Beh, probabilmente la voce ti è arrivata.
Dico a te, iscritto al PD. Elettore del PD. O potenziale elettore del PD. Tu, che hai preso in considerazione, seppur lontanamente, di votare PD. E anche tu, che votavi PD ma hai deciso che ora basta, non se ne può più.
Te l’hanno mai detto che esiste, nel Partito Democratico, uno strumento previsto dallo Statuto che si chiama referendum, con il quale tu, pirsonalmente di pirsona, puoi dire la tua su alcuni temi che sono sottoposti al voto degli elettori del PD?
E allora capita che in una assemblea di democratici che si sono riuniti ad Albinea, lo scorso fine settimana, si decida di usarlo, questo strumento. Così, almeno, per una volta si proverà a discutere di cose da fare, e non di nomi, o di strategie. Per una volta non si starà a smacchiare i giaguari sulle interviste, ma si chiederà il tuo parere, che so, sulle alleanze, sul fisco, sulle spese militari, sull’ambiente. Sui diritti. Ci sono persone che stanno lavorando ai testi, e prestissimo saranno pronti, e saranno resi pubblici.
Che dici, la dai una mano al Partito Democratico? Perchè sai, ai promotori dei referendum non importa contarsi. Non importa alzare il prezzo per decidere se stare con Bersani o con Renzi, per dire. Importano le idee. E magari le idee chiare, quelle che da molto tempo il PD non riesce ad elaborare tanto da avere generato un pò di delusione nel suo elettorato. Te ne sei accorto anche tu che il PD è inchiodato al 25% da anni, vero? Non aggiungo altro. Ecco, i promotori hanno a cuore il PD. Strano, no?
Sappi, comunque, che la strada è in salita. Servono almeno 30.000 firme degli iscritti affinché si possa provare a tenerli, i referendum. Il 5% degli iscritti. Poi l’assemblea nazionale e la commissione nazionale di garanzia decideranno sull’ammissibilità dei referendum. E solo allora elettori, cittadini, potranno esprimersi. Tu potrai esprimerti. Un passo alla volta, però. Servono le firme, prima di tutto. E allora, che aspetti? Il PD ha bisogno anche di te.