E comunque direte voi: e il senso di responsabilità, e non si vince sulle macerie, e la Grecia, e il default, e la crisi. Tutto giusto. Però…
Stefano Menichini, però, ci dice giustamente,che forse uno sforzo in più va fatto, nel 2013.
L’anomalia del 2013 sarà tutta politica. Gli attacchi di Hollande a Sarkozy sono oggi la malinconica metafora dell’impossibilità per il Pd di costruire una campagna elettorale relativamente “facile” contro il flop economico e sociale del centrodestra. Troppo tempo e troppi cambiamenti saranno intercorsi, nel 2013, rispetto all’era di Tremonti e Brunetta, Gelmini e Calderoli. Gli italiani avranno in testa quasi solo la mini legislatura montiana, della quale peraltro i partiti duellanti saranno stati, nel bene e nel male, corresponsabili. Se parlare molto del passato è scelta opinabile in campagna elettorale, occuparsi troppo del passato remoto è un azzardo. Forse per una volta in Italia nel 2013 succederà davvero, per forza di cose, che chi vorrà vincere le elezioni dovrà sforzarsi di proporre solo miglioramenti tangibili per il futuro.
Da Bersani o chi per lui. Oddio, per Bersani pirsonalmente di pirsona la vedo dura, se il PD non si dà una smossa.