Caro Roberto,
il congresso è ormai alle spalle e, a bocce ferme, è possibile tirare le somme di quanto successo negli ultimi giorni.
Prima di tutto, però, desidero ringraziare te e i compagni del PD di Minturno per il supporto e l'affetto che avete dimostrato per la mia persona, al di là della condivisione del progetto che ho messo in piedi nelle settimane antecedenti lo svolgimento del congresso.
In maniera particolare desidero ringraziare Nicola, Gabriele ed Emily per essersi resi disponibili, a vario titolo, ad appoggiare la mia candidatura.
Ringrazio Patrizia per il supporto incondizionato al mio progetto.
Ringrazio Mario per le sue parole di incoraggiamento.
E infine ringrazio Claudio e Pino per la loro lealtà nei miei confronti e nei riguardi del Partito.
Il percorso unitario che è stato fatto sia per il congresso di circolo sia per il congresso provinciale ha consentito di svolgere i lavori per la prima volta dopo anni, come evidenziato da Piernicandro, in un clima sereno.
Certo, il partito dovrebbe chiedersi a cosa servano congressi tipo quelli che abbiamo tenuto nel 2009 e nel 2010, nei quali è praticamente assente il dibattito.
Non a caso, un tempo si utilizzava l'espressione celebrare il congresso, quasi a mettere in risalto la sacralità del rito.
La possibilità di confrontarsi, magari anche aspramente, su questioni politiche conduceva ad un arricchimento collettivo il cui ultimo beneficiario era il partito stesso, e questo circolo virtuoso rendeva forse meno evidenti alcune posizioni che mettevano in eccessivo risalto il singolo rispetto al tutto.
Se è assente il dibattito, e di conseguenza la possibilità di confrontarsi laicamente e scegliere tra le proposte in campo, anche cambiando la propria opinione originaria, emerge allora con tutta evidenza come i congressi diventino solo ed esclusivamente l'occasione di una conta interna. Una conta che serve esclusivamente a corroborare la convinzione di chi, forte dei consensi ottenuti, pensa di poter disporre del partito a proprio piacimento.
Il congresso provinciale ha ancora una volta sancito tutto ciò, e non tragga in inganno il clima sereno di cui parlavo prima e che ha contraddistinto lo svolgimento dei lavori nel nostro circolo.
Anche il nostro circolo ha le sue contrapposizioni e credo che in quest'ottica vada letto l'atteggiamento di chi, dopo aver avuto rappresentanza nella lista dei delegati che rappresentassero Minturno all'assemblea provinciale, ha comunque ritenuto di non dover dare il proprio contributo affinchè partecipasse al voto il più alto numero di persone possibile.
Non posso non rappresentarti, Roberto, la mia paura nei riguardi del futuro del partito nel quale tutti noi militiamo con convinzione, entusiasmo e spirito di sacrificio. Perché se prevarranno i personalismi, il senso di appartenenza alle correnti, l'obbedienza al capo, siamo destinati a fallire miseramente.
Per evitare tutto ciò, ti dico che la mia battaglia iniziata con la candidatura alla segreteria provinciale proseguirà con immutato impegno. Pur nelle differenze profonde che caratterizzano il mio modo di condurre l'azione politica e la mia idea di partito rispetto a chi è uscito vincitore dal congresso provinciale, non esiterò, qualora mi fosse richiesto, a collaborare con il neo eletto segretario, al quale chiederò di far propri della politica del PD sul nostro territorio quei temi che hanno caratterizzato la mozione congressuale di Controcorrente.
Primarie territoriali, rispetto delle norme sulla reiterabilità dei mandati, rispetto del codice della buona politica, piena attuazione delle norme statutarie in merito alla costituzione dei comitati di zona, introduzione di un meccanismo premiante per i circoli e i comitati di zona virtuosi, struttura "federalista" del partito che premi le competenze dei territori e non la fedeltà al capo di turno.
Se l'evoluzione del quadro politico nazionale lo consentirà, entro i primi mesi dell'anno dovrà tenersi anche il congresso regionale del PD, atto conclusivo del periodo di commissariamento di Vannino Chiti. In vista di tale appuntamento inizierò a lavorare affinché i consensi ottenuti sui temi che ho posto all'attenzione del congresso provinciale possano allargarsi quanto più possibile.
Mi rendo quindi fin da adesso disponibile a creare un percorso comune che coinvolga, al di là delle correnti, chi ha in mente un PD diverso rispetto a quello attuale, ma soprattutto chi ha in mente una politica diversa, più sobria, più rappresentativa, più dignitosa ma anche più creativa di quella che attualmente conosciamo.
Sono, questi, principi nei quali mi riconosco appieno. E credo che dovrebbero essere fatti propri dal PD a qualsiasi livello, dal segretario nazionale all'ultimo degli iscritti, passando per dirigenti e amministratori locali, se vogliamo dare al partito un futuro che non sia fatto di puro galleggiamento e gestione dello status quo.
Pertanto penso che la spinta propulsiva messa in campo dalle amministrazioni locali che ci vedono coinvolti nel buon governo delle nostre città può fare da volano per la credibilità del PD anche a livello nazionale.
A Minturno il PD si sta cimentando con orgoglio, credibilità, competenza e coraggio nell'amministrazione del Comune. Non ho mai nascosto a te e al partito i miei dubbi nei riguardi del percorso seguito per giungere alla formazione dell'attuale giunta comunale, prima e dopo le elezioni della primavera scorsa. Dubbi che non mi hanno impedito di offrire, con lealtà, il mio contributo affinché Minturno potesse beneficiare di una classe dirigente cittadina rinnovata, anche se parzialmente, e per far si che il PD potesse finalmente essere messo alla prova nel governo della città. Con la stessa lealtà però ti dico che, avendo fatto della trasparenza e della legalità due cardini dell'azione politica del PD, non è possibile far passare sotto silenzio quanto le recenti cronache giudiziarie hanno portato all'attenzione di tutti noi.
Ti chiedo pertanto, come membro del direttivo comunale del PD, di mettere all'ordine del giorno della prossima assemblea del nostro circolo la richiesta di dimissioni del consigliere Romolo del Balzo dalla carica di Presidente del Consiglio Comunale.
Credo sia, quello delle dimissioni, un atto dovuto proprio a tutela del ruolo che Del Balzo ricopre nella vita politica cittadina, cosicché abbia modo di difendersi dalle accuse rivoltegli come meglio ritiene opportuno.
Ma credo sia anche un atto dovuto del nostro partito formulare tale richiesta, affinché quei principi di legalità e trasparenza ai quali tutti ci ispiriamo siano salvaguardati con coerenza e determinazione.
Roberto, sono certo che, in virtù dell'equilibrio dimostrato nello svolgimento della tua funzione di coordinatore, saprai dar voce a questa esigenza, pur nel rispetto del ruolo da te attualmente ricoperto nell'ambito del consiglio comunale.
Ti abbraccio fraternamente.