La Direzione Nazionale del PD si è tenuta ieri, è andata come sappiamo e non è mia intenzione alimentare polemiche.
Si alimenteranno da sole. Basta aspettare l'appuntamento di Torino del 22 gennaio.
Però voglio capire.
Fanno parte della Direzione Nazionale 240 persone.
La votazione di ieri sul documento del Segretario ha fatto registrare 127 si, 2 no e 2 astenuti.
E gli altri 109?
Non hanno partecipato al voto, per vari motivi.
Qualcuno se n'è andato prima.
Qualcuno non è andato affatto.
Qualcuno c'era, ma non ha votato.
Qualcuno c'era, ma era come se non ci fosse.
Qualcuno c'era, ma era meglio che non ci fosse.
Qualcuno c'era, ma forse aveva sbagliato stanza.
Abbiamo seguito tutti, nei giorni scorsi, il dibattito in corso nel PD.
Bersaniani. Veltroniani. Mariniani. Vendoliani. Ulivisti. Rottamatori. Marchionnisti. Fiommisti.
Una pletora di posizioni, tutte legittime, che hanno animato il dibattito e, in alcuni casi, le polemiche.
Vige però nel PD, come forse in tutti i partiti, la regola non scritta di non esprimere un voto se non si hanno i numeri.
Ma allora, se non sono utilizzate le sedi a ciò democraticamente preposte, per esprimere esplicitamente il proprio dissenso cosa si utilizza?
Le dichiarazioni a mezzo stampa?
Le lettere?
Le interviste?
Le pagine dei blog?
I convegni delle fondazioni?
Sinceramente sono stufo di questo falso unanimismo, sono stufo del'ipocrisia di fondo che lascia, come sempre, i problemi a covare sotto la cenere, in attesa della prossima occasione.
E intanto si continua con il gioco al massacro, con la delegittimazione, con il logoramento.
Non mi piacciono le conte, ma la chiarezza si.
C'è una linea (si, vabbè) proposta dal Segretario.
Sono d'accordo? Voto si. Non sono d'accordo? Voto no e porto delle proposte alternative. Alla luce del sole.
Credo che continuare su questa china non faccia che aumentare la confusione, la disillusione, la delusione.
Continuare così allontana cittadini ed elettori dalla politica. E dal PD.
Non si era detto di rottamare i metodi?