La cronaca politica nazionale rischia di mettere in ultimo piano il voto per la scelta del segretario del PD Lazio, che già ha goduto di scarsa informazione in queste settimane.
Domani anche i cittadini della provincia di Latina potranno contribuire a scegliere il nuovo segretario del partito democratico regionale, con primarie alle quali possono partecipare tutti i cittadini che abbiano compiuto 16 anni e seggi aperti dalle 8:00 alle 20:00.
Anche in provincia di Latina l’area che fa riferimento a Pippo Civati, che sostiene il candidato alla segreteria regionale Marco Guglielmo, resta l’unico interlocutore credibile per chi non si riconosce nelle scelte che il PD ha compiuto in queste ore a livello nazionale e, da tempo, a livello locale.
Contestiamo le modalità con le quali Matteo Renzi diventerà, nelle prossime ore, Presidente del Consiglio. Come al solito si è preferito non ascoltare iscritti e cittadini tutti, evitando quindi di conferire a Renzi stesso quella piena e meritata legittimazione che solo nuove elezioni avrebbero potuto offrirgli. Ci ritroveremo, invece, a dover subire altri quattro anni di larghe intese con Alfano, con Formigoni, e presumibilmente con Berlusconi stesso quando lo stesso Renzi aveva dichiarato, durante la campagna delle primarie, la propria contrarietà alle larghe intese e la necessità di un passaggio elettorale per la sua ascesa al ruolo di premier.
L’unanimismo di cui gode il segretario del PD si riflette anche nelle scelte del PD della provincia di Latina. Tutti insieme appassionatamente a sostegno di Fabio Melilli, a partire da il capolista Enrico Forte e Carla Amici, le personalità più in vista presenti nella lista che sostiene il parlamentare reatino. E poi Moscardelliani, Cuperliani pentiti, Renziani della prima e della seconda ora. Dirigenti che fingono di farsi la guerra, per poi accordarsi sulla spartizione di ruoli all’interno degli organismi dirigenti del partito. Il tutto con il beneplacet del ras del PD pontino senatore Claudio Moscardelli, prossimo vicesegretario regionale. I sostenitori di Lorenza Bonaccorsi, altra candidata renziana, non hanno trovato di meglio che candidare come capolista l’ex capogruppo PDL al Comune di Cisterna. La lista “Il Solito No Grazie”, che sostiene Marco Guglielmo, presenta invece come capolista Filippo Treiani, giovane dirigente di Aprilia, seguito da militanti del PD provenienti da tutti i territori della provincia. A sostegno di Marco Guglielmo chi pensa che, davvero, il PD debba essere altro rispetto a tutto ciò che iscritti, cittadini ed elettori sono stati costretti a subire in questi anni. A sostegno di Marco Guglielmo chi pensa che sia ora di mettere finalmente mano ai problemi della nostra regione: sanità, rifiuti, trasporti, consumo di suolo, con la voce di un PD autorevole che sia da stimolo al Presidente Zingaretti che, da solo, non può garantire il necessario cambio di passo alle politiche di cui i nostri territori hanno bisogno.
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Si può scegliere (io scelgo Marco Guglielmo)
Che partito essere. E ciascuno di noi può scegliere che persona essere.
Marco Guglielmo per il PD Lazio
Di congresso in congresso, adesso si parte (al volo) per scegliere il nuovo assetto del PD Lazio. Nota metodologica: visto che i candidati sono solo tre sarà saltato il passaggio nei circoli, il nuovo segretario sarà scelto con le primarie aperte e quindi potranno votare TUTTI.
L’area Civati c’è. Marco Guglielmo sfiderà Fabio Melilli e Lorenza Bonaccorsi per la segreteria regionale.
Le dinamiche interne al PD Lazio sono difficili a morire, insomma il verso non si cambia. Fabio Melilli, deputato reatino, si presenta come neorenziano, appoggiato da AreaDem, Bettiniani, Zingarettiani, Giovani Turchi e chi più ne ha più ne metta. Insomma, i capibastone sono già al lavoro, vicesegreterie assegnate a Giraldi e Moscardelli, sulla fiducia. Lorenza Bonaccorsi, già assistente di Paolo Gentiloni (!) e deputata si ritiene, invece, depositaria del marchio “Renziana-DOC”, o protorenziana che dir si voglia. E quindi sfida l’arrogante Melilli per contendersi lo scettro del renzismo in regione. E’ questo ciò che serve al PD Lazio? No.
Per questo siamo in campo. Perché nelle tre settimane che ci separano dal voto del 16 febbraio vogliamo parlare con tutti. Nel PD e fuori del PD. Con chi non è mai stato favorevole alle intese a fisarmonica (che si allargano e restringono a seconda della convenienza del momento), con chi ha dato una delega in bianco a Renzi e s’è ritrovato Berlusconi (di nuovo) al proprio fianco, con chi pensa che il PD non possa essere il partito dell’uomo solo al comando che dice prendere o lasciare, con chi pensa che gli occupanti del carro del vincitore non debbano più fare i propri comodi sui territori (e li conosciamo bene i Moscardelli, gli Astorre, i De Angelis, i Fioroni, i Vincenzi) e lasciare tutto com’è. Vogliamo parlare a chi s’è scandalizzato per l’utilizzo dei fondi del gruppo regionale del PD Lazio nella passata consiliatura, e i protagonisti di quella storia invece di restare fermi un giro e chiedere scusa sono stati tutti promossi, chi in Senato, chi alla Camera, chi a al Comune di Roma. Vogliamo parlare a chi pensa che ci sia bisogno di incalzare le amministrazioni, anche quelle amiche, a partire da Zingaretti e Marino, da sinistra. Vogliamo parlare di sanità, di ambiente, di rifiuti, di politiche per il lavoro, di difesa del territorio, di consumo del suolo, di trasporti, di diritti.
È una sfida difficile, Marco ci mette la faccia, la passione, la forza di credere in un PD rinnovato. Noi con lui, e con chiunque voglia darci una mano.
p.s. dedicato ai miei amici cuperliani (e non solo a loro) del PD della provincia di Latina: sicuri di votare per Moscardelli vicesegretario oppure per una Renziana DOC? O di non scegliere davanti ad una prospettiva del genere? Dopo aver appena terminato la battaglia per l’elezione di Mansutti alla presidenza dell’assemblea provinciale?