Scomodo Aristotele per estendere alla politica princÎpi che ormai hanno preso piede.
A livello locale abbiamo Tiero e Moscardelli.
A livello nazionale Alfano e Renzi.
Tutto torna. Tutto tornerà.
A distanza di una quindicina d’anni Massimo D’Alema (a modo suo) riconosce l’errore: non avrebbe dovuto accettare l’incarico di formare un governo (super-ego? amor di patria?). Piuttosto si doveva andare al voto.
A distanza di un paio d’anni e mazzo praticamente tutti riconoscono l’errore: il governo Monti non doveva nascere (super-ego? amor di patria?). Piuttosto si doveva andare al voto.
Probabilmente nei prossimi giorni nascerà il governo Renzi (super-ego? amor di patria?). Per fare cosa non si sa. Mi resta un po’ difficile credere in un rinsavimento di Alfano & Co (e perché no, anche di Berlusconi, del resto se gli restituisci il ruolo di padre della patria…) tale da consentire di mettere in atto ciò che serve per il lavoro, per ristabilire gli equilibri in Europa. Cosucce, insomma. Se lo schema non cambia, assisteremo ad un altro periodo imprecisato di galleggiamento, di tira e molla, di mezze riforme. Vedremo.
Ciò che è praticamente certo è che, tra qualche tempo, tutti saranno d’accordo sul fatto che sarebbe stato meglio andare a votare.
Ad oggi, la voce contraria sembra essere una sola (anche se la “base” inizia a farsi sentire).
p.s offrire ad Enrico Letta un posto di ministro degli esteri, oppure nella Commissione Europea, sarebbe davvero squallido. Roba da Prima Repubblica.
Alfano dice che chi ha sbagliato, per la vergogna del CIE di Lampedusa, pagherà. E allora ne tragga le conseguenze e si dimetta. Se ne vada lui, che nel 2002 era già in Parlamento ed ha contribuito ad approvare la Bossi-FIni, che ha reso la condizione degli immigrati che entrano in Italia indegna di un Paese Civile. Se ne vada in quanto Ministro dell’Interno, da cui i CIE dipendono. A cascata se ne vadano il Prefetto e tutti quelli che hanno responsabilità diretta e indiretta nella gestione di questi lager del terzo millennio. Se ne vada la cooperativa che gestisce i servizi. Se ne vada chi sapeva e ha taciuto. Se ne vadano e spariscano gli uomini e le donne che diventano carnefici disumani, in perfetto stile Abu Ghraib. Se ne vada o taccia chi, nel PD, ha approvato nel 1998 la legge Turco-Napolitano che istituì i CIE e adesso si indigna,
E se non si riesce ad approvare una nuova legge sull’immigrazione, se ne vada tutto il governo Letta, perché sarà corresponsabile della vergogna che si è perpetrata tra quelle mura, fatti che provocano l’indignazione di tutta l’Europa.
Ieri ero a Milano, all’Assemblea Nazionale. Con tanti compagni di viaggio, ed è stato bello ritrovarci lì. È stato bello anche incontrare quelli che mi sono (ci siamo) perso per strada. Percorsi politici differenti ma la stima personale resta immutata.
Era la giornata del segretario, e Renzi si è preso il palcoscenico. Giusto così. Tante speranze, tante aspettative. Un discorso di un’ora e venti molto evocativo, poco concreto. Moltissime cose da fare, alcune bellissime. Ma come farle non è che sia stato proprio chiarito. Lasciate fare a me è un metodo di lavoro che ho già sentito da qualche parte, e non è che sia andata proprio bene.
Vedremo.
Completamente assente, nelle parole di Renzi, la forma-partito. E non è un caso che in Direzione Nazionale non sia stato chiamato Fabrizio Barca.
Forse le uniche cose concrete di cui ho sentito parlare sono state la trasformazione del Senato in camera delle Regioni e la richiesta di mettere al centro dell’attenzione, quale punto qualificante dell’accordo con il NCD per il prossimo anno-anno e mezzo (si passa dalle larghe intese al governo di coalizione, sigh!), il tema delle civil partnership (sappiate che quando si utilizzano termini anglosassoni vi vogliono fregare). Due cosucce da niente che porterebbero dritti dritti al voto (ve li immaginate Giovanardi, Formigoni, Cicchitto che dicono si al riconoscimento di un diritto che sia uno?), con buona pace dell’asse con Enrico Letta (si vis pacem para bellum diceva qualcuno), che sarà messo sulla graticola a fuoco alto,
Del resto, se lo può permettere, Renzi, di restare un anno a guardare un governo del non-fare, messo in congelatore mentre qualcuno, e potete giurarci, medita vendette?
Giusto per chiuderla, ‘sta vicenda Alfano-Ablyazov. Come se poi fosse possibile. Vabbè. Aver trasformato il voto di fiducia sull’operato di un ministro che mente spudoratamente nel voto di fiducia all’intero esecutivo. Che proprio perchè ha un ministro che mente spudoratamente fnisce per essere indebolito e screditato nella sua interezza. Qui sta la differenza tra un presidente del consiglio con le palle e uno senza. Qui sta la differenza tra un partito con le palle e un partito senza. Tra un partito e un non-partito. Potere di interdizione zero. Su questa vicenda come su tutto il resto. F35, IMU, IVA. Adesso tocca ai diritti. Tra un pò alla giustizia (di nuovo). Siamo semplicemente arresi. Al Capo dello Stato. Alle necessità del PDL. Alle volontà dei singoli. Al destino cinico e baro.
Il Senato che diventa luogo dell’ipocrisia. Istituzioni vilipese, oratori da strapazzo che si arrampicano sugli specchi stravolgendo la realtà. Le forze dell’ordine in versione usa e getta (e vorrei capire, da oggi, quale fiducia possano avere nel proprio capo supremo, nel Governo, che per coprire un ministro inadeguato mettono in atto uno scaricabarile sui sottoposti degno di ragazzini che giocano a rubamazzetto). L’errore di confondere i piani, la responsabilità politica dei singoli e l’azione del governo. Un governo anch’esso inadeguato, che non è in grado di mettere mano alle riforme strutturali di cui questo paese ha bisogno perchè da non si riforma un paese con i veti incrociati e con gli interessi dei singoli. Abbiate pietà, mettete mano alla legge elettorale (non avete l’autorevolezza e la dignità per mettere mano alla Costituzione, non sarete mai padri costituenti), prendete un provvedimento uno che detassi il lavoro e introduca un po’ più di uguaglianza in questo benedetto Paese e andiamo a votare. E, se possibile, sparite.
Ce lo chiediamo in tanti, tantissimi. Forse non c’è.
Ragazzi, ho fatto una scoperta sensazionale. Ma davvero. Il governo Alfetta si è dato 18 mesi per le riforme costituzionali, e ha dato l’incarico ai 35 saggi di riscrivere anche la legge elettorale. Così se le riforme non si fanno e si torna a votare, ci cuccheremo ancora il Porcellum.
Shhhh….non lo dite in giro, eh! Si dovesse svegliare qualcuno…shhhhh….
Casini mi sta sul culo. Profondamente. E non è una novità. Però non credo che sia un pazzo. Non credo parli a vanvera. Allora vorrei che qualcuno, nel PD, dicesse ora, subito, definitivamente, inequivocabilmente, che di proseguire con l’alleanza PD-UDC-PDL, Monti o non Monti, nella prossima legislatura, non se ne parla. Grazie.