Forse non era ben chiaro in quale guaio ci saremmo cacciati, tutti, quel giorno in cui 101 e forse più tra deputati e senatori decisero di tradire Prodi, resero inevitabile la conferma di Napolitano e spalancarono le porte al governo delle larghe intese.
Il discorso drammatico del Capo dello Stato, che inchiodava tutti alle loro (ir)responsablità ci viene sbattuto sul grugno ogni giorno, anygivenday. Il governo non si tocca, e pazienza se accadono vicende che gridano vendetta, che screditano il paese, che sono un coacervo di menzogne raccontate agli elettori e al mondo interno. Ma non si capisce più a che pro. Sopravvivere a loro stessi, probabilmente. Perchè se qesto governo stesse facendo cose memorabili, potrei anche capire. Ma così? Veti incrociati bloccano qualsiasi riforma degna di questo nome (vogliamo parlare del decreto del fare, delle misure per il lavoro?), lo spauracchio #altrimenticadeilgoverno è l’unico collante che tiene unita una maggioranza innaturale, ibrida fino all’incompatibilità genetica dei suoi stessi componenti. E il risultato di tutto ciò? I problemi del Paese stanno tutti lì, con il PIL che continua a scendere, la ripresa che non arriva (i miracoli non esistono, in economia), le aziende in sofferenza, la povertà (di molti) in aumento e la ricchezza (di pochi) in aumento pure. A proposito di uguaglianza e coefficente di Gini. E chi adesso sbraita, dopo aver preteso posti nel governo, fa solo rabbia. Perchè la situazione non poteva che essere questa. E utilizzare, adesso, l’arma dell’opposizione ad alcune scelte del governo è solo propaganda precongressuale (sempre che Napolitano ce lo faccia fare, il congresso).
Da tutto ciò il PD ne esce a pezzi, pezzi sempre più piccoli. Iscritti ed elettori del PD restano sempre più frastornati, bastonati, delusi, indignati, schifati. Un popolo di santi, che stanno perdendo definitivamente la poca pazienza e comprensione rimasta.