Archivi tag: Fabio Luciani

Alla Regione Lazio scegli Fabio Luciani, democratico

Siamo ormai a due giorni dal voto e per me la sobrietà rimane la priorità. Sarà forse impopolare ma ho scelto di non festeggiare la chiusura della campagna elettorale. E’ impensabile dopo gli scandali della Regione Lazio e dell’Italia in generale, di poter trovare il coraggio di festeggiare e di investire risorse in spumante e torte. Se ho deciso di non lasciare spazio allo sperpero di denaro è perché credo in una politica sana, che festeggia in unico modo, stando tra la gente e non solo il mese prima del voto. Festeggeremo con i fatti quando saremo in Regione, rimboccandoci le maniche, lottando alla corruzione e riportando la politica tra la gente. Non posso condannare chi ha scelto di chiudere la campagna in grande stile, in grandi hotel, in ristoranti o locali rinomati. Per quanto mi riguarda però preferisco chiudere la campagna continuando a stringere mani e scambiare opinioni per le strade e nelle piazze, nei negozi, o come è capitato proprio questa mattina nelle case di chi mi invita a salire a prendere un caffè.

Questo è Fabio, ragazzi. Da due anni e più condivido con Fabio l’attività politica, la nostra visione del PD. Abbiamo condiviso battaglie nella direzione provinciale e regionale: primarie per i parlamentari, trasparenza dei contributi degli eletti, stop ai doppi incarichi, rispetto dello statuto, valorizzazione merito, no alle alleanze con l’UDC, no alla ricandidatura dei consiglieri regionali uscenti, maggiore sobrietà della politica, no ai manifesti abusivi. Se volete cambiare tutto alla Regione Lazio votate per Fabio. Fidatevi.

Il PD incontra i cittadini. A Minturno

Un incontro molto partecipato, quello che si è svolto ieri a Scauri con i candidati del Partito Democratico a Camera, Senato e Regione Lazio. Di questi tempi un centinaio di persone che seguono un dibattito di domenica mattina, con una splendida giornata di sole e il mare che ti invita ad una passeggiata sulla spiaggia,  è sempre un mezzo miracolo.

Durante questa campagna elettorale non ci sono state, in provincia di Latina, molte occasioni nelle quali fossero presenti tutti i candidati alle elezioni regionali (Nicoletta Zuliani, Fabio Luciani, Enrico Forte e Giorgio de Marchis) e i candidati a Camera e Senato (Claudio Moscardelli, Emilio Ciarlo, Sesa Amici, Salvatore La Penna e il vostro affezionatissimo). Un fatto positivo, come evidenziato da tutti. Ah, averne fatti di più, di incontri così!

Comunque, a parte qualche piccola polemica legata alla passata consiliatura regionale, un incontro proficuo. I candidati alla Regione Lazio hanno illustrato le priorità contenute nel programma del candidato alla presidenza Nicola Zingaretti: legalità, sanità, trasporti, trasparenza su tutti. I candidati a Camera e Senato hanno ribadito la necessità di far conoscere quanto più possibile, nell’ultima settimana di campagna elettorale, il programma del PD e della coalizione Italia Bene Comune, per restituire al Paese un governo stabile, autorevole e responsabile. Il vostro affezionatissimo ha rinnovato ai candidati l’invito a sottoscrivere l’appello di Riparte il Futuro contro la corruzione e ho chiesto nuovamente ai Claudio Moscardelli e Sesa Amici, che saranno i nostri rappresentanti nel futuro parlamento, di spendersi affinchè sia istituita una Commissione Parlamentare di’Inchiesta sul disastro ambientale provocato dalla centrale nucleare del Garigliano.

La buona creanza

Ora io capisco la rappresentatività, l’esperienza, il consenso. Capisco pure i voti, così scendiamo terra terra. Però penso che gli elettori vadano rispettati. Soprattutto quando ti affidano un mandato, qualche mese fa. Tipo a consigliere comunale. Perchè non trovo corretto candidarsi a tutto. E allora chiedo ai candidati PD della provincia di Latina a Camera, Senato e Regione Lazio che si trovano nella potenziale situazione di cumulo di incarichi di rassegnare le proprie dimissioni all’atto dell’accettazione della candidatura.

Il nuovo cammino del PD Lazio (e portiamoci appresso la bussola)

E così oggi, in concomitanza con il 151esimo anniversario dell’Unità d’Italia, inizia una nuova fase nella vita del PD Lazio. L’assemblea regionale ha ufficialmente designato Enrico Gasbarra alla guida del Partito Democratico, e al nuovo segretario vanno tutti i miei auguri di buon lavoro.  Ad Enrico spetta un lavoro non facile, perché il partito viene da anni di lacerazioni e contrapposizioni interne, e perché ci aspettano delle sfide difficilissime nelle elezioni amministrative che si celebreranno nel 2012 e nel 2013. Nel suo discorso di insediamento Gasbarra ha dimostrato di avere la consapevolezza di tutto ciò e si è quindi più volte appellato all’unità del PD Lazio affinché il partito possa presentarsi in maniera forte ed autorevole sulla scena politica regionale. Per costruire un’alternativa credibile ai disastri della giunta Polverini e ovunque il centrodestra governi (mi viene in mente la Provincia di Latina, chi sa perchè?), per supportare le amministrazioni di centrosinistra attualmente al governo, per essere un punto di riferimento laddove il PD è all’opposizione.

Enrico Gasbarra potrà vincere la sua sfida se avrà dalla sua un partito più compatto possibile, certo. Ma soprattutto se dimostrerà di essere quanto più “autonomo” rispetto alle differenti correnti del partito che lo hanno supportato nella sfida delle primarie. Abbia il coraggio, Gasbarra, di esercitare la sua leadership pressoché plebiscitaria (eletto con più dell’80% dei consensi) per imporsi anche su chi, il partito, vorrebbe ingessarlo e sottometterlo al potere dei capibastone.

Le primarie consegnano a Gasbarra un partito vivo. Un partito con innumerevoli problemi ma vivo. Un partito che discute. E se discussione c’è stata, in questi mesi, il merito è del coraggio di Giovanni Bachelet, che è stato l’unico a volere, sul serio e fino in fondo, le primarie per l’elezione del nuovo segretario regionale.

Sicuramente il PD Lazio ha bisogno, usando le parole di Gasbarra, di una strambata. E ne ha bisogno soprattutto laddove è stato storicamente più debole, ossia nelle province pituttosto che nella Capitale. È un dato acquisito, anche a livello nazionale, come il PD debba riacquistare la capacità di parlare alle piccole realtà territoriali dove si sviluppa il piccolo ceto produttivo, la media impresa, l’attività artigianale, il comparto agricolo. E tutto ciò è stato dimostrato drammaticamente alle ultime elezioni regionale, nelle quali il PD ha sostanzialmente tenuto a Roma e provincia ma è miserevolmente crollato a Rieti, Viterbo, Frosinone, Latina.

Il PD Lazio, quindi abbia la forza di essere, da oggi, un partito un pò meno romanocentrico e più attento ai suoi territori. In questo senso, oggi, c’è stato un bel segnale. La designazione a vice-presidente dell’assemblea regionale dell’amico Fabio Luciani. Un riconoscimento alle capacità umane e politiche di Fabio, al contributo che la provincia di Latina ha saputo offrire alla sfida della mozione Bachelet. Ma, soprattutto, un riconoscimento al ruolo fondamentale che le province devono svolgere in questa nuova fase della vita del PD Lazio. Spiace che proprio ciò non sia stato capito, oggi, da un pezzo del partito della provincia di Latina, che ha preferito guardare al personale orticello di un paio di capopopolo locali, coinvolti in imbarazzanti vicende di rinvii a giudizio della magistratura e incompatibilità statutarie al vaglio della commissione di garanzia provinciale di Latina, e quindi polemizzare strumentalmente per motivi che poco hanno a che fare con gli interessi del Partito Democratico regionale.

Il mio ultimo auspicio, infine, è che il neo segretario sappia finalmente indicare una direzione nella quale il PD Lazio sappia stringere le alleanze con le altre forze politiche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Mi sembra di aver capito che il punto di partenza debba essere il centrosinistra “classico” allargato, ove possibile, ad altre forze politiche. Ecco, se allargamento deve esserci, che ci sia sulla base di principi inderogabili: difesa della legalità, difesa dei diritti dei lavoratori e dei cittadini, difesa dei beni comuni, discontinuità rispetto al malgoverno della Regione e delle province. Solo su queste basi sarà possibile stringere alleanze con la necessaria dignità, se davvero si vuole che il Partito Democratico del Lazio svolga un ruolo di guida nelle coalizioni che si sfideranno con il centrodestra per il governo delle nostre comunità.

In conclusione, auguri, Enrico.

Il PD abbandoni il culto della sconfitta in Provincia di Latina

Faccio mio il documento di Fabio Luciani e Cosmo di Perna sulla situazione del Partito Democratico in provincia di Latina.

Leggendo le sue poco lucide dichiarazioni stampa siamo preoccupati che il segretario provinciale Enrico Forte non abbia ben chiaro come impedire sul piano politico il reiterarsi, nell’imminente tornata amministrativa, dei pessimi risultati e  di alcuni disastri elettorali conseguiti  dal Partito Democratico, da lui guidato,  nelle precedenti  amministrative in Provincia di Latina. Il caso più eclatante è stato  sicuramente il risultato del Comune di Terracina, dove il partito provinciale,  in assenza di una guida politica autorevole di un Segretario Regionale eletto,  è riuscito nello straordinario risultato di portare il PD sotto il 10% dei consensi,  sostenendo scelte politiche insensate e  isolazioniste che hanno frantumato il partito locale e dissolto l’intera coalizione  di centrosinistra. Risultato, a Terracina,  il PD perde l’occasione storica di riconquistare il governo locale di una delle più importanti Città della nostra Provincia, spalancando il ballottaggio a 2 candidati Sindaco sostenuti da cartelli elettorali di centrodestra, in un Comune, peraltro, in cui la precedente Amministrazione Comunale di centrodestra si era caratterizzata per litigiosità, cattiva amministrazione e per aver portato l’Ente Comunale al fallimento, che tecnicamente è chiamato dissesto finanziario. Nell’ultima tornata amministrativa, il dato nazionale e il successo in moltissimi Comuni, confermavano  un deciso avanzamento del PD e del centrosinistra nei confronti delle destre in tutto il Paese, ma purtroppo il vento era cambiato da nord a sud della penisola, come ricordato in quei giorni dal Segretario Bersani, con l’unica e amara eccezione:  la Provincia di Latina. Ricordiamo al segretario Forte che nella prossima tornata amministrativa saranno chiamati a rinnovare la propria Amministrazione Comuni importati della nostra Provincia come  Gaeta, Minturno, Castelforte, San Felice e Sezze. In queste realtà registriamo un partito in affanno e diviso a causa della latitanza di una linea politica provinciale che, purtroppo,  non riesce ad andare  oltre l’annuncio di conferenze programmatiche tardive. Il PD provinciale ha de factoabbandonato a se stessi i circoli, non ha mai indicato uno straccio di direzione di marcia o chiarito omogenee politiche delle alleanze, non ha sostenuto la strada delle  primarie in nessun Comune, non ha posto  in essere alcuna azione di guida politica e di ricomposizione delle fratture interne al partito esistenti, soprattutto, in quelle realtà che si apprestano ad affrontare elezioni amministrative nelle prossime settimane. La situazione è al limite della sostenibilità, nei Comuni chiamati al voto nella prossima primavera, si passa da situazioni come Gaeta in cui il partito è frantumato e senza alleati, e,  dove sperare di raggiungere le percentuali conseguite nel 2011 a Terracina sembra addirittura una sfida improba; a realtà come Minturno in cui il PD conferma un’alleanza con l’UDC abdicando per l’ennesima volta a indicare un suo candidato e accettando come candidato uno dei più stretti collaboratori e delegati politici dell’attuale Presidente della Provincia di Latina Armando Cusani; per finire a veri e propri tentativi  di  grandi coalizioni in salsa pontina, come a Castelforte,  in cui il candidato dovrebbe essere un esponente  locale dell’UDC  in un’alleanza lunare dove dovrebbe assumere un ruolo preponderante il PDL e il Partito Democratico dovrebbe invece essere relegato al mero ruolo di comprimario.

In conclusione, chiediamo al Segretario Forte di  ritrovare il coraggio politico necessario a decidere per il bene del partito, assumendo definitivamente  il ruolo di segretario di tutto il Partito Democratico e non solo di quella parte che l’ha sostenuto nella fase congressuale. D’altronde il Segretario Forte dovrebbe tenere ben presente anche i risultati emersi nelle recentissime  primarie regionali, il successo di Bachelet in Provincia di Latina e la sua vittoria nel Sudpontino  è chiara nei numeri e sarebbe auspicabile per lui che ne raccogliesse subito l’inequivocabile portata politica. Da parte nostra, siamo pronti al dialogo e al confronto interno, ma ribadiamo la nostra più assoluta indisponibilità ad avvallare scelte politiche suicide di cui il Segretario Provinciale si assumerà la totale responsabilità nei confronti degli elettori, dei militanti, degli iscritti e della neoeletta dirigenza regionale del Partito Democratico.

PD Latina – Commissione Provinciale di Garanzia

Abbiamo appreso con vivo stupore, rammarico e preoccupazione la notizia della nomina della Commissione di Garanzia del PD della Provincia di Latina. Tale organismo, nella sua collegialità, è tenuto a dirimere questioni fondamentali per la democrazia interna del Partito Democratico avendo come unico scopo, appunto, le garanzie e quindi l’attuazione di quei controlli che sono messi in atto per tutelare chiunque partecipi all’attività politica del nostro partito. Non abbiamo mancato, nei mesi passati e a partire dall’ultimo congresso provinciale, di denunciare la situazione di estrema sofferenza in cui versa il partito pontino, dilaniato da lotte interne che vedono protagonisti esponenti dei gruppi di potere riconducibili alle mozioni congressuali. Proprio per provare a spezzare una situazione talmente cristallizzata da mettere a repentaglio, a nostro avviso, la residua credibilità del partito, abbiamo deciso di avere una posizione autonoma svincolata dalle logiche correntizie. Noi crediamo che la politica sia fatta di idee, principi e valori condivisi, come tali essi vanno spesi e difesi dentro il Partito e nelle istituzioni. Per questo, in completa autonomia, abbiamo proseguito la nostra azione politica in provincia e soprattutto nei Comuni sostenendo con coraggio e determinazione posizioni politiche improntate al rispetto della legalità, della trasparenza amministrativa nonché delle regole che il Partito Democratico si è dato all’atto della sua fondazione. Le scelte operate dal partito provinciale testimoniano invece che non è stata data facoltà di partecipazione alla scelta della commissione di garanzia dato che non sono state consultate né l’assemblea né la direzione provinciale in maniera trasparente e responsabile, in aperta violazione delle regole previste del Partito per la nomina di un organismo di garanzia. Temiamo quindi, con estrema preoccupazione, che quella funzione di tutela che la Commissione medesima deve prevedere per ciascun iscritto ed elettore del PD possa venir meno e che, in ultima analisi, si stiano gettando le basi per far tacere scomode voci di dissenso in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Qualcuno, forse, pensa di risolvere i problemi politici del Partito con epurazioni comminate da un organismo delegittimato e illegittimo sin dalla sua gestazione. I fronti aperti a Latina, nei Lepini e nel sud Pontino, per fare alcuni esempi, richiedono una soluzione politica lungimirante ed autorevole. Se qualcuno, all’interno del Partito Democratico pontino, nutre una diversa volontà si assumerà in pieno le responsabilità politiche ed etiche di scelte che delegittimano ulteriormente gli organismi provinciali, mai come adesso  relegati al ruolo di meri spettatori dinanzi ad una linea politica personalistica in quanto a gestione della vita del Partito ed inesistente su tutti quei temi che interessano la vita dei cittadini della provincia. Chiediamo, quindi,  di ripristinare la piena legittimità e il ruolo democratico di tutti gli organismi collegiali del Partito, annullando altresì la nomina di una commissione di garanzia illegittima e nominata con un vero e proprio “colpo di mano”. La nomina di una commissione di garanzia i cui componenti sono ignoti alla stragrande maggioranza non solo degli e elettori e degli iscritti, ma anche degli appartenenti all’assemblea e alla direzione provinciale e il cui presidente designato Marcello Ciccarelli sembra avere quale unico titolo di merito l’essere un noto esponente della LegaCoop, è l’ulteriore conferma della necessità di intervento degli organismi regionali ai quali è stata inoltrata formale protesta. La condizione del PD provinciale di Latina va chiarita, una volta per tutte, affinché questa situazione di empasse e violazioni giunga al suo termine ed il Partito possa rilanciare la sua azione politica sui territori. Abbiamo bisogno di un Partito che, finalmente, si proponga nella nostra provincia quale forza di governo credibile e non appaia, invece, come un protettorato di appartenenti a potentati locali che, pur assicurando qualche preferenza in più a qualche esponente, rischiano di danneggiare irrimediabilmente la credibilità di tutto il Partito.