Dall’intervista rilasciata a Latina Oggi dal segretario provinciale del PD Enrico Forte:
Resta però aperto il tema delle candidature per il Lazio. Come si sta organizzando il Pd?
Posto il fatto che sarà la direzione provinciale a pronunciarsi in merito e partendo dalla riconferma di Claudio Moscardelli sulla quale non credo ci saranno perplessità, si stanno affacciando candidature importanti come quella di Giorgio De Marchis e del vicesegretario provinciale Salvatore La Penna. Senza dimenticare i due principi cui secondo me la lista del Pd dovrà ispirarsi. Vale a dire la presenza di genere, come fatto politico che qualifica la lista stessa, e quello dell’equilibrio territoriale. C’è tutta un’area del sud pontino compresa tra Terracina e il Garigliano che non possiamo dimenticare.
Non che pretendessi che l’amico Enrico rispondesse a me personalmente. Però nell’intervista non si fa cenno alle proposte che mi sono permesso di avanzare. Resta quindi la sensazione che le decisioni sulle candidature saranno prese sulla testa dei circoli, degli iscritti, degli elettori.
In assenza di risposte da parte dei vertici del PD provinciale, mi permetto quindi di approfittare della visita di Nicola Zingaretti a Latina per condividere con il candidato alla Presidenza della Regione Lazio alcune delle questioni che ritengo dovrebbero essere oggetto di ampia discussione all’interno del Partito Democratico Pontino in vista delle imminenti elezioni politiche e amministrative.
Pongo quindi all’attenzione di Nicola alcuni temi di confronto, al pari di quanto farei con gli amici del PD della provincia di Latina qualora fossero, finalmente, convocati gli organi collegiali del partito.
Chiederei, ad esempio, di discutere di alleanze, in un territorio in cui l’UDC di Michele Forte è stato sempre organico al sistema di potere del PDL, di Claudio Fazzone, di Renata Polverini e nonostante questo continua ad essere un interlocutore privilegiato anche per i prossimi appuntamenti elettorali.
Chiederei di tenere una linea politica riconoscibile su temi quali l’acqua bene comune, il consumo di suolo, le autostrade informatiche, la cultura, la rivalutazione delle ricchezze storiche e artistiche dei territori.
Chiederei, insomma, di rinunciare al culto della sconfitta in un territorio che ci vede governare solo 5 comuni su 33.
Chiederei di discutere delle vicende che hanno coinvolto il gruppo consiliare del PD alla Regione Lazio e se, alla luce del colpevole silenzio dei consiglieri regionali uscenti quantomeno sull’aumento abnorme dei fondi a loro disposizione, non sia il caso di tenerli fermi un giro, tutti e per qualsiasi carica. Elettiva o meno.
Chiederei perché non sia ancora stato approvato il bilancio del Partito Democratico Provinciale.
Chiederei ai candidati che potrebbero trovarsi in una situazioni di incompatibilità, visto il divieto di cumulo di cariche sancito dallo Statuto, di rassegnare le proprie dimissioni irrevocabili all’atto della sottoscrizione della candidatura (anche se ritengo poco rispettoso per i propri elettori abbandonare una carica elettiva con largo anticipo rispetto alla sua scadenza naturale).
Chiederei, nella selezione delle candidature, non solo il rigoroso rispetto del Codice Etico del PD ma anche di non candidare i soggetti condannati per reati gravi contro la pubblica amministrazione con sentenza di condanna o di patteggiamento anche non definitiva.
Chiederei, nella selezione delle candidature, il rigoroso rispetto del limite dei mandati, principio di cui non si è mai tenuto conto nel passato, a nessun livello.
Chiederei di non candidare personaggi in fuga dalla ex-governatrice Renata Polverini e dalla sua lista.
Chiederei di non cedere ai suggerimenti di lobby o di associazioni no-profit che propongono candidature di persone rispettabilissime ma con metodi non proprio trasparenti.
Chiederei, infine, di dare la parola ad iscritti, militanti, cittadini per definire le candidature alla Regione, alla Camera e al Senato in un unico grande giorno di mobilitazione, come migliore risposta alla disaffezione dei cittadini nei confronti della politica e per sfruttare al meglio l’onda lunga delle primarie per la scelta del candidato a premier del centrosinistra, nella speranza che facciano registrare un’altissima partecipazione anche nei nostri territori.