Paradossalmente il PD, che resta l’unico partito tradizionale credibile, ha il pallino in mano. Deve decidere cosa fare, e farlo subito. Se resta immobile, crogiolandosi sull’esistente, verrà travolto. Se invece assumerà su di sè la responsabilità di essere il partito società, portatore sano degli interessi larghi del Paese, se lancerà la sfida di una nuova legge elettorale, se convocherà le primarie per scegliere il Premier e i parlamentari della prossima legislatura, aprendosi davvero allo società e a tutto quello che si è mosso in questi anni, e se dunque candiderà a guidare il partito e quindi il Paese una nuova generazione di dirigente, scelti per merito e non per fedeltà alla linea, allora il PD vincerà le prossime elezioni. E salveremo il Paese dal baratro, e con esso anche l’Europa.
È un compito storico. Non possiamo fallire. Dobbiamo essere all’altezza della richiesta fortissima di cambiamento. E chi ha la responsabilità di guidare il PD in questo momento, deve sentire su di sè tutto il peso di questa delicatissima fase politica.