Nei mesi passati qualcuno aveva evidenziato la necessità che il PD anticipasse il congresso del 2013, giusto per chiarirsi le idee su alcuni aspetti rimasti irrisolti. Quisquilie. Bazzecole. Tipo la linea del partito sui temi economici, o sui diritti, o sulle alleanze. Robetta così. Oggi, molti lamentano il fatto che le primarie per la scelta del candidato premier del centrosinistra rischiano di diventare un altro congresso del PD, visto che i candidati ufficiali, ad oggi, sono tutti del PD o quasi (Tabacci non conta una mazza, diciamocelo, e Vendola si sta sfilando). Nel frattempo non è stata emanata uno straccio di regola, e la legge elettorale rimane una chimera. Tutto previsto, eh. Fa sempre comodo poter dire, ad un mese dalle primarie, che non si fa più in tempo. Vabbè. Ma a questo punto, carissimi quelli che si scandalizzarono alla richiesta di un congresso anticipato, non sarebbe stato meglio farlo, ‘sto congresso? Chi l’avesse vinto sarebbe stato legittimato ad essere l’unico candidato del PD alle primarie del centrosinistra, senza modifiche allo statuto. Si sarebbe tolto un alibi a chi non vuole partecipare, oggi, perchè non vuole restare invischiato in regolamenti di conti interni al PD. Magari i candidati indicavano anche il successore alla segreteria, tanto per non perdere tempo a cercarne un altro dopo le elezioni. Il tutto attualizzato all’oggi, e non riferito al 2009, che sono passati secoli, da allora. Mah… Tutto troppo bello, troppo semplice, troppo lineare.