Stefano Disegni, qui.
Archivi giornalieri: 4 Giugno 2012
Tieni a mente Tienanmen
Lo sciopero della fame è la scelta di chi non ha scelta. Stiamo combattendo per la vita con il coraggio di morire. Ma siamo ancora ragazzi.
Questa frase è rimasta impressa nella mia memoria. Era sul retro della tessera della FGCI, credo quella del 1989 o del 1990. La mia prima tessera di partito. Ce l’ho conservata, da qualche parte. Di lì a poco sarebbe crollato tutto, ad Est, eccetto che la Cina, ma in quei giorni di primavera dell’89 guardavamo a quel Paese e alle proteste di chi chiedeva, in fondo, solo democrazia. Guardavamo al coraggio dei ragazzi di Piazza Tienanmen, e pensavamo, con l’ingenuità, l’ottimismo e la speranza di adolescenti, che davvero il Mondo potesse essere un pò migliore. Sono passati 23 anni, e la Cina sta ancora lì, e con essa buona parte della dittature del pianeta, a parte quelle destituite per motivi socio-economico-politici ma non di certo per difendere la democrazia in quanto valore universale. Sono passati 23 anni: chi non ha perso la vita, in quei giorni, è diventato uomo senza poter vivere in un paese libero. E anche noi, dopo quasi un quarto di secolo, siamo un pò meno liberi di allora, anche se ci si illude che non sia così.
Menotrentasettepercento
Colpisce come il “gap salariale fra uomini e donne persista persino in un gruppo socio-economico relativamente benestante e istruito come quello dei licei milanesi”. Se è così in quell’ambiente protetto, figuriamoci nel resto del Paese.
È quanto emerge da uno studio pubblicato dalla Fondazione Rodolfo Debenedetti.
La questione femminile, in Italia, è centrale. E porta dentro di sè i problemi del welfare, del sud, della famiglia, della maternità (e della paternità). E misura l’arretratezza di un Paese.