Dello stilnovo (!), invece, ne parla Luca Sofri.
“Era che non facesse una cosa come questa, la ragione per cui molti fino a oggi avevano dato credito a Renzi e lo avevano apprezzato.”
Dello stilnovo (!), invece, ne parla Luca Sofri.
“Era che non facesse una cosa come questa, la ragione per cui molti fino a oggi avevano dato credito a Renzi e lo avevano apprezzato.”
Un week end abbastanza movimentato, direi. Ma anche, dopotutto, uguale a sé stesso. La stampa che non fa la stampa, candidati (facciamo candidato) oscurati, notizie false spacciate per vere, smentite vere (del nulla) e mancate smentite. Ho idea che vivremo un altro po’ di settimane così, ma non è un problema, quando hai un candidato alla segreteria del PD così:
Molti mi dicono: devi andare di più in tv, e hanno ragione, e le tv mi invitano, e non è questo il punto. Il punto è che se scegli di attraversare tutte le Feste del Pd che è umano visitare, poi non hai molte sere libere (e nemmeno i pomeriggi, e le mattine – molto presto – quando ti sposti da un capo all’altro del Paese). E se cerchi di non bucare le sedute del Parlamento, anche. La vita è fatta di priorità: per me, come ogni estate, la priorità è incontrare i nostri elettori, da vicino, andandoli a trovare. Non so se è la scelta giusta, dal punto di vista comunicativo ed elettorale, ma per me è la scelta giusta e doverosa sotto il profilo politico. Nel momento in cui tutto sembra così lontano – dalla realtà e dagli elettori – bisogna farsi prossimi, con molta umiltà e con l’attenzione necessaria. Non soltanto alle risposte, ma soprattutto alle domande. Che sono molto più importanti.
Quella di cui sono affetti motli big del PD. Almeno quelli che, negli anni, sono stati individuati come potenziali leader del Partito Democratico. Ma sono arrivati a farsi avanti nei modi e nei tempi sbagliati. Ne parla Luca Sofri qui:
“Curiosa anche questa frequenza di leader che “non se la sentono” mai quando c’è da fare cose sovversive e di cambiamento, e arrivano alla stessa decisione solo quando ce li trascina la corrente e la loro disponibilità non rischia di far alzare nemmeno un sopracciglio. Leader per non disturbare.”
Oggi tocca a Chiamparino, a Cuperlo. Ieri a Veltroni. Domani a Zingaretti, forse. Tutti sulla linea di partenza, pronti a spaccare in quattro il partito, per cambiare il Paese, salvo poi essere fermati dall’attrito di primo distacco, quello che bisogna vincere per spiccare il volo. Quello che senza coraggio rimani a terra tu e l’equipaggio. E se proprio ce la fanno a partire fanno la fine fdegli aerei che hanno rullato talmente tanto sulla pista che fanno un giro sull’aeroporto e subito attrrano perchè sono rimasti a secco. Si attendono le condizioni favorevoli, che poi quali sarebbero se non l’accordo delle correnti per garantire se stessi in congressi dal risultato già scritto. O il permesso di qualche sponsor, che a quasto punto sarebbe meglio se ci mettesse la faccia in prima persona.
Beh, c’è chi il volo ha deciso di prenderlo sei mesi fa, e di candidarsi alla guida del PD senza avere nessuno dietro. E di sopracciglia ne farà alzare. E ne darà disturbo, Pippo Civati. E con lui le persone che si stanno facendo avanti per dare una mano. Perchè non abbiamo bisogno di uomini soli al comando, ma di pensare al PD come ad un progetto collettivo, aperto alla partecipazione di tutti.
Lo so, sono morti due uomini e forse le parole passano in secondo piano. Però nel 2011 sentire ancora definire due uomini, appunto, vù cumprà mi dà sinceramente i brividi. Luca Sofri, fai qualcosa.
p.s. Credo che Luca Sofri abbia fatto qualcosa perchè le parole vù cumprà sono sparite!
Bella giornata, ieri, ad Acquapendente. Mi piace rigenerarmi stando insieme a persone con le quali condivido la medesima idea del PD, dopo discussioni con compagni di viaggio che, pur legittimamente, mi sembra abbiano una visione del Partito Democratico, e della politica in generale, anacronistica e perdente. Come tutte le cose belle, però, c’è spesso un però. Non so spiegarlo, ma mi rimane sempre un pò di amaro in bocca. Forse è la mia maledetta fretta di vederlo cambiare un pò più in fretta, ‘sto PD. Di vedere risolte un bel pò di contraddizioni. Di vedere rispettate le regole che ci siamo dati. Non sposo l’analisi di Luca Sofri che, in soldoni, ci dice che in questi ultimi anni ci siamo quasi esclusivamente parlati addosso e che ritiene la politica uno strumento inadatto ad realizzare il cambiamento. Però lascio sempre questi incontri con un senso di irrisolto. Milano, Albinea 1, Torino, Firenze, Roma, Napoli. Sarà che penso davvero che il tempo Ivan, di Pippo, di Marco, di Cristiana, di Nicola, di Ilda, di Francesco, di una intera generazione (facciamo un paio) debba essere questo e solo questo. E che non si può più aspettare. Non si deve più aspettare. Sarà per questo.