Archivio mensile:Aprile 2012

Sindaci in prima linea

Leggo con piacere delle dimissioni “congelate” da parte del Sindaco di Monasterace, Maria Carmela Lanzetta. Decisione comunicata durante una conferenza stampa tenuta al fianco di Pierluigi Bersani. La rete si affretta a condividere, con grandissimo entusiasmo, questa notizia, una vittoria della legalità e del coraggio. Il coraggio di una donna alla quale hanno bruciato la farmacia, la macchina e che vive sotto la minaccia continua da parte delle organizzazioni mafiose. Al solito le istituzioni, i partiti, non mancano di far sentire la propria voce e in queste occasioni celebrano il coraggio degli amministratori locali che non si arrendono. Le parole si sprecano, ma davvero.

E i fatti?

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Basta affissioni abusive – Pt. 2

Grazie a Giuseppe che ci segnala il salto di qualità del candidato Pino Russo e ci rammenta la normativa che regola le modalità di svolgimento della campagna elettorale:

“Dal trentesimo giorno antecedente le elezioni è vietata ogni forma di propaganda elettorale figurativa a carattere fisso in luogo pubblico (striscioni, drappi, cartelli stradali, poster, scritte sui muri, etc). L’unica propaganda figurativa a carattere fisso ammessa è quella costituita dalle affissioni sugli appositi spazi”.

Basta affissioni abusive

 

Il problema delle affissioni selvagge non riguarda solo Roma, ovviamente. È un malcostume diffusissimo pressoché ovunque. E trasversale. Minturno non ne è esente. Le elezioni incombono, e l’amica Mimma Nuzzo ha provato a sensibilizzare tutti sulla questione.

Ne è scaturito un impegno delle forze politiche preso con il Commissario Prefettizio e, soprattutto, con i cittadini.

Il risultato, sotto gli occhi di tutti durante lo scorso fine settimana, è questo.

Lascio a voi ogni commento. Aggiungo solo che ciò che mi fa incazzare di più è che il mio partito si comporti esattamente come tutti gli altri. E non venitemi a parlare di benaltrismo, perchè c’è di mezzo la civiltà. E il rispetto per la propria comunità. E la credibilità del partito e dei singoli. E il mancato versamento dei tributi al Comune. E anche lo sperpero di denaro, che di questi tempi vedere ‘sto spreco uno schiaffo in faccia alle difficoltà economiche di tante famiglie.

Costruire, ma con un progetto

Grazie ad Andrea, vi segnalo un articolo di noiseFromAmerika.org a firma di Sandro Brusco. Un’analisi tanto impietosa quanto veritiera sull’operato del Governo Monti, alla luce della famigerata lettera della BCE. Più che condivisibili le conclusioni:

Se vogliamo qualcosa di diverso, sarà bene che iniziamo a pensare a come costruirlo.

E mi sa che qui iniziano i problemi.

Un vocabolo sconosciuto

La Lega mi è sempre stata sul culo. Sempre. Dal lontano 1991. Hanno rovinato un paese contribuendo a far emergere gli istinti peggiori degli italiani. Contro gli immigrati, contro i “diversi”, contro gli ultimi. Hanno fallito politicamente perchè tutto cio per cui dicono di esseresi sempre battuti, il federalismo, non si è mai realizzato. Hanno imbarbarito il clima politico, costringendo i partiti “tradizionali”a seguirli su un terreno fatto di insulti,  inconsistenza delle proposte politiche, regressione culturale e sociale. Non mi fanno pena i militanti delusi che ancora osannano il Capo manco fosse Ceausescu ai tempi d’oro della Romania. Non mi fanno simpatia i dirigenti illuminati, quelli delle cannonate ai barconi di migranti, quelli che prima i padani e poi gli altri. Mi fa cacarissimo Renzo Bossi, prototipo del familismo in salsa padana, zero cervello e tanti calci in culo, che almeno il padre gliene servisse un bel pò, di quelli veri, adesso. Però. Almeno la parola dimissioni la conoscono. Sarà per convenienza. Sarà perchè non hanno avuto scelta. Sarà per coglionaggine. Però la parola DIMISSIONI l’hanno pronunciata. Le DIMISSIONI le hanno date. Mi vengono in mente Tedesco, Lusi, Penati. Mi fa schifo dire prendete esempio. Avrebbero dovuto darlo loro, l’esempio. Però è così. Quelli eletti nel PD NON l’hanno fatto.

Meno male che Mila c’è

Mila ci aggiorna sullo stato della scuola.

Due notti fa è crollato il tetto di una scuola elementare a Palermo. Proprio in un’aula. Niente di nuovo. E’ così “normale” che non è nemmeno una notizia. La notizia sarebbe: il tetto che non crolla.  ”Incredibile! Nelle scuole italiane i tetti non crollano!”

Aspetta oggi e aspetta domani e passa un anno e passane un altro, il tetto si rompe e zac, cade. Di chi è la colpa? Di nessuno. La preside ha avvisato, il Comune ha il patto, i fondi per l’edilizia scolastica a Palermo sono notoriamente a zero e dunque amen. Andate in pace. La colpa non è di nessuno. Non puoi nemmeno protestare. Contro chi? Di grazia?