Latina, nella storia italiana, ha un posto tutto suo. La fondazione della città da parte di Mussolini, la bonifica dell’agro pontino, gli emigrati dal Veneto. In estrema sintesi, una città da sempre considerata di destra, per motivi storici, sociali, culturali. E quindi persa, da un punto di vista politico. Non è mai valsa la pena fare battaglie, a sinistra, per Latina. L’esito delle elezioni è sempre stato scontato.
Quest’anno, invece, è diverso. Forte delle divisioni della destra locale, che ha portato alla caduta della giunta Zaccheo, forse il centrosinistra ha, mai come questa volta, un’occasione storica. Claudio Moscardelli, superate (almeno per ora) le polemiche, tutte interne al PD, che si sono consumate con la sfida delle elezioni primarie e del congresso provinciale, è riuscito a compattare il PD e il centrosinistra attorno alla sua persona. Certo, non si vince a Latina semplicemente con le persone, ma con un progetto per la città e soprattutto con un PD forte e autorevole. I presupposti per fare bene ci sono tutti, il PD presenta una squadra all’altezza ed ho avuto modo, in questi mesi, di conoscere persone davvero in gamba. Emilio Ciarlo, Andrea Giansanti, Nazzareno Ranaldi sono amici che spero vivamente possano sedere nel nuovo consiglio comunale. Senza nulla togliere agli altri, però, io tengo per Fabrizio.
Ad onore del vero, però, due note stonate ci sono. La prima è la limitata presenza di donne in lista (5 sono davvero pochine). La seconda, invece, è la candidatura di Roberto Cannizzaro, ex FI, e di Aristide Carnevale, padre di un ex consigliere UDC che ha avuto qualche guaio con la giustizia. Soprattutto quest’ultima, potevano risparmiarsela. Speriamo che gli elettori sappiano scegliere a chi dare la propria preferenza.