Ho la fortuna di lavorare. In una grande società progettazione che occupa, per lo più, laureati. Persone che si interessano a ciò che accade intorno a loro e con le quali si parla, ovviamente, anche di politica. Moltissime sono le persone “di sinistra”. Pochissimi, ultimamente, quelli che danno fiducia al PD. Molti coloro i quali guardano con simpatia a M5S, alcuni hanno iniziato, o meglio, ri-iniziato a fare politica con il movimento di Grillo. Persone che stavano nel PCI, per intenderci. Persone che hanno votato PDS, DS e PD fino a alle elezioni scorse. Persone che sono lontane anni luce dalla descrizione che ne fa Marianna Madia: ”Grillo, i grillini hanno dei metodi antidemocratici, sono violenti”. Parlandoci (!), puoi scoprire che non ne possono più delle stesse facce in Parlamento da trent’anni, che imputano al centrosinistra di non aver fatto la legge sul conflitto di interessi quando ne aveva la possibilità e cose del genere che stanno sui cabasisi pure a molti di quelli che, nel PD, ci sono rimasti. Me compreso. Ecco, dire che è meglio il PDL di loro (Madia arriva dopo Letta il giovane vecchio) significa non aver capito una beneamata. E, soprattutto, significa che quei voti non li riacchiappi più, se continui così.
Archivio mensile:Agosto 2012
Makkox chiude il cerchio
Le armi non servono
Sembra che la camorra nel sud pontino faccia notizie solo quando usa le armi. L’omicidio del boss scissionista Marino aTerracina è tanto eclatante quanto, se vogliamo, scontato nella sua efferatezza, in un territorio nel quale la criminalitá fa affari da anni nel quasi piú totale silenzio. Senza la necessitá di usare le armi. E con la complicitá di parte della politica. Ne abbiamo avuto prova con il caso Fondi, cittá del ras Claudio Fazzone, senatore ex poliziotto che non disdegna(va) di tenere buoni rapporti con le cosche calabresi tanto da consegnargli, in pratica, le chiavi del Comune. Incassando la solidarietá dei clan politici che dominano la provincia e non solo: Forte e tutta l’UDC, Cusani, Graziano, Del Balzo. E quando la politica va a braccetto con la criminalitá per consolidare il proprio potere elettorale l’una e il proprio potere economico l’altra, ecco che si consuma l’omicidio di un territorio. Altro che armi.
Contestualismo
È la parola d’ordine dell’Assessore Stefanelli, insieme a benaltrismo, in merito alla vicenda Cusani. Probabilmente se vivesse in Sicilia direbbe che a Palermo il problema è il traffico e che la mafia andrebbe contestualizzata in un territorio difficile. Comunque è vero, Minturno ha problemi molto gravi. L’acqua, ad esempio. La mancanza d’acqua. Lo evidenzia anche l’Assessore che peró continua a non rispondere. E allora le domande le facciamo di nuovo: cosa ha fatto, al tempo della sua permanenza nel CdA di Acqualatina, per evitare il ripetersi di gravi episodi di carenza di acqua nel Golfo di Gaeta durante il periodo estivo? Cosa ha fatto il suo partito, l’UDC, che governa provincia e regione? Fatti, non chiacchiere.
A Minturno tutto come da copione
L’acqua che non c’è
L’estate porta con sè, oltre che il caldo, problemi legati alle forniture idriche che si ripetono puntualmente da anni nonostante da tempo immemore si prometta, da parte di tecnici e amministratori, di porre mano alla questione in maniera risolutiva. I problemi dell’acquedotto che serve le cittadine del golfo di Gaeta sono senz’altro comuni a buona parte del Paese: vetustà degli impianti e condotte colabrodo su tutti, e tali inefficienze fanno si che la situazione diventi critica nel periodo estivo, allorquando la domanda di acqua aumenta a fronte di un’offerta che diminuisce a causa dell’abbassamento delle falde. Sono problemi che vengono da lontano, e precisa responsabilità nel loro puntuale ripetersi è da ascrivere a chi, negli anni, aveva il dovere di far si che i cittadini non dovessero patire per la mancanza di un bene primario e indispensabile come l’acqua. Resto quindi sorpreso nel leggere, in questi giorni, gli articoli di giornale che riportano dichiarazioni dell’assessore provinciale all’ambiente Gerardo Stefanelli, il quale lamenta l’inerzia del Comune di Minturno nell’impartire direttive in merito ad un uso responsabile dell’acqua. Un appello utile, senz’altro, ma viene da chiedersi quali iniziative abbia intrapreso, l’assessore, ai tempi della sua permanenza nel CdA di Acqualatina affinchè i problemi dell’approvvigionamento idrico nel periodo estivo non dovessero ripetersi. Così come viene da chiedersi di quali iniziative in tal senso si sia fatto promotore il suo partito, l’UDC, che governa la provincia di Latina e la Regione Lazio. E non parlo di dichiarazioni sui giornali, ma di fatti concreti. Delibere, proposte di legge, stanziamenti economici. Perchè i cittadini, già vessati da un aumento delle tariffe a fronte di un servizio sempre più carente, hanno bisogno di risposte e non di chiacchiere agostane. A maggior ragione sull’acqua, bene comune che gli italiani hanno inteso tutelare nei recenti referendum. I cittadini, infine, hanno bisogno di trasparenza negli atti amministrativi, quindi saremo ben lieti di dare tutto la pubblicità necessaria ai documenti che l’assessore Stefanelli, presidente della commissione trasparenza del Comune di Minturno, vorrà fornirci in merito all’attività sua e del suo partito sui problemi dell’approvvigionamento idrico nel golfo di Gaeta.
Lotta alla corruzione e trasparenza amministrativa (a Minturno) #2
La trasparenza amministrativa sembra essere la parola d’ordine che muove l’azione politica di vecchi e nuovi amministratori. Il Comune di Minturno si è dotato di una Commissione Trasparenza, presieduta dall’assessore Provinciale Gerardo Stefanelli, già candidato a Sindaco, che non si risparmia, con l’opposizione tutta, dall’attaccare ripetutamente la Giunta Comunale da poco insediata per episodi poco edificanti che hanno caratterizzato i primi mesi di governo. Nell’associarmi alle richieste di chiarimento sulle vicende ormai note, non posso però fare a meno di far presente che, a distanza di settimane, la mia richiesta di pubblicazione delle spese sostenute nell’ultima campagna elettorale nonchè delle dichiarazioni dei redditi degli amministratori e degli eletti in consiglio comunale è stata ignorata, con l’eccezione del consigliere Mimma Nuzzo che si è resa immediatamente disponibile alla massima pubblicità dei dati che la riguardano. Mi appello, quindi, al presidente della Commissione Trasparenza Gerardo Stefanelli affinchè si faccia parte diligente nel reiterare agli amministratori e al Consiglio Comunale una richiesta che risponde ad una esigenza di trasparenza nel rapporto con la cittadinanza non più eludibile, se davvero le parole sbandierate durante la campagna elettorale non sono state pronunciate per puri scopi propagandistici. Chiedo infine che la Commissione Trasparenza si faccia parte proponente nel destinare un’apposita pagina del rinnnovato sito comunale, all’interno della sezione “Trasparenza Valutazione e Merito”, alla pubblicazione dei dati richiesti, una volta messi a disposizione dal Sindaco, dagli assessori, dai delegati e dai consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione.
Il mio ricordo del papà di E.T.
Lo so, forse è un pò “blasfemo”, per i puristi. Però quando ho sentito della morte di Carlo Rambaldi, mi è venuto subito in mente questo.
Ciao Carlo.
La fredda estate del PD pontino
Il mese di agosto rappresenta in Italia, da tempo, un periodo dell’anno contraddistinto da grandi fermenti politici che preparano la ripresa post-ferie e tracciano il percorso per i mesi successivi dell’anno. Tale fermento risulta essere, generalmente, tanto più accentuato quanto più sono importanti gli appuntamenti elettorali che aspettano le forze politiche e i cittadini nei mesi che seguono la fine dell’estate.
Il Partito Democratico non è certamente esente dal discutere su temi fondamentali che riguardano il futuro del partito e del Paese: alleanze, economia, sviluppo, diritti, partecipazione, legge elettorale. Ma se il dibattito politico, a livello nazionale, spesso si accende a tal punto da andare di pari passo con le temperature estive, nella provincia di Latina sembra che l’inverno la faccia da padrone.
A partire dai mesi passati e fino ad oggi il PD pontino sembra avulso da qualsiasi discussione, autoreferenziale e arroccato sulle medesime posizioni che l’hanno portato ad inanellare una sconfitta dietro l’altra nelle recenti elezioni amministrative. E la preoccupazione per l’assoluta assenza di analisi politica a seguito delle recenti debacle è tanto più grande se si pensa che il rischio di affrontare le sfide dei prossimi mesi con i medesimi strumenti del passato è quanto mai reale. Non si profila, infatti, all’orizzonte, alcuna intenzione di abbandonare quelle alchimie suicide che se da un lato hanno rafforzato il potere personali di pochi, dall’altra hanno tagliato le gambe a qualsiasi ipotesi di ricambio nelle persone e nei modi di condurre l’azione politica.
A pochi mesi dal voto amministrativo che vedrà coinvolte realtà come Formia e Priverno, solo per citarne due tra le maggiori, nessuna indicazione chiara in merito a principi cardine, universalmente validi in tutta la provincia, intorno ai quali costruire le alleanze. Nessuna indicazione chiara sui rapporti con l’UDC, che continua a fagocitare pezzi del PD stesso mentre prosegue il sodalizio Cusani-Forte-Fazzone, in una provincia nella quale la questione morale dovrebbe essere la discriminante per chiunque abbia a cuore le sorti del proprio terriorio, visto il livello raggiunto dalle infiltrazioni criminali. Nessuna indicazione chiara sul modello di sviluppo economico della provincia, affidato esclusivamente ad un concetto obsoleto di progresso come quello della realizzazione di infrastrutture che continuano a consumare suolo e a produrre devastazione ambientali, mentre, ad esempio, intere porzioni di territorio sono abbandonate al degrado che devasta le coste e mette in seria difficoltà intere economie. In vista delle elezioni politiche del 2013, infine, nessuna indicazione chiara sul percorso di selezione di una nuova classe dirigente, che rischia di formarsi sui soliti processi di affiliazione e di fedeltà ai capibastone, mentre anche il PD pontino avrebbe bisogno di aprirsi alle esperienze civiche, ai movimenti e ai cittadini mediante forme ampie di partecipazione e di condivisione.
Sul tema della rappresentanza e della selezione della classe dirigente, in special modo, il Partito Democratico della provincia di Latina dovrebbe avere il coraggio di una svolta radicale, perché non vorremmo trovarci, dopo le elezioni, ancora una volta nell’imbarazzante situazione di dover segnalare ulteriori violazioni statutarie in fatto di cumulo di incarichi, come se non bastassero già quelle riguardanti autorevoli esponenti del partito pontino. La credibilità di un partito passa anche dall’esempio che si dà all’esterno con i propri comportamenti, nonché dal rispetto delle regole che ci si è dati. Risulta quindi difficile presentarsi agli elettori con autorevolezza o estendere ad altri uomini politici coinvolti in vicende giudiziarie la richiesta di fare un passo indietro quando non si risolvono in maniera chiara ed inequivocabile le questioni che si hanno al proprio interno.
Auspichiamo, quindi, che la fine dell’estate possa rappresentare, finalmente, il tempo di un rinnovato impegno del PD della provincia di Latina nella direzione del cambiamento, altrimenti la nostra provincia rischierà seriamente di restare, anche stavolta, in mano alle destre, in un contesto nazionale che speriamo sia vincente per le forze democratiche e progressiste.
La politica inerziale
DOPO Monti. Che ne sarà del sistema partitico italiano? Con quali alleanze e quali leader affronterà le prossime elezioni? Intorno alla legge elettorale: è difficile dire qualcosa. Le proposte dei diversi partiti sembrano fatte apposta per interdire quelle altrui. Mentre i contatti tra i leader e i partiti proseguono. Disegnano scenari futuri che riflettono quelli di un tempo…
Insomma, dopo Monti: la confusione regna sovrana. Tutto è possibile e nulla è escluso. In questa transizione estiva. Parole e immagini: come dissociate. Asincrone. Come provenissero da un altro mondo. D’altronde, i mercati non vanno in ferie. Non si riposano. Anzi. E neppure la politica, quest’anno. I suoi protagonisti: impegnati a disegnare mappe e scenari per il prossimo futuro. Il dopo Monti. Seguendo gli stessi linguaggi e le stesse formule di ieri. Come se – dopo Monti – fosse possibile ripetere lo stesso copione. Con le stesse etichette, le stesse sigle, gli stessi calcoli. Di prima. Io penso che si tratti di ragionamenti in-fondati. Elaborati e proposti in modo inerziale…
Le ipotesi di cui discutono i partiti e i leader risultano, per questo, inattuali. Come le mappe storiche che colleziono, disegnano confini e Paesi che non esistono più. Comunque, irriconoscibili, rispetto al presente. Come l’Italia pre-unitaria. Oppure l’Europa prima della fine della Yugoslavia e dell’Urss. Ma, dopo Monti, sono cambiate le mappe e le bussole della politica del Paese. Siamo entrati in un’epoca geopolitica diversa. Nulla resterà come prima.
Ilvo Diamanti, qui.