I lettori mi perdoneranno, ma mi trovo costretto a scrivere sulla bacheca dei parlamentari del PD eletti in provincia di Latina visto che il partito provinciale, debitamente sollecitato, ritiene di non dover dare risposte in merito alle scelte da compiere in una fase politica tanto delicata per la vita di noi tutti. A maggior ragione se le rarissime occasioni nelle quali il partito provinciale si riunisce (e chiedo scusa per la mia essenza nell’ultima direzione provinciale, ma un errore nella digitazione del mio numero di cellulare nel SMS di convocazione ha impedito che potessi partecipare!) diventano lo spunto per parlare di aria fritta (giusto Giorgio de Marchis?).
Passando al dunque, il tema di cui si dibatte in questi giorni è quello di un governo PD-PDL. Ne stanno parlando vari esponenti di primissimo piano del Partito Democratico che, a turno, contraddicono quanto detto dal segretario Bersani. Il quale si è detto più volte contrario ad una ipotesi del genere.
Vi rubo pochissimo tempo per esprimere la mia modestissima e personalissima opinione, per quello che vale. Sono contrario a qualsiasi accordo con il PDL, perché abbiamo già sperimentato, nel recentissimo passato, che sarebbe tempo perso. E perché il PD deve parlare innanzitutto ai propri elettori, piuttosto che preoccuparsi degli elettori del PDL e soprattutto degli interessi del loro capo. Il quale ha dimostrato di fottersene altamente delle necessità del Paese, sempre concentrato sul salvaguardare i propri, di interessi. E questa, ahimè, è storia. Incontrovertibile. Inconfutabile. E possiamo ancora una volta contribuire al salvataggio di Berlusconi, e a rimetterlo in campo più di quanto non sia già. No problem, salvo poi evitare di lamentarsi se il PD, per come lo conosciamo, sparirà dalla scena politica italiana.
Ciò che da tempo qualche parlamentare del PD propone è di cercare, sulla base di un accordo “alto” (tipo quello che ha consentito l’elezione di Laura Boldrini e Piero Grasso alla presidenza di Camera e Senato, per dire) una collaborazione tra PD e M5S su pochi punti programmatici condivisi per poi tornare al voto in tempi relativamente rapidi. Coinvolgendo M5S anche nella scelta del presidente della repubblica, che non sarebbe proprio una di quelle cose da buttar via, per una forza politica da ottomilioniepassa di voti.
Torno quindi al motivo per il quale ho deciso di condividere con voi queste righe. Immagino che tra chi sta leggendo ci siano buona parte elettori del PD e del centrosinistra. Tanto quelli che hanno votato alle elezioni del 24 e 25 febbraio, tanto quelli che hanno votato elle primarie del PD il 30 dicembre. E, visto che deputati e senatori del PD sono stati scelti dal PD e non votati dagli elettori (benché abbiano partecipato alle parlamentarie) credo sia doveroso ad essi rivolgersi quando vanno prese decisioni tanto importanti per il futuro del Partito Democratico ma, soprattutto, per la vita del Paese. Per dirla in maniera più schietta, mi sono sinceramente stancato di una classe dirigente che sa sempre cos’è giusto fare, quale decisione prendere, anche a dispetto della volontà dei propri elettori. Una classe dirigente che, sempre più spesso, si è dimostrata completamente scollata rispetto alla realtà del Paese, e i risultati delle recenti elezioni stanno lì a dimostrarlo, in tutta la loro drammaticità. Una classe dirigente che, a mio avviso, è più preoccupata di conservare sé stessa all’ultimo giro della giostra piuttosto che pensare all’esigenza non più eludibile di cambiare metodi e facce. Mi permetto, quindi,di chiedere a voi tutti: siete d’accordo con un’ipotesi di governo PD-PDL? Avete, abbiamo, la possibilità di far sentire direttamente la nostra voce ai parlamentari della provincia di Latina. Una risposta secca. La mia è NO. A voi.
Che dire di più?