La giornata di oggi, piazza San Giovanni nella fattispecie, si è trasformata in ore di resistenza di massa alle forze dell’ordine, chiamate a respingere una rabbia sacrosanta verso un presente di austerity. Magari non è comprensibilissimo ai più, ma le ore di resistenza romana odierna hanno detto chiaro e tondo che al debito, ai sacrifici, alla casta, all’austerity a senso unico, che ribellarsi è qualcosa che può unire, e che può succedere.
Beh, se è questa la posizione ufficiale dei centri sociali sugli scontri di sabato a Roma, allora si fottessero pure i centri sociali. La violenza, i violenti, vanno isolati. Punto.
Non esiste una posizione univoca dei “centri sociali” rispetto ai fatti di sabato, semplicemente perche’ diversi “centri sociali” fanno riferimento ad aree politiche anche molto distanti tra loro. Se il comunicato di Askatasuna e implicitamente connivente con i violenti, vorrei ricordare che i piu’ direttamente danneggiati dalla guerriglia di San Giovanni sono stati i “centri sociali” romani che da un anno lavoravano a costruire la manifestazione,che avrebbe dovuto terminare con un grande dibattito di piazza. La presa di distanza dalle frange oltranziste da quella parte di movimento e’ netta.
Aggiungerei al commento di prima che e’ sano, e di sinistra, rifuggire dalle generalizzazioni. In piazza ho sentito una signora, in piena eta’ di discernimento, sostenere che i protagonisti delle violenze erano i “centri sociali”. Evidentemente ignorava di star partecipando alla piu’ grande manifestazione di sempre ORGANIZZATA DALLA SINISTRA EXTRAPARLAMENTARE, costruita, in primo luogo, dai “centri sociali” a cui essa attribuiva la responsabilita’ del fallimento. Come dire, si sono sabotati la manifestazione da soli.
Non voglio generalizzare. Dico solo che non è più tempo di ambiguità. La posizione di Askatasuna è indecente, se altri centri sociali si sono dissociati bene. Ma oltre alle parole servono fatti. Spero che riusciranno ad isolare ed espellere chi inneggia alla violenza.