Novembre 2014, mese di venticinquesimi anniversari. Il muro di Berlino e la svolta della Bolognina.
Le immagini che arrivavano dalla TV, esseri umani a cui veniva restituita la libertà e un mondo di ingiustizia, sopraffazione, ipocrisia, povertà che crollava sotto i nostri occhi, pur lontani.
Altro era stato il PCI in Italia, una storia di difesa dei diritti, della libertà, della Costituzione. La questione morale ed Enrico Berlinguer. Forse pensando a tutto questo dissi no alla svolta, nella discussione che facemmo alla FGCI di Formia, insieme a Giulietto, Nicola, Cosmo, forse Delio e non ricordo più chi altro ci fosse, quella sera.
Con il senno del poi Occhetto era stato più che lungimirante, non c’era alternativa alla svolta, in quei giorni, in quei mesi. Ma dopotutto anche Akel era un uomo di un altro tempo, e resse poco all’assalto di quai giovani dirigenti che ci misero poco ad uccidere il padre, senza che ce ne fosse un buon motivo. Da lì è cominciato tutto, e forse l’unico momento in cui c’è stata continuità con la svolta di Occhetto è stato il 1996 e l’Ulivo. Poi gli inciuci, i dalemoni, le scorciatoie, le fusioni fredde hanno fatto il resto. Fino ad oggi. Fino a mettere in pericolo l’esistenza stessa della sinistra, in italia.