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Facciamo le cose urgenti e torniamo al voto

Parole sagge, direi.

Pippo Civati e adesso? Non sarà mica che, come da profezia sposettiana, con la condanna di Berlusconi il Pd implode?
“Il Pd non implode ma non è il momento dei giri di parole, occorre una linea più chiara. Questa sentenza è un fatto di straordinaria gravità. Se fossimo stati all’opposizione, ne avremmo dette di tutti i colori”.”Chiarezza sulla durata del governo non si può andare oltre il semestre europeo”

E invece siete al governo con il Pdl.
“Questi compagni di viaggio non riusciamo più a sostenerli. Bisogna rivedere le ambizioni, la durata, le priorità di questo governo”.

Si può tentare di separare la sorte giudiziaria di un uomo, sia pure del leader, dal resto del Pdl?
“Ma come si fa? Scherziamo? Ci dimentichiamo che il Pdl, quando la Cassazione fissò l’udienza, voleva già bloccare i lavori del Parlamento? E ci ricordiamo che l’attuale vicepresidente del consiglio, Angelino Alfano, è autore di leggi ad personam costruite per salvare Berlusconi? Non possiamo archiviare tutto”.

Napolitano invita a non coinvolgere l’attività del governo nel terremoto di queste ore.
“Non è possibile. Il Pd ha speso tutta la sua credibilità sulle larghe intese che ora hanno un equilibrio precario, insostenibile”.

Non le sono sembrate sufficientemente tranchant le parole di Epifani?
“Io non voglio parole tranchant, voglio chiarezza sulla durata e la modalità di questo governo. Bisogna trovare una onorevole via d’uscita”.

Agenda ridotta.
“Mica penso che il governo vada buttato giù domani mattina. Letta non se lo merita. Facciamo la legge elettorale, con o senza Pdl, inquadriamo la legge di stabilità e finiamola lì”.

Vendola dice: il Pd non può avere più un alleato come Berlusconi, condannato per frode fiscale.
“Ci sono battaglie che noi facciamo da sempre. Marrazzo si è dimesso, Penati anche, il Montepaschi ci ha aperto ferite brucianti. Il Pd deve fermarsi e riflettere. Il governo sta lanciando in queste ore una guerra all’evasione fiscale. E’ tutto così scivoloso, come si fa a non capirlo? Come si fa a pensare di andare oltre il semestre europeo e iniziare il cammino delle riforme costituzionali?”.

Berlusconi da ieri è politicamente morto?
“Berlusconi non muore mai… Gli elettori avevano già decretato la sua sconfitta alle elezioni ma noi, i grillini, non siamo stati capaci di costruire qualcosa di alternativo”.

Ripercussioni immediate all’interno del Pd?
“C’è un fronte governista ancora molto ampio. Bisogna capire però se questa cosa regge”.

Secondo lei cosa farà Berlusconi?
“Non lo so. Che si dimetta o no da senatore poco importa, il problema politico rimane tutto. Il problema c’è quando si decide di salvare Alfano dopo lo scandalo kazako. E’ su questo che il Pd deve ragionare…”.

Lei ha definito “giri di parole” le prime dichiarazioni di Epifani. Cosa avrebbe detto al suo posto?
“Avrei detto: “Signori questo episodio compromette la serenità necessaria per fare le riforme. E’ un fatto oggettivo. Ne prendiamo atto. Facciamo le cose urgenti e torniamo al voto””.

Corde che si spezzano

Non va. Non può andare così. Anche il senso di responsabilità ha un limite. Quand’anche fosse responsabilità. E nel caso di molti nemmeno lo è. Si tratta piuttosto di un disegno preciso. Perchè si sapeva dall’inzio che la situazione sarebbe stata esattamente e irrimediabilmente questa. Un ricatto continuo. E quindi serve un’altra responsabilità. Non quella nei confronti delle cose da fare, che tanto questo governo non riuscirà a fare nulla di ciò che serve realmente al Paese (e anche questo si sapeva). Serve la responsabilità politica di ammettere i propri errori, ossia che questo governo, così come è nato, nemmeno doveva nascere. Diciotto mesi, poi due anni, poi tre. Per fare cosa? Per fare da stampella ai guai giudiziari di Berlusconi? Perchè altrimenti cade il governo? Ma la dignità, in questo partito, che fine ha fatto? Abbiamo digerito i rinvii su F-35, su IMU, sulla legge anticorruzione (approvata oggi all’unanimità in commissione giustizia, ma voglio vedere in aula). Adesso anche le forzature nei riguardi della Corte di Cassazione. Perchè il rinvio di tre ore ci può anche stare, ma è la motivazione che grida vendetta.

La corda si spezza con gli elettori, Epifani, non con il PDL. Con il PDL ce la stiamo mettendo al collo, la corda. Ma anche la corda al collo, evidentemente, diventa un’ancora di salvezza per chi ha voluto tutto questo. I 101, i responsabili, quelli che vorrebbero che nelle mozioni congressuali fosse reso obbligatorio il sostegno al governo PD-PDL. Ma facciamolo subito il congresso, e facciamo il PD che vogliamo, noi che ci abbiamo sempre creduto. E mandiamo in pensione un gruppo dirigente cialtrone, i vecchi e i giovanivecchi che ci hanno portato esattamente dove volevano perchè altrimenti non sarebbero sopravvissuti ad una stagione politica nuova, che sanno vivere solo di tatticismi, di formule, tanto più valida quanto più astruse e incomprensibili. Aria. Nuova.