Voci insistenti, ci dicono che la Cina acquisterebbe titoli di stato italiani. Si muove Tremonti in persona, quello dei dazi. Qualcuno lo spieghi alla Lega, che tuona contro i ristoranti etnici e i commercianti cinesi che, invadendo pezzi delle nostre città, metterebbero a repentaglio la nostra identità culturale, insieme a kebabbari di varie etnie mediorientali. Qualcuno lo spieghi al sindaco di Prato, che sparando ad alzo zero contro i piccoli industriali tessili cinesi ci ha vinto una campagna elettorale.
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A ciascuno il suo
“Perché se a chiederti di cambiare è un governo fatto di partiti personali e di persone che riproducono i tuoi vizi antichi: come fai a credergli?”
“L’immobilismo e l’impotenza di Berlusconi sono diventati il problema dell’Italia, ma la tragedia del Paese è che le opposizioni non hanno usato il lungo tempo del crepuscolo berlusconiano per diventare, esse, la soluzione che il Paese attende.”
La crisi economica Italiana ha cause esogene e cause endogene, come ci ricordano, oggi, Luca Ricolfi e Ilvo Diamanti.
A un passo dal baratro
Non sono un economista, non mi cimenterò in analisi che altri fanno, in queste, ore, infinitamente meglio di me. Ma credo che ciò che sta accadendo in Italia sia sotto gli occhi tutti, al di là delle appartenenze politiche. Al netto della speculazione finanziaria, semplicemente i mercati, le istituzioni europee e mondiali, non hanno una briciola di fiducia sul fatto che, allo stato attuale, il governo italiano possa garantire il pagamento dei debiti. Ma del resto come potrebbero aver fiducia in un premier che, di fronte alla richiesta di mettere in campo da subito provvedimenti strutturali che rilancino l’economia, rimanda a settembre la discussione sulle misure da adottare, mentre il Parlamento chiude e i parlamentari discutono se andare o meno in pellegrinaggio? Come potrebbero avere fiducia in un Paese guidato da un ologramma umano che suggerisce, in tale frangente, di investire nelle sue imprese, ennesimo conflitto di interessi? O che racconta aneddoti del padre che evidenziano, ancora una volta, come B. sia un imprenditore del tutto avulso da qualsiasi forma di rispetto per i mercati, per le istituzioni e per lo stesso mondo imprenditoriale di cui fa parte? Temo seriamente che questi dilettanti porteranno l’Italia al default, allora meglio qualunque cosa che non sia questo scempio, i cui danni ricadranno, al solito, sulla parte più debole e indifesa del Paese.