L’ottimismo? È il sale della vita! Così recitava Tonino Guerra in uno spot televisivo di qualche anno fa.
Un principio universalmente valido, applicabile con entusiasmo alle vicende con le quali ci confrontiamo nello squadernarsi delle nostre esistenze.
Applicabile anche alla politica? Ecco, qualche certezza inizia a vacillare, viste le pessime prove di sè che il mondo politico ha dato nell’ultimo ventennio.
Applicabile anche al Partito Democratico? Beh, in questo caso Guerra rischia di essere smentito alla grande. Prendete, ad esempio, la questione delle regole per le primarie, tanto per il candidato premier quanto per la scelta dei parlamentari. Da quanto tempo si lanciano a Bersani appelli affinchè sia definito il quadro entro il quale iscritti ed elettori possano partecipare a scelte tanto importanti per la vita del PD e del Paese? Tanto tempo sta passando, e ad oggi ancora non si è stabilito praticamente nulla.
Forse il 6 ottobre prossimo si terrà l’assemblea nazionale, nella quale, forse, sarà approvata una deroga allo statuto che consenta ad altri candidati del PD di partecipare alla competizione. Forse il doppio turno, giusto per congressizzare ulteriormente la scelta del candidato premier. Forse si favoriranno forme ampie di partecipazione (ma che vuole dire? che potranno votare i parenti prossimi degli iscritti?). Forse si consentirà di partecipare a tutti. Forse si utilizzerà l’albo pubblico degli elettori e delle elettrici. O forse si richiederà di essere iscritti in un nuovo registro. Forse si parlerà anche del limite dei mandati. O forse no. Forse diranno che a due mesi dalle Primarie è troppo tardi per definire tutta ‘sta roba. Anzi no, quella è una certezza.