo: ma il Cardinale non si riferiva a me,  ce l’aveva con gli altri. E non saranno ascoltate nemmeno dalla maggior parte dei fedeli “comuni”, per i quali, ormai, tutto è concesso, tutto è dovuto, e non c’è parola di Dio, di Cristo, di Santo o di Cardinale che tenga, anche di fronte alle nefandezze commesse da chi ci governa. Resta la consolazione dell’esistenza di una Chiesa che, quando vuole, sa ancora dire parole forti. E che forse dovrebbe iniziare a scomunicare qualcuno. A somministrare meno sacramenti ai potenti che predicano male e razzolano peggio.

Seminatori d’odio (quelli veri)

Premetto che non ho mai avuto la sfortuna di vedere un TG1 delle 20 da quando è iniziata l’epoca Minzolini. Qualcuno mi dirà: per criticare bisogna conoscere. Giusto. Allora io mi esercito con Il Giornale, tanto è lo stesso. Così capita che quasi ogni giorno sfogli le pagine on-line del quotidiano che fu di Indro Montanelli per vedere il livello di faziosità che può raggiungere la mente umana. Non mi soffermo più di tanto su bunga-bunga e giustizia, tanto già so cosa aspettarmi. Però ci provo, eh. Leggo mezzo articolo, anche di più, poi mi assale, puntuale, rapido, un bruciore di stomaco e mi arrendo. Però a volte vado fino in fondo. Come ieri, quando incappo in un commento sulla morte di Vittorio Arrigoni, definito ultrà pacifista e giù con contumelie, ironia, paragoni senza alcun senso. Un articolo, scritto per denunciare l’esistenza di vittime di serie A e vittime di serie B, che diventa esso stesso la prova provata di come, per Il Giornale, esistano vittime di serie A e vittime di serie B. A parti invertite, ovviamente. Che merde.