In queste ore il governo Monti I sta ottenendo la fiducia alla Camera. Si tira un sospiro di sollievo, quantomeno perché se n’è andata, almeno per ora, una compagine ministeriale che gridava vendetta. È vero, lo spred non sta scendendo per il solo effetto-dipartita-berlusconi, però almeno i mercati, i partner europei, le istituzioni finanziarie sanno che possono contare, in Italia, su degli interlocutori credibili. Quale sia il compito del governo Monti lo sappiamo tutti. Se avrà la forza per attuare il suo programma, lo vedremo. Credo che ciò dipenderà, fondamentalmente, dai frondisti del PDL. In parole povere, saremo in mano a Scajola, a Pisanu e sodali. Non male.
Il PD non farà mancare il suo appoggio incondizionato, ne sono certo. A tutti i costi. Per tutto il tempo che serve. E quindi fino alla naturale scadenza della legislatura. 2013. Se il governo cadrà prima, non sarà per mano di Bersani, di certo.
Ora io capisco tutto, la necessità di far raffreddare un clima politico avvelenato a dir poco, l’impossibilità per il Paese di sostenere una campagna elettorale in una tale situazione economica, il passo indietro della politica, o meglio, dei partiti politici che si sono, in questi mesi, auto-delegittimati. Diciamo che un periodo di decantazione durante il quale un governo autorevole prova ad indicare una strada per rimettere in sento L’Italia ci sta tutto. Quello che continuo a non capire fino in fondo, però, è cosa vuole il PD per il futuro. E parlo dell’attuale gruppo dirigente, quello che decide. Quello che sta sempre in prima fila (e non sempre in prima linea). Io ho l’impressione che non lo sappiano. O quantomeno che manchi il coraggio di presentarsi a cittadini ed elettori con una visione chiara, riconoscibile e condivisa dell’Italia futura. E allora si cercano sponde al centro, si edulcorano e annacquano le proposte, sfumano i contenuti. Ecco, io non vorrei che la responsabilità del PD, meritoria, unita all’ignavia di chi preferisce sempre rimanere un passo indietro rispetto ad una piena assunzione di responsabilità, dirigesse il PD verso un’alleanza esclusiva con il centro “politico” del Paese. Ecco io temo che nel 2013 ci ritroveremo insieme ai nuovi responsabili, buoni per tutte le stagioni, e allora la domanda di Adriano Sofri (Ma allora non è mai il tempo per fare le cose giuste?) rimarrà senza risposta. Non sapendo o non volendo, il PD, guardare lontano.