Archivi giornalieri: 29 Ottobre 2012

Bellissimo

Bello quando ti presenti alle elezioni con una coalizione e un candidato e spari a zero contro tutti gli avversari manco fossero il mostro di Milwakee e poi non vinci con la maggioranza assoluta e sei costretto ad allearti con quelli ai quelli a cui hai sputato in faccia in campagna elettorale e dimentichi tutte le cose brutte che hai detto su di loro e di colpo dimentichi che sono il mostro di Milwakee e diventano la principessa azzurra che vorresti avere al tuo fianco per tutta la vita.

Bellissimo.

I pezzi che mancano

Ho sempre pensato che il PD, più che preoccuparsi di conquistare voti tra i delusi del centrodestra, dovesse pensare a recuperare i voti di qui suoi ex- elettori che, negli ultimi anni, avevano disertato le urne. O avevano scelto Grillo. Nulla vieta che chi ha votato centrodestra, PDL, AN, UDC, CCD, FI, MPA, FLI possa cambiare idea e decidere di votare per il PD.

Legittimo. Il mio timore è che se ciò dovesse avvenire, il PD subirà una mutazione genetica che lo porterà lontano da quel progetto al quale molti di noi hanno aderito qualche anno fa. Diventerà un partito neo-liberale, o anche neo-liberista, di stampo blairiano, per capirsi, condito da un po’ di equità sociale, di diritti civili, di attenzione per l’ambiente su scala medio-piccola. Ciò che probabilmente una parte dell’elettorato moderato italiano cerca da anni, salvo poi rifugiarsi sotto l’ala protettrice di Berlusconi perché naturalmente allergici al campo del centrosinistra. Sinceramente non è quello che mi aspettavo, quando ho contribuito a fondare, nel 2007, il PD.

A dire il vero non mi aspettavo nemmeno un partito bloccato, refrattario al cambiamento, allergico alle critiche, ingessato dalle correnti, sordo agli innumerevoli segnali che provengono, ormai da anni, dalla società. Un partito che, in stretto raccordo con un pezzo corposissimo di sindacato, è stato capace di parlare solo, e nemmeno al meglio, al suo blocco sociale di riferimento, quello dei lavoratori dipendenti per lo più pubblici e dei pensionati, lasciando abbandonati a sé stesse intere generazioni di nuovi lavoratori, soprattutto del settore privato, che un contratto a tempo indeterminato e una pensione non ce l’hanno e non l’avranno mai. Perché non basta cambiare qualche dirigente di periferia, qualche amministratore locale, qualche portavoce per dirsi rinnovati.

Quella che conta è la testa, e se la testa dei nuovi arrivati è per molti versi simile a quella di chi ha preceduto, allora si è fatta un’operazione di facciata. E cambiare testa significa rendersi conto della necessità, ad esempio, di riformare il sistema dei finanziamenti ai partiti prima che emergano gli scandali. Di rendersi conto prima, e non dopo, che i soldi che girano intorno alle attività dei partiti sono troppi, anche se usati a fini esclusivamente politici. Di evitare che persone indagate o condannate possano restare al loro posto o essere ricandidate. Di evitare di continuare a nominare amici o trombati nelle ASL, negli Enti Pubblici, nei CdA delle partecipate. Di evitare di avere rapporti ambigui con banche, assicurazioni e con i salotti buoni della finanza, mentre la finanza uccide l’economia reale. Di rendere gli spazi politici contendibili per sottrarli al gioco delle correnti, agli spifferi, agli accordi sottobanco che impongono ai territori uomini e candidati. Di rendersi conto da soli che tre mandati in Parlamento bastano e avanzano. Di imparare dagli errori, perché sbagliando, da ‘sta parte, non s’è imparato un cazzo.

Ecco, tutto questo mi fa pensare sempre di più che queste primarie sono monche, manca un pezzo, e non mi sento rappresentato da quello che c’è in campo.

L’acqua li bagna e il vento li asciuga

E adesso scatta la corsa per proclamarsi vincitori, nelle elezioni siciliane. Ho vinto, ho vinto! dice Crocetta. Ma che hai vinto, ma che minchia hai vinto? Una regione nella quale votano meno del 50% degli aventi diritto chiunque ha partecipato alle elezioni (eccetto M5S, ahinoi) dovrebbe avere semplicemente la decenza di dire: ho fallito. Abbiamo fallito. Tutti. Senza appellarsi all’antipolitica, al qualunquismo. Ma perchè gli elettori avrebbero dovuto sentirsi attratti da chi ha (s)governato con Lombardo fino a pochi mesi fa, con chi si è alleato con un pezzo di UDC che non ha rinunciato a candidare inquisiti e condannati? Di Musumeci e Miccichè nemmeno parlo. Il tandem Marano-Fava almeno non avevano inquisiti nelle liste, ma comunque non si può dire che rappresentassero una novità politica, nel panorama siciliano. Una classe dirigente che non ha più alibi si arrampica sugli specchi mentre non capisce che attorno tutto crolla, che le persone sono stufe, e che la loro inerzia travolgerà tutto e tutti. Ma di questo ha bisogno la Sicilia? Di questo ha bisogno l’Italia?

Francesco & Francesco

Il Circolo PD “Pio La Torre” di Minturno ha un nuovo coordinatore. Francesco Paolo Esposito subentra a Francesco Treglia, che aveva gestito il circolo nel difficile passaggio delle elezioni comunali. Grazie a Francesco e in bocca a lupo a Francesco!