Archivio mensile:Giugno 2021
Patrick Zaki, ragazzo
Oggi #PatrickZaki compie trent’anni.
Li passa chiuso in una cella di un carcere speciale egiziano, che è molto ma molto ma infinitamente peggio di Rebibbia o di Poggioreale o di qualsiasi carcere possiate immaginare.
Sta là dentro non perché sia un pericoloso criminale, che già sarebbe una condanna durissima, visto che dove sta lui i carcerati muoiono come mosche e sono sistematicamente torturati, ma semplicemente perché ha espresso una opinione di dissenso rispetto al regime criminale che regna nel suo Paese.
Adesso provate ad immaginare vostro figlio chiuso in carcere, senza un processo, torturato solo perché ha espresso un’opinione.
Ci riuscite?
No vero?
E che è, figlio a me ‘sto Patrick?
Fatti suoi, se la sarà cercata.
Come Giulio Regeni, come Stefano Cucchi, come Federico Aldrovandi.
Ecco, a me della storia di Patrick, e degli altri, oltre che la storia in sé colpisce l’indifferenza. L’indifferenza dell’opinione pubblica, che non è la bolla di ‘sti social che già basta e avanza per le schifezze che ci si trovano scritte e dette, e che, anzi, visto che ciascuno alla fine si sceglie gli amici più affini può anche sembrare che dopotutto i social sono molto attenti a certe questioni che ci stanno a cuore. No, è il menefreghismo che senti a pelle quando magari ti trovi a parlare con qualcuno realmente e capisci che di ‘ste cose a chi ti sta di fronte non gliene frega proprio niente, e che possiamo rinunciare ai commerci con l’Egitto per due che se la sono andata a cercare?
E la stessa indifferenza sostanzialmente ce l’hai in chi governa il Paese, perché a chiacchiere sono tutti bravi, ma i fatti, per Patrick, stanno a zero.
Insomma, provateci ogni tanto a camminare nelle scarpe di qualcun altro.
Scelgo Giovanni Caudo
Le primarie per la scelta del candidato a Sindaco di Roma del cosiddetto centrosinistra si avvicinano.
Il 20 giugno si potrà votare on line oppure di persona personalmente.
I candidati sono sette, immagino che chi è interessato alla cosa sa chi sono.
Ho messo la mia firma sulla candidatura di Giovanni Caudo e ovviamente voterò per lui.
Un’altra candidatura che apprezzo è quella di Stefano Fassina, che sostenni e aiutai alle scorse elezioni comunali, uno dei pochi che in questi anni ha sempre messo la sua faccia in tutti i luoghi di conflitto della città a sostegno dei più deboli. Ma a questo giro non ho capito la sua scelta. Cioè, la capisco ma non mi piace. Non mi piace perché tutto ciò che a sinistra si aggiunge a Caudo porta acqua al mulino di Gualtieri. Do per scontato che Smeriglio e co. giochino ‘sta partita, li considero da sempre una costola del PD che gioca in un altro campo per favorire la casa madre. Mi sarei aspettato da Fassina una posizione diversa in questa circostanza, ma gli voglio bene lo stesso.
Dicevo, l’acqua al mulino di Gualtieri, del PD. Ecco, il PD continua ad essere un enorme problema per la città. Come ho sempre avuto modo di dire, e lo ribadisco anche oggi, ho una grande stima per chi, di sinistra e da sinistra, come militante ha deciso di rimanere nel PD nonostante tutto, nonostante i mal di pancia, le delusioni, le mazzate che prendono in continuazione su tutti i temi possibili e immaginabili. Ne ho molta meno per la maggior parte della classe dirigente del PD romano (e nazionale). Pd romano che ha avallato la cacciata di un sindaco eletto dai cittadini con l’infamia e la vigliaccheria di una firma dal notaio, e chi si rese protagonista di quella infamia e di quella vigliaccheria sta ancora al suo posto, o è stato promosso in regione, e magari sarà anche ricandidato a ottobre perché le preferenze piacciono a tutti. Adesso si sente parlare di scuse a Marino. Sarebbero tardive e soprattutto ipocrite, visto che a distanza di anni poi le persone restano le stesse, le teste e i metodi sono sempre i medesimi.
PD Romano che continua ad essere guidato da capi e capetti, con correnti e correntine, con i metodi di sempre. Basta citare la vicenda del candidato alle primarie per il minisindaco del I Municipio, Emiliano Monteverde, che raccoglie firme e tutto, costretto a ritirarsi dal capobastone di turno che esce dal cilindro, e tutto cambia nel giro di poche ore, con le firme ovviamente già pronte, raccolte chissà come. Resto convinto del fatto che la migliore soluzione percorribile per la scelta del Sindaco di Roma sarebbe stata quella suggerita varie volte da Walter Tocci, ossia niente simbolo del PD, un passo indietro di tutti, lista/liste ispirate alle migliori esperienze ed energie diffuse in città. Ma Walter è da tempo una voce tanto lucida quanto poco ascoltata nel desolante panorama cittadino, quindi le sue parole sono rimaste nel vento.
Fatte queste premesse, il prossimo Sindaco di Roma dovrà intervenire in maniera radicale sui problemi della città.
Il primo si chiama disuguaglianze.
Il secondo, diritti.
Il terzo, lavoro,
il quarto, criminalità organizzata.
Il quinto, cultura diffusa.
Tutto fa parte di una visione del futuro della città.
Poi vengono la monnezza, i trasporti, le buche, le doppie file, il cosiddetto decoro. O meglio, è tutto incluso nella più ampia accezione di visione del futuro della città, un futuro, appunto di eguaglianza, di diritti, di lavoro, di lotta alla criminalità organizzata, di comprensione del valore della cultura, dell’istruzione, della scuola, della ricerca. Da quello che vedo dal mio personale osservatorio, un osservatorio che in questi mesi si è potuto allargare a realtà fino a poco fa a me meno note grazie a quel po’ di attività di volontariato che faccio con Baobab Experience, semplicemente il PD su questi temi non ci sta, non ci sta a livello cittadino e non ci sta a livello nazionale. Il PD è un partito vagamente centrista che ogni tanto si ricorda che qualcuno che sta là dentro ha una storia di sinistra e prova, tra mille compromessi al ribasso, ad introdurre un mezzo diritto là, un aiuto ai più deboli qua, sempre attenti a non inimicarsi troppo Confindustria, chi campa di rendita, chi fa impresa sfruttando i lavoratori.
Lo schema delle primarie con il PD quindi non mi piace, ma capisco che è l’unico che potrebbe consentire ad un aspirante Sindaco di sinistra di avere qualche chance di vittoria delle elezioni.
Quindi il mio voto convinto a Caudo (e a Paolo Emilio Marchionne che corre alle primarie per la scelta del candidato alla presidenza del Municipio in cui vivo), ma personalmente non sento di dover sottostare ad alcun vincolo di coalizione nel caso in cui fosse vincitore delle primarie Gualtieri (la partita è tra loro due, gli altri fanno solo ammuina). Se sarà così mi riservo di decidere cosa fare al primo e al secondo turno, anche in base ai risultati dei fascisti e della Sindaca attuale.
p.s. lo so che i blog non si portano più, ma per me va così