Mi sono sempre piaciute le contraddizioni. Come quelle di Bobo Maroni. Leghista che indossava l’eskimo. Che salva il culo del ministro Romano ma fa il culo (si fa per dire) al ministro Brunetta per l’idea, folle, di abolire la certificazione antimafia. Che fa lo sborone illustrando mirabolanti successi del governo nella lotta alla mafia e non ha il coraggio di sciogliere per mafia il consiglio comunale di Fondi, feudo incontrastato dell’ex poliziotto senatore Fazzone e delle famiglie calabresi, nonostante il parere del prefetto Frattasi. Che coraggio, Bobo. Un gran ministro. Il migliore. Davvero.
Archivi giornalieri: 26 Settembre 2011
Ancora sulla commissione provinciale di garanzia del PD Latina
Se la nomina, illegittima, della commissione di garanzia ci ha lasciati interdetti, la replica della segreteria provinciale ci lascia sinceramente sconcertati. Sembra quasi che la segreteria provinciale del PD, invece di esercitare il proprio ruolo politico, si erga a censore dei comportamenti dei suoi dirigenti e nomini i suoi tribunali a mò di Santa Inquisizione.
Chiediamo venia se non abbiamo partecipato all’ultima direzione provinciale datata 8 Luglio. Una mancanza che, peraltro, ha riguardato più della metà dei componenti della direzione, tanto da mandare deserta la seduta.
Ci permettiamo di evidenziare come ciò significhi che da circa tre mesi non si riunisce il Partito provinciale, in una fase politica cruciale per pianificare le strategie del Partito Democratico in vista delle prossime elezioni amministrative e per affrontare in maniera definitiva lo spinoso tema delle alleanze.
In attesa, quindi, di ricevere copia del verbale della seduta della direzione dello scorso 8 luglio durante la quale, a quanto ci risulta, non si è discusso in merito alla nomina della commissione di garanzia, ricordiamo comunque che la nomina di tale organismo è prerogativa dell’assemblea e, solo in casi di conclamata urgenza, della direzione, salvo ratifica dell’assemblea stessa.
Chiediamo, pertanto, che sia convocata a breve l’assemblea provinciale per nominare la commissione di garanzia come previsto dai regolamenti del nostro partito, ribadendo, ancora una volta, che l’ultima direzione provinciale convocata per l’ 8 luglio non si è nemmeno potuta insediare per mancanza del numero legale e quindi nulla ha potuto deliberare in merito.
In caso contrario procederemo ad un ricorso formale ai sensi dello Statuto Regionale e contesteremo ufficialmente il fatto che la nomina della commissione provinciale di garanzia non ha rispettato le modalità di elezione come previsto dal medesimo Statuto Regionale.
Non stiamo attaccando il Partito, bensì lo stiamo difendendo dagli atti maldestri ed illegittimi di una segreteria che è politicamente latitante, tant’è che nodi politici cruciali, come ad esempio il tema delle alleanze, sul quale il PD provinciale rischia di avere una posizione confusa e indecifrabile, non vengono minimamente trattati, mentre il segretario provinciale rischia (come più volte già accaduto) di venire sconfessato sistematicamente da figure istituzionali apicali del Partito pontino che non rinunciano a rivestire il ruolo di capicorrente.
Per quanto riguarda l’accusa di inscenare proteste per rallentare il funzionamento della commissione di garanzia provinciale, evidenziamo che questa accusa e’ ridicola e destituita di ogni fondamento, perché siamo noi che pretendiamo l’istituzione immediata di una commissione di garanzia pienamente legittimata.
Nella nostra provincia sono presenti casi giudiziari assai più gravi del noto caso Penati, con iscritti e rappresentanti del nostro partito rinviati a giudizio per gravi reati, così come sussistono casi di eletti del nostro partito che hanno deciso di uscire da gruppi consiliari del PD. Siamo di fronte a questioni in merito alle quali il Codice Etico del Partito Democratico non lascia adito a dubbi interpretativi e pertanto andrebbero affrontati da una commissione di garanzia nel pieno della sua legittimità e autorevolezza.
Siamo preoccupati del fatto che, viceversa, la segreteria provinciale si riservi la facoltà di attivare “processi di chiarezza” e lanci altresì moniti sconclusionati dal sapore vagamente intimidatorio ad un organismo di garanzia che ha tutt’altro compito.
Non possiamo fare a meno di cogliere, in un atteggiamento così miope, la rinuncia ad esercitare il proprio ruolo di garante di una visione unitaria del Partito e l’implicita ammissione di una propria incapacità politica.
Dopo la disfatta elettorale patita alle scorse elezioni amministrative in gran parte della provincia, peraltro in controtendenza con il risultato nazionale, chiediamo un rilancio dell’azione politica del Partito affinché il PD pontino sia pronto per i prossimi appuntamenti elettorali, anche se temiamo che gli obiettivi e le preoccupazioni della segreteria provinciale siano, ad oggi, altri.
I bambini ci salveranno
Secondo me il fatto positivo è questo: nascono bambini, e i bambini sono bambini. Divento una iena, quando si cerca di discriminare un neonato o un ragazzino per il colore della sua pelle. Gli adulti stranieri, anche se più deboli, si possono difendere. I bimbi no. E noi dobbiamo imparare da questi piccoli. In prima elementare, dove ci sono cinesi, pachistani e tanti altri, ho chiesto a una bimba italiana: ci sono stranieri, nella tua classe? Lei mi ha guardato stupita e mi ha risposto: no, non ce ne sono. Per lei ci sono Lin, Said, Hajar, compagni di classe, non stranieri.
Succede a Novi di Modena, un paese nel quale le nascite dei bambini stranieri hanno superato quelle dei bambini italiani. E la Lega Nord protesta: “Hanno anche le case e i servizi, costruiti però dalle famiglie novesi che da secoli lavorano qui e producono reddito”.
Addirittura. Le case. E i servizi. Roba da matti.
PiGi, chiama Zapatero
Bersani (e non solo, nel PD, n.d.r.): “Pronti a un governo di emergenza”.
Casini: “Al voto”.
A volte PiGi mi sembra l’ultimo dei mohicani. Va bene, la situazione economica del Paese è quella che è. La credibilità pure. È bene che B. vada via al più presto. Ma è necessario dare la parola agli elettori. Punto. Fanno così in Spagna, per dire. E non è che la situazione sia rose e fiori, da quelle parti.