L’aria che tira intorno al PD, dopo batoste elettorali e figure di merda epocali (sintetizzo la vicenda presidenza della repubblica), è di normalizzazione e restaurazione. Al solito, come se non fosse successo nulla, dal 25 febbraio ad ora. Lo vediamo dalle ipotesi che si fanno, in queste ore, intorno al congresso, alla segreteria. Molti d’accordo per spartirsi le spoglie e le cariche, ciascuno preoccupato dei propri destini personali piuttosto che del PD e dei suoi elettori. Proiettiamo tutto questo a livello locale e ci troviamo sottosegretari che sarebbe stato meglio non si fossero nemmeno presentati alle elezioni, magari al quarto mandato, in spregio allo statuto e al buon senso. Legittimati da primarie dal risultato già scritto, senza avvertire la necessità di tenere uno straccio di confronto ma solerti nel farsi il giro dei circoli per richiamare all’ordine i loro fedelissimi. Quei fedelissimi che adesso magari fanno da coro, che omaggiano, e che forse saranno gli unici a partecipare al congresso perché tesserati entro il 2012. Nel bene e nel male saranno gli elettori del PD a travolgervi. Se avranno modo di partecipare al congresso e, in caso contrario, quando sceglieranno altro alle prossime elezioni.