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Balle spaziali

La vulgata renziana vuole che si ripeta all’infinito la notizia della creazione di nuovi posti di lavoro grazie al combinato disposto di incentivi e jobs-act. Appare evidente che non si tratti di nuovi posti di lavoro ma di nuovi contratti. Ossia gente che già lavorava nel settore privato con differenti tipologie contrattuali e che adesso ha un contratto a tempo indeterminato con il jobs-act.  Il che di per sé potrebbe anche essere un bene, al netto del fatto che per tre anni sei sotto ricatto dell’azienda che può sempre licenziarti per motivi economici e darti qualche spicciolo di indennizzo (l’art. 18 serviva ad evitare questi abusi, non dimentichiamolo mai). I conti si faranno allo scadere dei tre anni di contratto, allora si vedrà quanti contratti a tempo indeterminato fatti con il jobs-act saranno effettivamente a tempo indeterminato  Ma al di là di ciò questo piccolo grande particolare nello storytelling (full of lies) del premier fa si che le persone, quando votano, di sta’ roba non possono fare a meno di ricordarsene. Perché vivono la loro immutata precarietà, o quella dei propri figli, sulla loro carne viva. Davvero, dell’aumento dell’occupazione (farlocca) tanto sbandierata non se n’è accorto nessuno.

L’Italia non è un Paese per giovani: i dati. (via ilNichilista)

L'Italia non è un Paese per giovani: i dati. Promemoria: Nel biennio 2009-2010 il numero di occupati è diminuito di 532 mila unità, di cui il 90%  (482 mila) giovani under 30. Tra il 2008 e il 2010 il tasso di occupazione dei giovani tra 18 e 29 anni è sceso del 6%, attestandosi al 42%. Più precisamente: per i giovani con licenza media dal 43,3% a 36%; per i diplomati, dal 48,8% al 43,9%; per i laureati dal 54,2% al 48,5%. Nella fascia di età tra i 15 e i 29 anni, l'occupazione è invece sce … Read More

via ilNichilista