La guida completa ai referendum del PD la trovate sul sito di Prossima Italia.
Chi non ha voglia di cliccare, la legge di seguito.
Lo Statuto del Partito Democratico – in particolare all’Articolo 27 – prevede, oltre ovviamente alle primarie, un altro strumento di partecipazione aperto a tutti gli iscritti, gli elettori e i simpatizzanti: e quello strumento è il referendum.
A differenza delle primarie, però, nei quattro anni di vita del Partito Democratico, mai nessun referendum è stato indetto.
A meno di un anno dalle elezioni politiche 2013, proponiamo quindi di convocare una serie di referendum che permettano a tutti gli elettori del Pd di esprimersi su tematiche politiche e di programma. Vediamo come.
Cosa serve per presentare i referendum?
I referendum possono essere chiesti, da Statuto, “qualora ne facciano richiesta il Segretario nazionale, ovvero la Direzione nazionale con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei suoi componenti, ovvero il trenta per cento dei componenti l’Assemblea nazionale, ovvero il cinque per cento degli iscritti al Partito Democratico”.
La nostra proposta è quella di raccogliere le firme presso almeno il 5 per cento degli iscritti.
A quanto corrisponde il 5 per cento degli iscritti?
Secondo una dichiarazione del responsabile nazionale organizzazione del Pd, nel 2011 gli iscritti erano 610mila. Questo significa che bisognerà raccogliere 30.500 firme circa.
Chi potrà votare ai referendum?
Questo è molto importante: la raccolta delle firme per chiedere il referendum può avvenire solo tra gli iscritti. Ma ai referendum potranno votare liberamente tutti gli elettori del Pd. Lo Statuto dice infatti che la proposta deve specificare “se la partecipazione è aperta a tutti gli elettori o soltanto agli iscritti”, e noi abbiamo optato per la prima formula, quella aperta a tutti.
Quando si terranno i referendum?
La nostra proposta è quella di abbinare il giorno dei referendum a quello delle primarie per il candidato premier e, come contenuto in una nostra proposta precedente, a quello per la scelta dei candidati al Parlamento. Nella speranza, ovviamente, che in questo modo i nostri elettori possano scegliere in un solo weekend candidato premier, candidato al Parlamento e programma di Governo.
Chi propone i referendum?
I referendum sono proposti da militanti del Partito Democratico presenti in tutte le parti del Paese, e la proposta è ovviamente aperta alla partecipazione di tutti coloro che vorranno proporsi per dare una mano.
Vorrei aiutare, con chi mi posso mettere in contatto?
A breve pubblicheremo un elenco di referenti locali, con i rispettivi recapiti, divisi per zona. Ovviamente è possibile dare la propria disponibilità a fornire un aiuto, o a coprire zone scoperte, scrivendo ai diretti interessati o alla nostra mail.
Non sono iscritto, ma vorrei comunque dare una mano sin da ora, come posso fare?
Per prima cosa, potresti tesserarti al Pd, nel circolo a te più vicino. In alternativa, puoi comunque spargere la voce, o metterti in contatto con i referenti della tua zona per aiutare con il lavoro di contatto con gli iscritti. Infine, potresti contribuire alle spese che affronteremo – e che saranno interamente autofinanziate – facendo una donazione qui.
E’ possibile firmare on line?
Purtroppo questa possibilità al momento non è prevista, ma è comunque possibile scriverci per segnalare la propria adesione – indicando anche il numero di telefono – ed essere ricontattati nel più breve tempo possibile.
Perché chiedere i referendum?
Per lo stesso motivo per cui chiediamo che i nostri elettori possano votare alle primarie per i candidati alla premiership e al Parlamento: perché in una situazione di grave crisi del Paese, crediamo sia utile che il Partito Democratico usi tutti gli strumenti della partecipazione, coinvolgendo la sua base e precisando la sua proposta, oltre che i suoi interpreti, facendola uscire dalle sole logiche politiciste.
Quali sono i quesiti?
Nei giorni scorsi abbiamo fatto alcune proposte e aperto una riflessione allargata sui temi che ci sembravano più importanti per la proposta politica del Pd. Tra questi, i diritti civili e il matrimonio gay, la riduzione dell’Irpef attraverso un’imposta sui patrimoni, un quesito sui grandi temi ambientali del Paese, la riduzione della spesa militare, il reddito di cittadinanza, la corruzione e la riforma della politica, e infine un quesito di indirizzo politico, dedicato all’alleanza con l’Udc e altre forze già al Governo con il centrodestra negli ultimi vent’anni. Proprio in questo momento una serie di esperti nei vari temi sta valutando la fattibilità dei quesiti e lavorando a una loro formulazione ufficiale e ammissibile. Contiamo di pubblicarli il prima possibile.
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