Quando le primarie non vanno come si vorrebbe, ecco che si mette subito in discussione lo strumento. Aperte? Chiuse? Si fanno prima quelle di partito e poi quelle di coalizione? Uno o due o più partecipanti del PD? Saranno inquinate? Arriveranno i cinesi? O quelli del PDL? Ma qualcuno se lo pone il problema della qualità dei candidati del PD, della coerenza delle scelte amministrative, della necessità di un ricambio delle classi dirigenti o no?
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Un auspicio per chi non fa le primarie
Certo, poi capita che le primarie il PD le faccia e che il candidato, o i candidati del PD escano sconfitti. Come a Genova ieri. Come a Milano, come in molti altri posti. Ma il candidato del PD può anche uscire vincitore, con merito, ed è successo in molte città d’Italia. Conta la qualità delle persone che si mettono in campo, la credibilità, la proposta politica. E comunque farle, le primarie è già una vittoria. Per tutti.
Poi capita praticamente ovunque che il vincitore delle primarie vinca anche le elezioni vere e proprie, sia esso del PD, di SEL, o di un altro partito della coalizione.
Si, ci vuole coraggio, e tanto. E non tutti ce l’hanno. Un plauso a chi le fa, soprattutto agli sconfitti che sapranno sostenere la coalizione con spirito unitario e avendo ben presente il bene comune.
E a chi non le fa, peste lo colga.