Tra i duri durissimi puri purissimi che si oppongono con tutte le loro forze a Monti o Berlusconi, che darebbero la bottiglia di Veuve Clicquot nell’abbattitore o le Church nella scarpiera per non far vincere Monti o Berlusconi, ci sono delusi-della-sinistra-quella-vera che voteranno M5S o Rivoluzione Civile. Quale sarà il risultato della loro scelta? Far vincere Monti o Berlusconi. Oppure, questo è certo, non far vincere chi ha un idea del Paese diversa rispetto a Monti e Berlusconi. Contenti. Se avrete bisogno di uno psicologo non venite da me a chiedere una mano, anche se ne conosco di bravi. Ma lo so che non verrete.
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A proposito di Grillo e del PD
Sondaggio sulle elezioni Comunali a Roma
Bersani non fare Casini
Paolo analizza il voto in Sicilia. Numeri, mica fondi di caffè, per dire. E ne viene fuori un quadro non troppo roseo, per il PD. Dal quale trarre qualche indicazione per il futuro.
L’acqua li bagna e il vento li asciuga
E adesso scatta la corsa per proclamarsi vincitori, nelle elezioni siciliane. Ho vinto, ho vinto! dice Crocetta. Ma che hai vinto, ma che minchia hai vinto? Una regione nella quale votano meno del 50% degli aventi diritto chiunque ha partecipato alle elezioni (eccetto M5S, ahinoi) dovrebbe avere semplicemente la decenza di dire: ho fallito. Abbiamo fallito. Tutti. Senza appellarsi all’antipolitica, al qualunquismo. Ma perchè gli elettori avrebbero dovuto sentirsi attratti da chi ha (s)governato con Lombardo fino a pochi mesi fa, con chi si è alleato con un pezzo di UDC che non ha rinunciato a candidare inquisiti e condannati? Di Musumeci e Miccichè nemmeno parlo. Il tandem Marano-Fava almeno non avevano inquisiti nelle liste, ma comunque non si può dire che rappresentassero una novità politica, nel panorama siciliano. Una classe dirigente che non ha più alibi si arrampica sugli specchi mentre non capisce che attorno tutto crolla, che le persone sono stufe, e che la loro inerzia travolgerà tutto e tutti. Ma di questo ha bisogno la Sicilia? Di questo ha bisogno l’Italia?
Bella presa per il culo (con sottofondo classista)
“Gli mettono dei microfoni sotto il naso, lo intervistano in televisione (ah, la televisione… sai ti ho visto in televisione…), piazzano la sua foto sui giornali e chi prima faceva tutt’altro (magazziniere, cameriere, fiorista, impiegato di banca… con tutto il rispetto dei magazzinieri e dei camerieri e dei fioristi e degli impiegati di banca) diventa un politico che si occupa di questioni come il concetto di democrazia, il principio di rappresentanza, l’eterogenesi dei fini, spesso con un piccolo accenno a Schopenhauer e Lev Trotsky, ai filososofi greci e a Paperoga”.
Ma scusa, Beppe Grillo: non eri tu quello della democrazia diretta? Del ricambio della classe politica. Del via tutti? E adesso ti lamenti perchè il magazziniere, il cameriere, il fiorista, il bancario fanno politica? Ma sparati con una gazzosa, va.
Se il 26% vi sembra poco…
Ho la fortuna di lavorare. In una grande società progettazione che occupa, per lo più, laureati. Persone che si interessano a ciò che accade intorno a loro e con le quali si parla, ovviamente, anche di politica. Moltissime sono le persone “di sinistra”. Pochissimi, ultimamente, quelli che danno fiducia al PD. Molti coloro i quali guardano con simpatia a M5S, alcuni hanno iniziato, o meglio, ri-iniziato a fare politica con il movimento di Grillo. Persone che stavano nel PCI, per intenderci. Persone che hanno votato PDS, DS e PD fino a alle elezioni scorse. Persone che sono lontane anni luce dalla descrizione che ne fa Marianna Madia: ”Grillo, i grillini hanno dei metodi antidemocratici, sono violenti”. Parlandoci (!), puoi scoprire che non ne possono più delle stesse facce in Parlamento da trent’anni, che imputano al centrosinistra di non aver fatto la legge sul conflitto di interessi quando ne aveva la possibilità e cose del genere che stanno sui cabasisi pure a molti di quelli che, nel PD, ci sono rimasti. Me compreso. Ecco, dire che è meglio il PDL di loro (Madia arriva dopo Letta il giovane vecchio) significa non aver capito una beneamata. E, soprattutto, significa che quei voti non li riacchiappi più, se continui così.
Makkox chiude il cerchio
La politica inerziale
DOPO Monti. Che ne sarà del sistema partitico italiano? Con quali alleanze e quali leader affronterà le prossime elezioni? Intorno alla legge elettorale: è difficile dire qualcosa. Le proposte dei diversi partiti sembrano fatte apposta per interdire quelle altrui. Mentre i contatti tra i leader e i partiti proseguono. Disegnano scenari futuri che riflettono quelli di un tempo…
Insomma, dopo Monti: la confusione regna sovrana. Tutto è possibile e nulla è escluso. In questa transizione estiva. Parole e immagini: come dissociate. Asincrone. Come provenissero da un altro mondo. D’altronde, i mercati non vanno in ferie. Non si riposano. Anzi. E neppure la politica, quest’anno. I suoi protagonisti: impegnati a disegnare mappe e scenari per il prossimo futuro. Il dopo Monti. Seguendo gli stessi linguaggi e le stesse formule di ieri. Come se – dopo Monti – fosse possibile ripetere lo stesso copione. Con le stesse etichette, le stesse sigle, gli stessi calcoli. Di prima. Io penso che si tratti di ragionamenti in-fondati. Elaborati e proposti in modo inerziale…
Le ipotesi di cui discutono i partiti e i leader risultano, per questo, inattuali. Come le mappe storiche che colleziono, disegnano confini e Paesi che non esistono più. Comunque, irriconoscibili, rispetto al presente. Come l’Italia pre-unitaria. Oppure l’Europa prima della fine della Yugoslavia e dell’Urss. Ma, dopo Monti, sono cambiate le mappe e le bussole della politica del Paese. Siamo entrati in un’epoca geopolitica diversa. Nulla resterà come prima.
Ilvo Diamanti, qui.
La giustizia secondo Grillo
Quanto ai politici del passato, niente tribunali per gli eventuali reati, ma processi di piazza: «Abbiamo delegato dei truffatori che dovranno rispondere di quello che hanno rubato. Ce lo ricordiamo come siamo finiti nella crisi. Quindi i responsabili verranno giudicati e dovranno restituire i soldi che hanno rubato come i mafiosi. Ci sarà un giudizio pubblico. Concittadini estratti a sorte, incensurati, che diranno quali lavori socialmente utili far fare a questa gente che ha rovinato il Paese».
Il resto lo trovate qui.
Ha ragione da vendere, Cristiana.