[…] Penso che non sia il caso di allargare a dismisura l’alleanza, e che non ci sia bisogno di sfondare a destra ma di fare (bene) il centrosinistra. Poi con la destra ci si confronterà, senza confondersi.
Penso che sia necessario costruire una coalizione di governo che purtroppo non è stata fatta prima da chi avrebbe dovuto. Le primarie a questo dovrebbero servire, anche se leggo che se vince uno, qualcun altro se ne va, e che comunque quella che vediamo non è la coalizione definitiva, perché si potrà allargare dopo le primarie. Mah.
Penso che i diritti civili o sono civili e per tutti, oppure non sono.
Penso che l’agenda Monti, che ha molto di letterario, per altro, perché ognuno la interpreta un po’ a modo suo (un po’ come quell’Europa a cui tutti si appellano, a giorni alterni), si collochi proprio su un altro piano: perché sulla nostra agenda noi dovremo chiedere i voti. E non possiamo permetterci quello che sta accadendo: che la fiducia nei confronti di Monti è inversamente proporzionale, presso i nostri elettori ma non solo, al gradimento delle sue politiche.
Non penso per altro che Monti sia una sciagura, come lo presenta qualcuno, né il leader-in-cui-riconoscersi, come qualcun altro sembra pensare. Né che si possa usare il bianco o il nero, quando si parla di questa stagione, perché è il grigio del Paese il colore che si impone. E il grigio dura da anni.
Penso non si debbano promettere cose strampalate, ma una riduzione delle tasse sul lavoro e sulla produzione e una patrimoniale per chi dispone di grandi ricchezze (una cosa all’europea). Che non è l’Imu, per intenderci, come qualcuno sostiene.
Penso che in un anno si debba stipulare la convenzione con la Svizzera – che vale più della spending review – e che sia il momento di attivarsi per una seria lotta all’evasione fiscale, con i computer e non con i blitz.
Penso che ci vuole l’Europa, quella di cui parlano Ed Miliband e Peer Steinbrück (e anche un po’ Bersani, va detto), a proposito di finanza, di regole e di civiltà della democrazia.
Penso che in ogni sede e a tutti livelli la politica si debba contenere, in termini di clientelismo, nomine e chiacchiere, a cominciare dalla riduzione e razionalizzazione delle quasi 7000 aziende pubbliche. E che politici (e candidati) debbano per primi dare il buon esempio.
Penso che i risultati dei referendum vadano rispettati. E che si debba essere conseguenti. E che non possa parlare di beni comuni chi non li rispetta. E che non possa fare politica chi snobba le leggi d’iniziativa popolare, come troppo spesso è accaduto.
Penso che l’ambiente per l’Italia sia strategico, come poche altre cose. E che il suolo ed il paesaggio lo siano più di tutte le altre. E vorrei un po’ più di impegno, in questo senso.
Penso che l’antipolitica la facciano i politici che la chiamano così.
Penso che il recupero dell’astensione sia il nostro primo obiettivo e che il M5S sarà il convitato di pietra di queste primarie.
Penso che ci voglia una sussiding review e che si debba preferire la diminuzione delle tasse ai molti contributi a pioggia destinati alle imprese.
Penso che prima di fare altre opere (puntualmente corredate da omissioni) si debbano finire di pagare quelle vecchie e quelle incompiute.
Penso che nuove autostrade vadano bene solo se sono informatiche. E che ci sia una questione cemento da affrontare quanto prima.
E penso, soprattutto, che si debba aprire un grande dibattito sulle cose da fare, come ho cercato di fare, in questi mesi.
E che ci vogliano parlamentari scelti dai cittadini (come, i cittadini possono scegliere il premier, e non il parlamentare sotto casa?) e che nessuno dei candidati lo abbia detto, in questi giorni (chissà come mai…).
E che i parlamentari debbano essere a progetto, limitati nel tempo e nello spazio che occupano. […]