La commissione nazionale di garanzia del PD è al lavoro per decidere definitivamente in merito ai cosiddetti “impresentabili” (Crisafulli, Capodicasa, Genovese, Papania, Caputo). La mia opinione è che nessuno di “impresentabile” dovrebbe presentarsi (a meno di Rosaria Capacchione per la quale mi sembra che la situazione sia leggermente diversa rispetto alle altre). Al di lá del codice etico, che sono sicuro Bersani fará applicare nel modo più rigoroso possibile, penso che ci siano dei motivi di opportunitá che dovrebbero spingere a compiere delle scelte. Se vuoi fare una campagna elettorale puntando il dito contro dei fenomeni che allargano la zona grigia nella quale spesso si muovono alcuni esponenti delle coalizioni avversarie e che a volte vedono coinvolti anche esponenti del PD, allora bisogna avere la forza di chiedere ai singoli un sacrificio personale di cui beneficerebbe tutto il partito. Stesso discorso andava fatto per i consiglieri uscenti della Regione Lazio che non si sono macchiati di alcun reato ma che portano su di sè la responsabilità politica di aver avallato un sistema di proliferazione delle spese dei gruppi consiliari. Persone “scartate” alla Regione, ma in parte “promosse”, non si sa con quale criterio (ah, i voti!) a Camera e Senato. E se non sono stati promossi in prima persona allora subentrano i parenti. E non lamentiamoci se poi ci scappa un ricorso sacrosanto. Come dice Giovanna Cosenza anche questa è comunicazione: sbagliata, ma sempre comunicazione.