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Quando ti senti naturalmente spinto in una direzione

Non sopporto ripetermi. Dire sempre le stesse cose. Anche quando mi capita, con i miei figli, mi sento un gran rompicoglioni. Che si avvicina a grandi passi verso la vecchiaia. O semplicemente verso la rompicoglionaggine. Però a volte non ce la faccio, davvero, a trattenermi.

Io spero che ieri sera, a questa iniziativa di AreaDem, non ci siano andati manco i cani. Il mio quartiere, non so se la Roma intera, ricoperta di manifesti abusivi che segnalano un’inizativa di una corrente a favore di un concorrente nelle primarie. Chi paga? Bersani? Franceschini? Zanda? D’Alessandro? Corbucci? AreaDem? Il PD Roma? Dove li prendono i soldi? Gli altri candidati hanno accesso agli stessi finanziamenti? La finiamo con questo spreco di quattrini? Ecco, io poi vedo ‘ste cose per strada e tutto mi diventa più chiaro. All’improvviso.

Puff.

Campagna mediatica (retro)virale

In questi giorni impazza, in rete, una polemica abbastanza accesa su alcuni manifesti comparsi all’improvviso a Roma. Manifesti abusivissimi. Ovunque.

Scopri e buongiorno, si tratta della campagna di tesseramento del PD. Ne aveva parlato già Cristiana qui, e oggi la notizia viene ripresa anche da Repubblica. A parte l’efficacia della campagna virale che a quanto pare è stata alquanto scarsa, e qui bisognerebbe aprire un capitolo lunghissimo sulle capacità comunicative del PD (ricordate la campagna pubblicitaria con le persone esangui, oppure Bersani a maniche alzate che pare che te voleva mena’?). Ma lasciamo stare. Ciò che ha indignato moltissime persone è la violenza che, ancora una volta, si fa alla città. I manifesti abusivi non si attaccano. Punto. Sinceramente me ne frego se non ci sono spazi, se così fan tutti, se è bellissimo andare in giro con colla e secchio e raccontare le imprese e le leggende dell’attacchinaggio politico-elettorale. La città merita rispetto. Roma va preservata, non violentata. E se non siamo noi, i primi, a rispettarla, sarà difficile essere credibili quando si chiederà a tutti, di rispettarla.