Il mondo politico minturnese, com’è noto, è in piena fibrillazione in vista delle prossime elezioni amministrative. Si susseguono incontri, interviste, dichiarazioni. Tra notizie vere o presunte tali, illazioni, ricostruzioni di fantasia e sprazzi di verità, i partiti politici e le forze della cosiddetta “società civile” iniziano a posizionarsi. Tralasciando il silenzio imbarazzante del PD, che crea non pochi malumori tra la base del Partito Democratico, negli ultimi giorni l’UDC ha iniziato a porsi al centro della scena politica cittadina. Con quale autorevolezza, è però tutto da verificare. Stupisce infatti leggere di una UDC che “dovrebbe costruire una squadra di governo efficiente in grado di produrre una radicale trasformazione della vita politica della città, alla luce dei fallimenti che hanno caratterizzato i recenti governi cittadini”, come se l’UDC e la sua classe dirigente non fossero corresponsabile di quei fallimenti, sia con le diverse amministrazioni di centrodestra che hanno governato il Comune da svariati lustri, sia con la recente e unica amministrazione di centrosinistra. Come poi il partito di Michele e Aldo Forte dovrebbe dar voce alla domanda che c’è nel Paese di radicale cambiamento nella gestione della vita pubblica ed affrontare una nuova stagione della politica resta, sinceramente un mistero. Parole grottesche ma soprattutto mistificatorie della realtà, che vede invece l’UDC, a livello provinciale e regionale, perpetuare i propri disegni politico-familiari-clientelari, peraltro in totale organicità con il PDL del senatore Fazzone e di Romolo del Balzo. Dinanzi a scenari ed alleanze che si stanno prospettando e che riguardano esclusivamente rese dei conti all’interno del centrodestra, il PD di Minturno deve uscire dal dorato silenzio nel quale si è rinchiuso e far sentire la propria voce. La rinnovata disponibilità di SEL e Verdi ad aprire un tavolo di confronto programmatico con tutte le forze del centrosinistra nonché la disponibilità a candidarsi di un pezzo da novanta della politica minturnese quale il leader locale dell’IDV Vito Romano, impongono al PD la necessità di farsi promotore dell’apertura di un dialogo che coinvolga non solo le forze politiche del centrosinistra, ma anche i movimenti civici e i cittadini di buona volontà, per definire insieme programmi e candidature, utilizzando lo strumento previsto dallo statuto del PD, ossia le primarie di partito o di coalizione. La recente tornata elettorale amministrativa e referendaria ha dimostrato un rinnovato interesse per la politica dei cittadini e soprattutto delle giovani generazioni, pertanto auspico che il PD di Minturno abbandoni l’idea di alleanze “contronatura” ma sappia, nei luoghi a ciò deputati e nei modi appropriati, aprirsi quanto più possibile al dialogo e alla partecipazione con la società minturnese per coinvolgere tutte quelle forze sane e disinteressate che vogliono impegnarsi per costruire un futuro migliore per il nostro Comune.