Archivio mensile:Luglio 2011

L’estate del cambiamento

“Se fossi un ragazzo di provincia, dopo aver visto quel che è successo a Milano, adesso avrei la speranza che succeda anche nella mia città. Vorrei fare il volontario per un candidato che conosco e che stimo, e vorrei che il suo comitato elettorale fosse un luogo aperto in cui tutti possono portare il loro entusiasmo e le loro idee. Vorrei che il Pd lo capisse, e permettesse ai suoi elettori di scegliersi i propri candidati a Camera e Senato (e anche a Sindaco, Presidente della Provincia, Presidente della Regione, ndr) con primarie aperte e libere.”

Questa la prefazione del Libretto Arancione, che potete scaricare (e diffondere) qui. Un compendio di proposte e suggerimenti per confrontarsi, nel PD e nel centrosinistra. Alla pari. Affinchè tutti, ma proprio tutti (soprattutto le giovani generazioni, guarda un pò!), possano dare il loro contributo per costruire un Paese migliore.

Pagliuzze. Fastidiose per alcuni, ma pagliuzze

Non mi iscrivo al partito del Benaltrismo, sia chiaro. Ma, sinceramente, mi sembra di poter dire che gli ambulanti extracomunitari abusivi non siano una piaga sociale, a Minturno.

 Legalità? Va bene. Facciamo così, allora. Sarò più contento quando leggerò di un blitz contro chi affitta appartamenti, box, scantinati, baracche a prezzi folli, ci stipa 20 persone e non paga una lira (oops, un euro) di tasse. Oppure contro chi non ha mai pagato la munnezza in vita sua. O per demolire un pò di case abusive agli atti degli morti. Oppure quando vedrò un vigile urbano fermare qualcuno che gira in moto senza casco. Ok? Un grazie sentito alle forze dell’ordine.

Mara, Ministra senza portafoglio ma con tanta ipocrisia

 “I soldi erano stati stanziati dal governo Prodi. Poi, la Carfagna, su suggeri-mento di Tremonti, li ha spostati. Dove non si sa. L’unica cosa certa è che tre di quei 18 milioni sono finiti sull’edilizia, a favore della ricostruzione de l’Aquila”.

Quindi, ricapitolando. Niente più soldi ai centri antiviolenza e a L’Aquila non si muove foglia. Non male.

Ciò che sconvolge, però, è l’approccio al problema: “Il governo attuale ha inaugurato una politica volta alla mediazione all’interno della famiglia. Si spinge affinché le donne vittime di violenza restino in casa, risolvano i problemi assieme all’uomo. Ma, a quanto pare, non leggono nemmeno le statistiche 3. Una politica così è fallimentare”.

P.s. Nella foto la Ministra risolve un diverbio con il coniuge.

Più sicurezza per tutti

Bobo e Aledanno sono proprio una gran coppia (Mantovano, perdonatemi, nemmeno lo considero). Non ce n’è per nessuno. Aledanno ha fatto la campagna elettorale sul tema sicurezza, e tre anni dopo Roma è palcoscenico di violenze, aggressioni, sparatorie che se c’era ancora Uolter sindaco la metà bastavano. Come si affronta una tale situazione? Invece di dare più risorse alle forze di polizia, si assumono 7000 vigilantes. Grandiosi. Forse provano a fare il bis delle ronde. Ah, dimenticavo. Bobo è il miglior Ministro dell’Interno che l’Italia abbia mai avuto.

 

Un’altra pasta d’uomo, senza dubbio

“Da subito rinuncio alle prerogative connesse alla vicepresidenza, non parteciperò più all’ufficio di presidenza e già dal prossimo consiglio siederò tra i banchi dei consiglieri di minoranza. Sono certo di interpretare anche i sentimenti di chi mi ha eletto nel voler garantire  in queste circostanze il massimo rispetto delle istituzioni”.

Quando si dice salvaguardare le istituzioni. E Penati  è “semplicemente” iscritto nel registro degli indagati, per dire. Le indagini faranno il loro corso. Si doveva procedere così anche a Minturno. Il PD di Minturno aveva il dovere di chiedere un comportamento analogo al Presidente del Consiglio Comunale. Ma paragonare Del Balzo a Penati è come mettere la lana con la seta. E qui mi fermo.

Carlo Giuliani, ragazzo

Sono passati dieci anni da quel luglio del 2001. Sembrava che il mondo potesse cambiare davvero, sotto la spinta di un Movimento che si opponeva alla “globalizzazione” e immaginava una società più giusta. Una società a misura d’uomo, non solo commercio, business, sfruttamento delle risorse indefinito senza tenere in considerazione la natura. Grande attenzione per i poveri della Terra, esclusi da qualsiasi forma di progresso. Sfruttati, loro e loro terre. Lo sentivo vicino alle mie idee, alle mie aspirazioni, il Movimento. Mi riconoscevo spesso nelle parole di Luca Casarini, anche se  erano chiare le contraddizioni, il rifiuto-non-rifiuto della violenza come forma di opposizione alle multinazionali, alla politica dei Grandi, ai processi economici in atto. Volevo andare a Genova, quel luglio del 2001, per il concerto di Manu Chao e per i cortei, le manifestazioni. Volevo esserci. Poi scelsi di rimanere a Roma, un pò per pigrizia, un pò per timore che il clima potesse surriscaldarsi oltre quanto si immaginasse già dalle tensioni della vigilia. Ho sempre pensato che se fossi stato a Genova, in quei giorni, e avessi visto con i miei occhi le violenze, i soprusi, gli abusi delle forze dell’ordine contro persone inermi (i “black-block” furono lasciati devastare pezzi di città indisturbati), avrei preso anche io un sasso in mano e l’avrei lanciato contro un poliziotto, un finanziere, un carabiniere infedele. O forse solo fedeli agli ordini che Fini, Ascierto e Mantovano impartivano dalle sale operative.  Forse avrei preso un estintore e l’avrei lanciato contro una camionetta dei carabineri, nella quale c’erano ragazzi mandati allo sbaraglio, senza preparazione per poter fronteggiare i tumulti di quei giorni. Forse avrei fatto esattamente quello che ha fatto Carlo. Un ragazzo, come me, come tanti.

Le chiacchiere stanno sottozero

Ieri ricorreva il diciannovesimo anniversario dell’uccisione di Paolo Borsellino e della sua scorta. Commemorazioni ovunque. Parole contro la mafia ovunque. Ma i fatti? Da elettore e (piccolissimo) dirigente del PD, dico che anche il mio partito parla a vanvera, in queste occasioni, se poi tra i banchi del Senato siede Vladimiro Crisafulli. Per l’occasione, allora, ho rispolverato questo articolo. Duro, certo. Però una riflessione sui contenuti va fatta. E un dibattito va aperto. Perchè la mafia non si combatte solo a chiacchiere.

p.s. Per la cronaca Crisafulli, pur vincendo le primarie per la candidatura a Sindaco di Enna, si è poi ritirato dalla competizione.

Si all’arresto?

Oggi si vota al Senato per decidere dell’arresto del senatore PD Alberto Tedesco. Il PD ha annunciato che voterà si. Una buona notizia. Ma non diamo nulla per scontato. Io credo che il PD abbia preso questa decisione non perchè sia realmente convinto che non esiste fumus persecutionis nei confronti di Tedesco, ma per semplice calcolo politico. Perché la vicenda va a braccetto con il voto sull’arresto di Alfonso Papa. L’arresto di Tedesco serve solo a mettere in difficoltà l’asse Lega-PdL.  Almeno a provarci. Ma se il voto sarà segreto, ho paura che ne vedremo delle belle, in tutti e due i casi.

Demagogia ribollita

Posso dirlo? Matteo Renzi mi ha davvero rotto le palle. Se sta dove sta, e dice quello che dice, deve ringraziare anche tutte quelle persone che hanno lavorato una vita e sono iscritti, da pensionati, al sindacato. Che hanno lottato anche per chi, oggi, denigra le organizzazioni sindacali. Ci vuole più rispetto. Per chi ha lavorato. E per chi lavora. Anche nel Comune di Firenze.