“Pronto, Mubarak?”
“Si, chi parla?”
“Sono Silvio”
“Silvio chi?”
“Il Presidente del Consiglio Italiano.”
“Ah…e che vuoi a quest’ora della notte?”
“Ecco, ci sarebbe qui da noi, a Milano, una prostituta minorenne che dice di essere tua nipote…”
“Ancora con questa storia della nipote? Silvio, te l’ho detto, nun ce provà!”
“Ma dai, Mubarak, sono nei casini, dammi una mano.”
“Si, vabbè, prima ti metti nei guai, poi cerchi aiuto dagli altri. Quante volte te lo devo ripetere che se racconto in giro una balla del genere mi cacciano dal Paese?”
“Ma dai, Mubarak, sei un dittatore come me, troverai anche questa volta la maniera di infinocchiare il tuo popolo. Guarda me, lo faccio tutti i giorni e sono passati 17 anni! E poi lo sai che ho un debole per le donne!”
“Silvio, ma ti sembra possibile che io possa consentire ad una mia nipote di fare la mignotta in Italia?”
“Ma non ti preoccupare! In Italia ormai si bevono qualsiasi cazzata racconto in TV. Se ne occupa un mio dipendente, Minzolini.”
“Lo so, ma questo è troppo.”
“Mubarak, non mi rovinare, aiutami! Almeno potresti dire che non ho colpe,che è la società occidentale a corrompere le giovani egiziane e per salvarle potresti minacciare di dichiarare guerra all’Europa!”
“Ma che sei pazzo??Ho già i miei problemi con i fondamentalisti islamici, ci manca l’incidente diplomatico con l’Italia e con L’Europa. E poi detto da te..Maometto mi fulminerebbe all’istante!”
“E va bene, allora racconto che non volevi prestargli i soldi per aprire un centro estetico e ho dovuto pensarci io.”
“Fa’ come ti pare.”
“Tanto il pelo tira sempre.”
“Ok.”
“Ciao.”
“Ciao.”