L'Italia è certamente un paese democratico.
Ma l'assuefazione alla mancanza di regole e senso civico, unita con il l'opera capillare di rincoglionimento delle persone a mezzo tv, di delegittimazione della magistratura, di denigrazione delle Istituzioni (vedi alla voce P2), condita con una legge elettorale infame, ha reso la nostra democrazia molto ma molto debole.
Serve uno scossone, probabilmente.
E un nuovo gruppo dirigente (non abbiamo bisogno di uomini forti) che si prenda sulle spalle il peso di rifondare il Paese sulla condivisione di un progetto comune.
Chi è stato in politica fino ad ora non ha la credibilità necessaria per intercettare un largo consenso e assumere la guida del Paese.
Chi oggi grida all'emergenza democratica, dalla sinsitra dell'emiciclo, è lo stesso che ha legittimato Berlusconi sin dal 1993, riconoscendogli il ruolo di interlocutore solo perchè godeva di consenso nel Paese. Berlusconi stava per diventare un padre della patria (Bicamerale), al pari dei membri dell'Assemblea Costituente.
E se non erano colpevoli allora, lo sono adesso, per aver sottovalutato il carattere eversivo del potere berlusconiano.
Per non aver risolto il conflitto di interessi, che sta alla base del fiume di fango che oggi viene riversato sugli avversari del caimano.
Credo che le giovani leve del PD possano assumersi questa responsabilità.
Non vedo in giro altri gruppi dirigenti illuminati.
La Quarta Repubblica non può che nascere così.