La direzione nazionale del PD che si è svolta ieri non è stata molto diversa da quelle svolte negli ultimi tempi. La relazione del segretario, gli interventi, la replica. Gli assenti. I presenti che se ne vanno. Relazione passata all’unanimità. Che poi non è che ci sia una strada diversa da quella che Bersani ha prefigurato. Solo che c’è chi sta con lui con convinzione, e chi sta solo aspettando il cadavere che passi lungo il fiume. Tra gli interventi qualche cosa molto interessante: Pippo Civati (ecchevelodicoaffà, è il mio prossimo segretario del PD, si sa), Renato Soru. Un po’ più giù Matteo Orfini (che prepara la sua battaglia congressuale, credo). E parole sagge di Gianni Cuperlo (non mi dite niente, lo so, ma per lui ho un debole, ero un giovane figgicciotto e partecipai ad una conferenza su Gramsci a Formia, era il 1987, sigh…). Hanno parlato anche Emiliano, Scalfarotto, Epifani, Majorino. E poi la vecchia guardia: D’Alema, Franceschini, Finocchiaro, Bindi, Ranieri, Fioroni, Pinotti, Sereni, Letta, Burlando, Berlinguer, Cabras. E qualcuno me lo scordo pure. Ora, fatte salve le cose che ho detto relativamente all’impercorribilità di un piano B. e quindi all’unanimismo nei riguardi di PG, ho comunque l’impressione che molti, moltissimi, non abbiano capito la portata di quanto è successo. E di ciò che servirebbe in un prossimo futuro. Ci sarà tempo (spero brevissimo) per poter parlare del PD e quindi del Paese. Non pensate che un congresso sia semplicemente un esercizio onanistico, o (vocativo) voi che rifiutate solo di sentir pronunciare la parola congresso. Ma nel frattempo, qualcuno che dica: ho sbagliato. E ne tragga le conseguenze no? Che poi è una cosa che ci aiuterebbe non poco, anche per recuperare un po’ di elettorato che ci ha abbandonato. E lo dico sapendo che non basta solo quello.