Non è che uno in piazza ci va così, in maniera acritica. Tra l’altro rinunciando ad un giorno di stipendio, che visti i tempi buttalo via. Però cammini, ascolti, ti guardi intorno. Gioisci, partecipi, condividi e rifletti. È vero, in uno sciopero c’è molto di rituale. I canti, i balli, gli slogan, gli striscioni, i cartelloni. Pure Bella Ciao va’, anche se quando la ascolto mi vengono sempre i brividi. E sugli effetti sono abbastanza d’accordo: probabilmente, anzi pressochè sicuramente, stasera non cambierà niente. L’articolo 8 sarà lì, la patrimoniale non sarà inserita in finanziaria e la manovra economica, con tutta probabilità, sarà licenziata dal Parlamento facendo pagare i soliti noti. Però di forme di protesta non è che ce ne siano rimaste molte, anzi. Ed è del tutto evidente chi, in situazioni del genere, porti su di sè la responsabilità delle divisioni. Non riesco, questa volta, ad essere d’accordo con Cristiana. Io lo sciopero l’ho fatto, e l’ho fatto anche per chi oggi, ricattato, felice, costretto, è andato al lavoro. L’ho fatto anche per chi è a partita IVA e pensa di non avere rappresentanza (e si sbaglia, perchè c’è il NIDIL). E me ne frego se nella CGIL ci sono cattivi esempi di sindacalista che allontanano i lavoratori dal sindacato. Lo so anche io, che alla CGIL sono iscritto. Parliamone. Domani. Ma oggi il tema era un altro. Dare voce a chi si oppone, nel Paese, alle politiche economiche scellerate di questo governo. Un governo che non chiede alcun sacrificio a chi può permetterselo, che penalizza per pura ideologia il lavoro dipendente, che toglie risorse agli enti locali, che fa perdere credibilità all’intera nazione, che non ha mai pensato alla crescita, che mette gli uni contro gli altri. Che ci porta verso il baratro. Allora non una giornata di sciopero, ma dieci, quindici, venti, trenta. Ad oltranza. Pure senza stipendio. Finchè non si tolgono di torno. Allora vedi come lo strumento avrebbe un senso. Purtroppo non accadrà. E staremo ancora, sempre, a discutere circa l’utilità di una giornata di sciopero.
analisi condivisibile. non starò qui a discutere dell’utilità di una giornata di sciopero (che reputo improduttiva, in ogni senso), ma mi auguro sia stata una manifestazione molto sobria e quanto più possibile priva di quegli aspetti che definisci “rituali” e che sono facile e giusto bersaglio di critica.
mi permetto solo di punzecchiarti su un aspetto: da lavoratore autonomo (al top storico della tassazione), avrei preferito citassi la penalizzazione del LAVORO tout-court… ma tant’è… alla prossima occasione…
Fabio, che QUESTO governo sia ideologicamente contrario ai lavoratori dipendenti è un fatto. E che quindi, tendenzialmente, denigri e penalizzi quasi esclusivamente i lavoratori dipendenti, non reputando che costiuiscano un potenziale bacino elettorale, è un altro fatto. Semmai ci sarebbe da chiedersi coma mai QUESTO governo non riesca nemmeno a fare gli interessi dei lavoratori autonomi (a parte quelli che evadono il fisco), che invece dovrebbero essere parte dell’elettorato berlusconiano. Ma qui entriamo nel mare magnum (?) dell’inettitudine di B. & Co. a governare.