Bella giornata, ieri, ad Acquapendente. Mi piace rigenerarmi stando insieme a persone con le quali condivido la medesima idea del PD, dopo discussioni con compagni di viaggio che, pur legittimamente, mi sembra abbiano una visione del Partito Democratico, e della politica in generale, anacronistica e perdente. Come tutte le cose belle, però, c’è spesso un però. Non so spiegarlo, ma mi rimane sempre un pò di amaro in bocca. Forse è la mia maledetta fretta di vederlo cambiare un pò più in fretta, ‘sto PD. Di vedere risolte un bel pò di contraddizioni. Di vedere rispettate le regole che ci siamo dati. Non sposo l’analisi di Luca Sofri che, in soldoni, ci dice che in questi ultimi anni ci siamo quasi esclusivamente parlati addosso e che ritiene la politica uno strumento inadatto ad realizzare il cambiamento. Però lascio sempre questi incontri con un senso di irrisolto. Milano, Albinea 1, Torino, Firenze, Roma, Napoli. Sarà che penso davvero che il tempo Ivan, di Pippo, di Marco, di Cristiana, di Nicola, di Ilda, di Francesco, di una intera generazione (facciamo un paio) debba essere questo e solo questo. E che non si può più aspettare. Non si deve più aspettare. Sarà per questo.
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