E adesso scatta la corsa per proclamarsi vincitori, nelle elezioni siciliane. Ho vinto, ho vinto! dice Crocetta. Ma che hai vinto, ma che minchia hai vinto? Una regione nella quale votano meno del 50% degli aventi diritto chiunque ha partecipato alle elezioni (eccetto M5S, ahinoi) dovrebbe avere semplicemente la decenza di dire: ho fallito. Abbiamo fallito. Tutti. Senza appellarsi all’antipolitica, al qualunquismo. Ma perchè gli elettori avrebbero dovuto sentirsi attratti da chi ha (s)governato con Lombardo fino a pochi mesi fa, con chi si è alleato con un pezzo di UDC che non ha rinunciato a candidare inquisiti e condannati? Di Musumeci e Miccichè nemmeno parlo. Il tandem Marano-Fava almeno non avevano inquisiti nelle liste, ma comunque non si può dire che rappresentassero una novità politica, nel panorama siciliano. Una classe dirigente che non ha più alibi si arrampica sugli specchi mentre non capisce che attorno tutto crolla, che le persone sono stufe, e che la loro inerzia travolgerà tutto e tutti. Ma di questo ha bisogno la Sicilia? Di questo ha bisogno l’Italia?
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Spargere il sale
Io leggo queste cose e mi sento ribollire il sangue, a centinaia di km di distanza. Perchè se Lombardo continua a nominare nei posti chiave dell’amministrazione Siciliana amici, parenti, amici degli amici, e non sento levare dal PD un grido, una voce, un gesto, allora l’unica cosa che mi viene da pensare e che stiano avallando tutto questo. E per chi dissente, non è più l’ora di parlare, ma di fare i fatti. Gliel’ho detto a Davide Faraone, se non vuoi essere connivente dimettiti dall’ARS. La risposta è stata che dimettersi da soli non serve a niente. Forse si, ma forse servirebbe quantomeno a distinguersi dallo schifo che è il PD Siciliano. E allora che si fottessero Cracolici, Lumia, Lupo, il mafioso Crisafulli e compagnia cantando. Alle prossime elezioni il PD Siciliano deve prendere lo zero virgola zero per cento. E sulle macerie, forse, si potrà costruire qualcosa per quell’isola meravigliosa e maledetta. E nel frattempo, il mio sostegno a Claudio Fava.
Primarie nel congelatore
Mila Spicola scrive a Pippo Civati, che oggi ha riunito un bel pò di belle persone a Varese, per parlare di Nord, di Italia. Della Prossima Italia. E le parole di Mila, magicamente, sembrano adattarsi ad innumerevoli situazioni che spesso vedono il PD protagonista, e non sempre in positivo. Come in Sicilia. Come a Minturno.
Carissimi amici,
Palermo vi saluta. Devo dire mi spiace non esserci perché la categoria Nord implica quella del Sud e mi piacerebbe che venga presto il tempo in cui a queste due categorie se ne sostituisca solo una: Italia.
Come dice bene Pippo: Prossima fermata Italia. Però adesso così non è. Il presente è il tempo della frammentazione, della divisione della mancanza di coesione nel nostro paese come dentro i nostri paesi. Io sono a Palermo e vi chiedo di accendere tutti i quanti i riflettori sulla quinta città d’Italia. Avremo le amministrative tra qualche mese e ancora regna il caos. Stanno naufragando le primarie.
Il nostro partito è dilaniato da una divisione ormai non più sostenibile. Quella del sostegno o meno al governo lombardo. Sostegno che diventa la chiave della divisione a ogni livello. Non continuate a chiederci “ma come è potuto accadere tutto ciò”, vi chiedo dove siete stati tutti mentre tutto ciò accadeva perché è bene dirlo: ciò che accade in Sicilia determina i destini politici nazionali. Giù al Nord dovreste stare con gli occhi spalancati in questi istanti mentre, come è probabile, salta tutto dentro il Pd Sicilia: saltano le primarie, saltano gli statuti e saltano le regole. Possiamo permetterlo? Alcuni di noi si stanno battendo strenuamente per assicurare forza e valore all’unico strumento di consultazione popolare, le primarie, che potrebbe scardinare le dinamiche malate e toglierci dall’angolo in cui ci ha costretti la parte filogovernativa del Pd siciliano.
C’è chi lo ripete a forza da più di un anno dentro il partito, Davide Faraone, c’è chi lo dice da qualche mese da fuori del partito, Rita Borsellino. La verità è che per adesso il Pd siciliano è una bomba pronta a esplodere e a deflagrare e il gioco è quello di evitare qualunque tipo di consultazione allargata all’esterno delle segrete stanze. Ricordatevi: senza Sicilia non c’è Italia. Le primarie sono congelate, questa è la formula uscita ieri. Se le congelano qua potrebbero farlo altrove, se il centrosinistra si spacca a Palermo, succederà anche altrove snaturando le identità nei mille opportunismi tattici di alleanze più o meno risicate senza che ciò abbia il consenso dei nostri elettori e della nostra gente.
Questo è adesso l’inverno del nostro scontento. Noi siamo con voi, siate anche voi con noi e non limitatevi a “guardare dalla finestra”, fate uscire da Varese un documento di solidarietà e richiesta ufficiale di primarie a Palermo senza se e senza ma, allargandolo anche alle altre forze politiche della sinistra: Idv e Sel. Che lo dica tutta l’Italia che Palermo debba avere le sue primarie senza cadere nei giochi e nelle trappole di tatticismo di chi non ha a cuore né l’Italia, né la Sicilia, né il Pd ma solo e soltanto la propria sfrenata volontà di mantenere posizioni ormai indifendibili e superate dai tempi.
Per tutte le stagioni
Continuo a chiedermi come sia possibile che il PD, in Sicilia, stia ancora in giunta con Lombardo. Non paghi, iniziano già le manovre in vista delle prossime elezioni regionali. Tutto è possibile, compresa la candidatura, per il PD, di Sergio D’Antoni. Un cavallo vincente, non c’è che dire. E siccome i vecchi big del PD hanno il dono dell’ubiquità, si pensa a D’Antoni anche come possibile Sindaco di Palermo. Meno male che c’è Davide Faraone.