Anni fa esisteva (non so se esista ancora, non sono tifoso della Roma) il CUCS, Commando Ultrà Curva Sud. Ieri, e nei giorni passati, abbiamo invece visto all’opera alla Leopolda di Firenze il CUCPD, Commando Ultrà Curva Partito Democratico. Al grido di “fuori, fuori”, penso si sia consumata una delle pagine più brutte di un partito che da tempo ha smesso di essere democratico. Ricordo una delle ultime grandi manifestazioni che tenne il PD a Piazza San Giovanni, sarà stato il 2008, o il 2009, e il grido che si levava dalla folla di militanti era “unità, unità”. Adesso si urla “fuori, fuori” a chi dissente. Con somma gioia dei presenti e soprattutto del capo ultrà, gongolante come non mai dopo aver aizzato ben bene la folla.
Il nemico è identificato, e ancora una volta diventa chiaro il significato del referendum: “Il 4 dicembre la vecchia politica vuole vincere per tornare. La partita è tutta lì”.
Occorrerebbe capire cosa sia la vecchia politica. Alla prima Leopolda si aggiravano tra il pubblico personaggi e personaggetti che, noncuranti dalle critiche che venivano da alcuni interventi rivolti proprio a loro, portatori sano di correntismo, clientelismo, mancato rispetto delle regole e dello statuto, iniziavano a progettare la salita sul carro. Che è puntualmente arrivata. Poi sono arrivati i Bersaniani pentiti, magari in politica da 10, 20 o 30 anni (nuovissimi, senza dubbio), desiderosi solo di salvare la propria poltrona, o così o a casa, al prossimo giro. Poi si sono aggiunti i fuoriusciti da Forza Italia, dall’UDC, dal CCD, da AN, da SEL, personaggi e personaggetti che hanno fatto carne di porco sui territori, ma portatori di voti, a carrettate.
E così diventa nuovo ciò che sta con me, e vecchio chi sta contro di me. Una semplificazione da troglodita della politica, da ultrà istituzionale. Appunto.