Vorrei sommessamente ricordare che Bobo Maroni (quello bravo nordico che ha preso l’abilitazione da avvocato a L’Aquila), tra i suoi successi alla lotta alla criminalità organizzata, salvò il culo alla giunta comunale di Fondi (per la quale il prefetto Frattasi chiese lo scioglimento per infiltrazioni mafiose) e a Cosentino. Così, per dire.
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Scoppia la coppia (in Lombardia)
Eclissi di Sole (delle Alpi)
Che triste fine, quella della Lega. E di Umberto Bossi. Come nella tradizione dei peggiori dittatori. Il tiranno, malato, che designa il figlio demente come suo successore. Che si prende i soldi del partito per la sua famiglia. Che mette a tacere gli oppositori interni (vabbè, Maroni). Che truffa i bilanci per ottenere i rimborsi elettorali. Che tiene rapporti strani con la ‘ndrangheta. Che grida al complotto dei magistrati. Che investe soldi in Tanzania.
Ciao ragazzi in camicia verde baciati dal sole delle Alpi, razzisti, omofobi, antieuropeisti, demagoghi, demastronzi. Non sentiremo la vostra mancanza.
Lega brutta e cattiva. Ma anche no.
Si sa, quando un animale viene catturato e si sente in pericolo di vita tenta in tutti i modi di divincolarsi, si agita, magari morde pure. Paragonare la Lega ad un animale è un’offesa agli animali, mi rendo conto, perchè quelle in camicia verde sono bestie politiche di rarissima ferocia. Nulla a che vedere con le regole del mondo animale, dell’etologia. Sentono mancare la terra sotto i piedi e si agitano. Tornano alle origini anche se poi non è che in tutti questi anni abbiano tenuto un profilo moderato, o istituzionale, o semplicemente civile. La cronaca di questi giorni è piena di interventi di illustri esponenti leghisti che costituiscono un unicuum rispetto alle cronache degli ultimi vent’anni. Spiace che alcuni, nel PD, se ne accorgano solo ora, e allora giù bastonate, perfino su Twitter, contro la LegaBossiCalderoliCastelliMaroniTrotaBricoloReguzzoni, quella Lega al centro di ammiccamenti e corteggiamenti e proposte indecenti, quella Lega del possibile Presidente del Consiglio Bobo Maroni, Il (nuovo) Migliore. Ma era consentitito tutto, pur di far cadere B. e il suo governo. Ma state tranquilli, i tempi delle alchimie per alcuni non finiscono mai, e allora Bobo tornerà ad essere Il Migliore. Corsi e ricorsi storici. Ahinoi.
Vai Bobo, vai
Maroni se ne deve andare non solo perché non ha saputo garantire l’ordine pubblico durante la manisfestazione di ieri. Maroni se ne deve andare soprattutto perché non riesce più a garantire che la lotta alla criminalità organizzata sia portata avanti non dico in un modo decente, ma semplicemente portata avanti. Il miglior minnistro dell’Interno che il Paese ricordi. Mafaciteceopiacere! E se va via pure il ministro della giustizia Palma è ancora meglio. E se va via il governo siamo all’apoteosi.
Leghisti minus habens?
Mi rivolgo quindi all’elettorato leghista, a quelli che per anni ci hanno detto in ogni salsa che ce l’hanno duro: è ora di dimostrare questi attributi. Ma non contro i terroni o contro gli extra-comunitari, ma proprio contro la vostra classe dirigente, che vi sta bellamente prendendo per i fondelli. E finché non vi ribellerete e non li richiamerete all’ordine sui principi che vi legano, avranno ragione di farlo e di continuare a farlo. Un’ultima cosa: magari, per il bene di tutti noi, fatevi sentire prima di domani (oggi, nd.r.), quando i vostri salveranno il Ministro imputato per mafia. Con buona pace della lotta alla mafia di Roberto Maroni.
Una grande Giulia Innocenzi, qui.
Il coraggio di Bobo
Mi sono sempre piaciute le contraddizioni. Come quelle di Bobo Maroni. Leghista che indossava l’eskimo. Che salva il culo del ministro Romano ma fa il culo (si fa per dire) al ministro Brunetta per l’idea, folle, di abolire la certificazione antimafia. Che fa lo sborone illustrando mirabolanti successi del governo nella lotta alla mafia e non ha il coraggio di sciogliere per mafia il consiglio comunale di Fondi, feudo incontrastato dell’ex poliziotto senatore Fazzone e delle famiglie calabresi, nonostante il parere del prefetto Frattasi. Che coraggio, Bobo. Un gran ministro. Il migliore. Davvero.