Archivio mensile:Maggio 2013

Sarà una sindrome

Quella di cui sono affetti motli big del PD. Almeno quelli che, negli anni, sono stati individuati come potenziali leader del Partito Democratico. Ma sono arrivati a farsi avanti nei modi e nei tempi sbagliati. Ne parla Luca Sofri qui:

“Curiosa anche questa frequenza di leader che “non se la sentono” mai quando c’è da fare cose sovversive e di cambiamento, e arrivano alla stessa decisione solo quando ce li trascina la corrente e la loro disponibilità non rischia di far alzare nemmeno un sopracciglio. Leader per non disturbare.”

Oggi tocca a Chiamparino, a Cuperlo. Ieri a Veltroni. Domani a Zingaretti, forse. Tutti sulla linea di partenza, pronti a spaccare in quattro il partito, per cambiare il Paese, salvo poi essere fermati dall’attrito di primo distacco, quello che bisogna vincere per spiccare il volo. Quello che senza coraggio rimani a terra tu e l’equipaggio. E se proprio ce la fanno a partire fanno la fine fdegli aerei che hanno rullato talmente tanto sulla pista che fanno un giro sull’aeroporto e subito attrrano perchè sono rimasti a secco. Si attendono le condizioni favorevoli, che poi quali sarebbero se non l’accordo delle correnti per garantire se stessi in congressi dal risultato già scritto. O il permesso di qualche sponsor, che a quasto punto sarebbe meglio se ci mettesse la faccia in prima persona. 

Beh, c’è chi il volo ha deciso di prenderlo sei mesi fa, e di candidarsi alla guida del PD senza avere nessuno dietro. E di sopracciglia ne farà alzare. E ne darà disturbo, Pippo Civati. E con lui le persone che si stanno facendo avanti per dare una mano. Perchè non abbiamo bisogno di uomini soli al comando, ma di pensare al PD come ad un progetto collettivo, aperto alla partecipazione di tutti.

My #occupyPD

Questa è la maglietta che ieri, con orgoglio, ho indossato ieri insieme ad un altro po’ di belle persone che hanno partecipato a #occupypd mentre si teneva l’assemblea nazionale del Partito Democratico.

I commenti sarcastici dei commentatori/normalizzatori si sono sprecati. Sulla stampa, in TV, sui social. Non è una questione di numeri. Forse sarebbero stati più contenti se al padiglione 10 della Fiera di Roma fossero arrivate qualche migliaia di persone incazzate a contestare tutto e tutti con veemenza e senza rispetto. I rappresentanti di #occupypd hanno chiesto con estrema civiltà di poter entrare nella sala dove si stava svolgendo il dibattito (!), una sala dove sembrava potesse essere ammesso chiunque eccetto i “contestatori”. Dopo lunghe trattative due ragazze sono state ammesse a leggere il documento sul palco dell’assemblea. Un documento che chi critica #occupypd forse non ha nemmeno letto. Perché, appunto, è una questione di contenuti.

L’assemblea ha eletto il nuovo segretario Guglielmo Epifani con numeri che non sono proprio da plebiscito, mentre si consumava il rito stanco di un’assemblea noiosa e inutile. Surreale. Faccio ad Epifani i miei migliori auguri per l’impegno che l’attende. Nella speranza che sia un vero traghettatore e che non si metta in testa, lui e la dirigenza del PD, di rinviare e chiudere il congresso, facendo finta di nulla. Magari proponendosi egli stesso come candidato alla segreteria quando si celebrerà il congresso. Un congresso, ribadisco, che dovrà essere aperto a tutti. Vero. Senza tessere. Nel quale si confrontino le proposte e le idee, e non le correnti. Dal quale nasca, finalmente, un PD inclusivo e aperto al contributo della società civile. Un PD che non respinga alle porte dei circoli le persone che vogliono contaminarlo solo perché non sono introdotte dal capobastone locale. Un PD che dica parole chiare sul governo attuale, sulle alleanze, sul lavoro, sulla scuola, sulla mobilità, sull’ambiente, sui diritti. Io voglio un PD così, e al congresso sosterrò Pippo Civati.

p.s. un pensiero triste, ma tanto triste, ai giovani ortodossi del PD che criticano i loro coetanei ventenni e trentenni. Ragazzi che ragionano con la propria testa, che elaborano  documenti chiari, comprensibili e condivisibili senza far sfoggio di letture dotte, che hanno il coraggio, loro sì, di criticare “i grandi”, perché non devono aspettare il loro turno.

 

Appello per una legge sullo ius soli

Chi nasce in Italia è Italiano. Punto. Altro che menate su cittadinanza a diciott’anni e sugli anni di scuola. Altro che Grillo e La Russa, accomunati, su questo tema, da una visione tanto razzista quanto catastrofista sulla perdita di identità e sull’invasione di partorienti. Promulgare una legge del genere, in questo Parlamento e con questo Governo, poi, sarà un problema. Certo. Ma è una questione di civiltà. Roba da Terza Repubblica, non da governissimo, insomma.

Firmate l’appello.

Fumata nera per il PD della provincia di Latina

E così l’assemblea provinciale del PD Latina ha preferito aspettare l’esito dell’assemblea nazionale per indicare la soluzione a seguito delle dimissioni di Enrico Forte. La riunione di lunedì, infatti, ha soprasseduto dall’indicare i componenti della reggenza che avrebbe dovuto traghettare il partito al congresso. A mio avviso un errore, perché le vicende mi appaiono del tutto scollegate e perché molti, nel partito, si erano espressi a favore di una soluzione che si proponesse di superare le logiche che hanno portato il PD pontino ad una gravissima crisi politica e programmatica. Una crisi testimoniata dai deludenti risultati elettorali che il PD ha inanellato pressoché ovunque nelle varie tornate elettorali che si sono susseguite negli ultimi due anni. Una crisi sostanziata dall’assoluta incapacità nel gestire la politica delle alleanze nei vari comuni della provincia, tanto da provocare profonde spaccature in seno a diversi circoli cittadini.

Ad ogni modo ci toccherà aspettare, ma nel frattempo è bene chiarire alcune cose a mio avviso fondamentali. Il PD della provincia di Latina ha bisogno di un segretario scelto da un congresso aperto alla partecipazione di iscritti ed elettori (come sancito dal nostro statuto) nel quale ci sia la possibilità di scegliere tra le varie proposte programmatiche che saranno in campo. Non sono possibili scorciatoie. Non è possibile pensare ad un segretario pro-tempore che si candidi alla segreteria tra qualche mese. Non è possibile utilizzare né il congresso né il tempo che da esso ci separa per compensare sconfitte politiche o elettorali. Non è possibile pensare che chi ha cogestito in maniera fallimentare il PD pontino negli ultimi mesi possa avere ruoli di responsabilità nella fase di transizione che ci attende. Soprattutto non è pensabile continuare a trascinare il PD della provincia di Latina nell’immobilismo a causa delle frizioni interne a mozioni congressuali che sembrano appartenere ad un tempo ormai remoto. Il Pd Latina ha bisogno di discutere, di confrontarsi, di parlare di temi concreti che riguardano la vita dei cittadini: mobilità, sviluppo sostenibile, infrastrutture, lavoro, beni comuni, portualità. Questi i temi sui quali confrontarsi al prossimo congresso. Altre soluzioni che contemplino la pura spartizione di posti senza affrontare le questioni politiche e programmatiche, senza mettere mano al funzionamento dei circoli, senza aprire il partito alla partecipazione degli elettori non interessano. Chi, infine, pensa di voler assumere questa responsabilità fin da adesso, magari nella speranza che le vicende congressuali nazionali congelino, tra qualche mese, la situazione a quanto già in essere, si faccia avanti e proponga il suo piano per il Partito Democratico pontino. Senza sotterfugi e senza accordi sottobanco. Anche nella nostra provincia il PD ha bisogno di cambiare metodi, se non vuole ridursi ad un partito marginale nel quale avranno la meglio solo i più forti, proprio come ai tempi dei dinosauri. Forza che comunque non è riuscita a salvare i dinosauri dall’estinzione.

To be continued – Pt. II

Beh, s’era detto, no? Si potrebbe continuare citando la rinuncia totale al tema dei diritti (come ci ricordava l’amico Fabio Luciani), pena la caduta del governo. E si potrebbe continuare citando i presidenti delle commissioni parlamentari: Palma, Latorre, Romani, Vito, Matteoli, Meta, Cicchitto, Sacconi, Galan, Sisto, Finocchiaro. Casini, Boccia, Fioroni. Alla prossima. Per i senatori a vita.

Adda passa’ ‘a nuttata

L’aria che tira intorno al PD, dopo batoste elettorali e figure di merda epocali (sintetizzo la vicenda presidenza della repubblica), è di normalizzazione e restaurazione. Al solito, come se non fosse successo nulla, dal 25 febbraio ad ora. Lo vediamo dalle ipotesi che si fanno, in queste ore, intorno al congresso, alla segreteria. Molti d’accordo per spartirsi le spoglie e le cariche, ciascuno preoccupato dei propri destini personali piuttosto che del PD e dei suoi elettori. Proiettiamo tutto questo a livello locale e ci troviamo sottosegretari che sarebbe stato meglio non si fossero nemmeno presentati alle elezioni, magari al quarto mandato, in spregio allo statuto e al buon senso. Legittimati da primarie dal risultato già scritto, senza avvertire la necessità di tenere uno straccio di confronto ma solerti nel farsi il giro dei circoli per richiamare all’ordine i loro fedelissimi. Quei fedelissimi che adesso magari fanno da coro, che omaggiano, e che forse saranno gli unici a partecipare al congresso perché tesserati entro il 2012. Nel bene e nel male saranno gli elettori del PD a travolgervi. Se avranno modo di partecipare al congresso e, in caso contrario, quando sceglieranno altro alle prossime elezioni.

To be continued

Si poteva far peggio rispetto alla mancanza di un’identita?

Si poteva far peggio rispetto ad una campagna elettorale scialbissima?

Si poteva far peggio rispetto all’essere sordi alle richieste di cambiamento?

Si poteva far peggio rispetto ad una sconfitta elettorale?

Si poteva far peggio rispetto al voler essere presidente del consiglio anche se hai perso?

Si poteva far peggio rispetto al tradimento di Prodi?

Si poteva far peggio rispetto ad un governo di larghe intese?

Si poteva far peggio rispetto alle minacce di espulsione di chi dissente?

SI poteva far peggio rispetto ad un governo con Lorenzin, Orlando, Lupi e Di Girolamo?

Si poteva far peggio rispetto a sottosegretari scelti con il lanternino?

Si poteva far peggio rispetto a Micciche è Biancofiore sottosegretari?

Si poteva far peggio rispetto ad un congresso riservato ali tesserati 2012?

Si poteva far peggio rispetto alla mancanza di rispetto per i propri elettori?