Archivi tag: immigrazione

Un’altra Italia è possibile

«Io sono di sinistra. Punto. Mi definisco del partito di Peppino Impastato, i valori a cui mi ispiro tutti i giorni nel fare l’amministratore sono l’uguaglianza sociale, la partecipazione e la trasparenza per togliere gli agganci negli appalti con la criminalità; chiamiamola, se volete, sinistra utopica».
Domenico Lucano, sindaco di Riace

Una storia di bella politica. Un altro uomo da non lasciare solo.

Un passo avanti

"Agli immigranti del mondo intero che hanno spirito d'iniziativa, noi dobbiamo dire: venite in America, vi accoglieremo a braccia aperte".
"Chiudere le porte agli immigrati sarebbe il suicidio di questa nazione"
Michael Bloomberg – Sindaco di New York

immigration

Il resto lo trovate qui.

Un’Odissea moderna. Parte terza

Giovedì 25 marzo, finalmente, la baby-sitter dei miei piccoli è riuscita a consegnare presso l'ufficio postale di Piazza Bologna la documentazione necessaria per l'ottenimento del permesso di soggiorno.
Quando ha finito mi ha chiamato e quasi piangeva, per come è stata trattata. In sostanza l'impiegata dell'ufficio postale l'ha congedata dicendole che le stava facendo un favore ad accettare la sua domanda, visto che la documentazione prodotta su indicazione dello Sportello Unico per l'Immigrazione, per loro, non era sufficiente. È stato mostrato, allora, il vademecum consegnato dallo Sportello Unico per l'Immigrazione, ma la risposta è stata, in pratica, che se ne fregano. Fortunatamente Juliana, lungimirante, aveva con sè tutti i documenti prodotti fin qui e quindi è riuscita ad integrare l'incartamento con ciò che mancava.
Per la cronaca l'impiegata delle poste era di chiara origine straniera.
Homo homini lupus.
Le puntate precedenti qui e qui.

Un’Odissea moderna. Parte seconda

La prima parte la trovate qui.
Ieri sono tornato allo Sportello Unico per l'Immigrazione presso L'Ufficio Territoriale del Governo.
Magari mi sbaglio, ma la denominazione Ufficio Territoriale del Governo mi sa di fasullo, di posticcio, di artefatto. Come se si volesse far passare il messaggio che il Governo, questo Governo, è lì, con te, sul territorio, vicino ai cittadini.
Si, vabbè.
Comunque, torno alla carica spiegando che la procedura che mi hanno indicata non viene accettata dgli uffici postali e ovviamente non recedono dalla loro posizione.
Avrà trovato un impiegato ignorante, mi dicono.
Comunque mi danno un numeretto, passo la prima barriera costituita dall'ufficio informazioni e arrivo allo Sportello, dove c'è un'impiegata in carne e ossa che si occuperà di me.
Le spiego tutta la situazione di nuovo e lei ha bisogno di entrare tre o quattro volte dal suo dirigente, il quale alla fine esce dal suo ufficio e viene allo sportello per interloquire con me, con il Povero Utente Sfigato che ha osato fargli alzare il culo dalla sedia. Sarà per questo che mi tratta da schifo, se la sala non fosse piena di poliziotti sarebbe da saltargli al collo. Quelli stanno lì come chiappe su un ramo e invece di tenere d'occhio immigrati esasperati che, eventualmente, danno in escandescenza (e a ragione, visto l'assurdità delle procedure incomprensibili già ad un cittadino italiano), dovrebbero impalare i dirigenti che godono ad esercitare quel pò di potere che hanno, al momento, sul Povero Utente Sfigato.
Ad ogni modo ribadiscono quanto mi avevano detto nei giorni scorsi, ossia che nella busta da kit che mi danno loro vanno messi alcuni documenti e l'ufficio postale sa come accettarli. Ovviamente i documenti di martedì 23 marzo sono diversi dai documenti di giovedì 18 marzo.
Quello che ho sicuramente capito è che devo continuare la pratica iniziata a nome della mamma dei miei bambini, il permesso di soggiorno che arriverà sarà relativo al rapporto di lavoro tra lei e la baby-sitter che si è chiuso per l'INPS ma non per lo Sportello Unico per L'immigrazione. Fatto questo, dovrò iniziare tutto da capo per ottenere un permesso di soggiorno relativo al MIO rapporto di lavoro con la baby-sitter.
Spero solo che abbiano il buon senso di non convocare i defunti, altrimenti ci sarà da piangere.
 

Un’Odissea moderna. Parte prima

Oggi vi racconto una storia.
La storia della richiesta del permesso di soggiorno per la baby-sitter dei miei bambini, di 7 e 6 anni rispettivamente.
Tutto ha inizio quando, il giorno 11 settembre del 2009 (si, vabbè, uno potrebbe anche dire che le rogne non capitano a caso…), la mamma dei miei piccoli presenta la domanda telematica per l'emersione di lavoro irregolare, come previsto dalla normativa vigente.
Si pagano € 500,00 si presentano un pò di moduli on-line, si spera nel buon fine dell'operazione e oplà, sembra tutto ok.
Adesso bisogna aspettare la convocazione dell'INPS.
Il primo di novembre muore all'improvviso la mamma dei miei bambini, per cui sorge il problema di come proseguire nell'espletamento della pratica.
Visto che nel frattempo è arrivata la convocazione dell'INPS per il 26 di gennaio, chiamo l'INPS per sapere se sia possibile subentrare nella pratica in corso. Mi dicono di si, basta produrre "in doppio" tutta la documentazione richiesta riguardante il datore di lavoro.
Andiamo quindi, io e la baby-sitter, all'appuntamento con l'INPS con tutti i documenti necessari: documenti di identità, dichiarazione dei redditi, stato di famiglia, certificato di residenza, originale del pagamento dei 500,00 €, marche da bollo varie, copia dell'atto di compravendita dell'immobile presso il quale vive il lavoratore, planimetrie catastali, certificato d'idoneità alloggiativa dell'immobile (!).
All'INPS mi dicono che la documentazione va bene, ma che non mi conviene fare il subentro, ma chiudere il vecchio rapporto di lavoro e assumere direttamente la baby-sitter come lavoratore straniero e per fare ciò occorre presentare all'ufficio postale l'apposito kit (occhio a questo kit, mi raccomando).
Mi rilasciano (all' INPS) un pezzo di carta con intestazione dello Sportello Unico per l'Immigrazione nel quale il vecchio datore di lavoro (defunto il 01/11/2009) dichiara il 26/01/2010 di aver cessato il proprio rapporto di lavoro con la baby-sitter, pertanto si autorizza il lavoratore a chiedere il permesso di soggiorno per attesa occupazione. Il lavoratore ha comunque sei mesi di tempo per trovare un nuovo lavoro. Aggiungono a penna la dicitura "decesso datore di lavoro". Chiedo spiegazioni e mi dicono che il modulo esce così, non si può modificare. Si, vabbè. Andiamo avanti.
A questo punto devo assumere con regolare contratto la baby-sitter. Come si fa?
C'è da riempire il modulo di comunicazione obbligatoria del rapporto di lavoro domestico da consegnare all'INPS, poi c'è il modello Q da inviare allo Sportello Unico per l'Immigrazione di Roma, e poi c'è il modello ospitalità da inviare alla Questura.
Il kit di cui mi parlano all'INPS non esiste, l'unico kit a disposizione degli uffici postali è quello per il rilascio di permesso di soggiorno.
Porto il modulo all'INPS che iniziano a non capire, fortunatamente spiego la situazione e mi dicono di integrare la documentazione con l'attestazione rilasciata il 26 gennaio dall'altro ufficio INPS dalla quale risulta che il lavoratore è in attesa di occupazione. Fatto. Chiedo anche come proseguire per ottenere il permesso di soggiorno e mi dicono di andare nell'edificio accanto, c'è il Commissariato di Polizia di zona con annesso Ufficio Immigrazione.
Ok , vado.
Il modello ospitalità non lo vogliono, vogliono la cessione di fabbricato. Ok, la faccio seduta stante. Dopodichè mi dicono che per ottenere il permesso di soggiorno bisogna presentare il kit, ma non quello di cui mi parlava l'INPS, proprio l'unico esistente, quello per il rilascio del permesso di soggiorno.
Forse.
Mi consigliano pertanto di recarmi di persona presso lo Sportello Unico dell'Immigrazione (numeri verdi non ne esistono) per chiedere ulteriori informazioni.
Vado pure lì.
Trovo due persone straniere gentilissime. Ci metto un pò a chiarire la situazione al che mi chiedono: ma le impronte digitali le ha prese? Caz…, quali impronte?
Ma il cedolino ce l'ha? Ma porc…, quale cedolino?
Capisco che la ricevuta della domanda di emersione, presentata all'INPS il 26 gennaio, se la sono tenuta e quindi è andata.
Ok, però le impronte sono importanti.
A questo punto chiedo se devo presentare il kit come suggeritomi dal poliziotto (gentilissimo anche lui), visto che nelle istruzioni mi sembra che ci sia anche una fattispecie riguardante la richiesta di permesso di soggiorno per attesa occupazione.
Mi dicono NOOOO!! Fidati, sono anni che lavoriamo qui. Mi danno una busta del famoso kit nella quale mi dicono di inserire un certo numero di documenti e spedirla. Arriverà la convocazione per prendere le impronte e allora la pratica proseguirà il suo corso.
Sicuro?
Sicuro!!
Va bene, allora metto la documentazione nella busta del kit e provo a spedirla in un ufficio postale.
Raffo, credevi fosse facile vero?
Innanzitutto serve il lavoratore, la busta la spedisce lui, è lui che fa la richiesta del permesso di soggiorno, per cui senza di lui, nisba.
Un paio di uffici hanno terminato l'ologramma (ma che cos'è?..ah la ricevuta particolare che serve per poter spedire il fottuto plico alla modica cifra di 30,00 €).
Ma dulcis in fundo…il plico non si può spedire. Ma me l'hanno detto allo SPORTELLO UNICO DELL'IMMIGRAZIONE di fare così.
Eh no. No no no.
Il plico si spedisce attraverso una procedura telematica che prevede l'inserimento di dati relativi all'intero contenuto del kit (bollettini da pagare, moduli, marche da bollo). Senza questi dati, il che significa senza spedire tutto il kit e non solo la fottuta busta con altro dentro, non se ne fa nulla.
Morale.
Domani torno allo Sportello Unico per l'Immigrazione a chiedere come fare per ottenere questo cazzo di permesso di soggiorno per la baby-sitter brasiliana dei miei bambini.
Siamo a quota 7 mezze giornate di lavoro perse, più di 1000,00 € spesi (nel frattempo ho pagato anche i contributi INPS relativi al rapportoo di lavoro cessato, quelli che il lavoratore extracomunitario vedrà quando va in pensione, non quando va via dall'Italia, e che nel frattempo incamera lo stato italiano).
Le marche da bollo non le ho contate.
Appena ho la forza faccio qualche proposta anch'io su come affrontare il problema dell'immigrazione.